Ufficiali dei Marines spiegano al “Washington Post” come hanno “conquistato i cuori e le menti” di una tribù afgana: “Non li convinci con i progetti e la buona volontà. Devi arrivare con due compagnie di Marines e iniziare ad ammazzare gente”.
A volte capita che la cruda e brutale realtà della guerra emerga anche tra le righe di servizi giornalistici tutt’altro che pacifisti e antimilitaristi. È il caso di un articolo pubblicato una settimana fa dal “Washington Post”, il più prestigioso organo della propaganda militare americana.
Come si capisce dal titolo del pezzo – Progressi in tre distretti del sud dell’Afghanistan segnalano un cambiamento – si tratta del solito entusiastico quanto parziale resoconto dei progressi militari americani sul fronte afgano, con tanto di afgani felici di vedere i propri villaggi rasi al suolo dall’aviazione Usa o ingabbiati da muri in stile israeliano. Continue reading