Nota introduttiva
Questo lavoro nasce dall’esigenza di sviluppare, seppur con un taglio diverso, gli studi approfonditi nell’opuscolo del 2011 L’Università in guerra e quella di mettere nero su bianco alcuni spunti emersi dal ciclo di iniziative “La società della dismisura” tenutosi a Trento nel maggio del 2017. Il nostro è un tentativo di inquadrare il ruolo della Ricerca all’interno del mondo bellico-industriale. Cercando di capire come funziona il sistema organizzativo della ricerca militare in Italia e in Europa – e come si inserisce in un processo globale dei conflitti –, l’analisi vorrebbe evidenziare come i finanziamenti nella ricerca pubblica e privata (soprattutto nell’ambito denominato “Ricerca e Sviluppo”) e le “priorità” nelle innovazioni tecnologiche seguano il corso di decisioni e necessità politiche e militari. Il cambiamento della guerra – nelle sue maniere di essere concepita e compiuta – ha come causa ed effetto anche l’insieme dei “lavori” e delle operazioni aziendali che compongono l’odierno Sistema tecnico-industriale. L’Università è una delle colonne portanti di questo processo. Sfatare il mito della “libertà di ricerca” è uno dei passi che dobbiamo fare per capire la composizione di questo apparato, per disarticolarne la struttura e vederlo nella sua realtà. Per capire che oggi la guerra non è esclusivamente forza dello Stato ma anche, e forse soprattutto, potenza tecnica. Una potenza che trova le sue radici nel rapporto fra l’essere umano e i prodotti che fabbrica. In questo quadro la Ricerca è uno degli elementi principali della guerra. Nel lavoro che stiamo proponendo abbiamo cercato di trovare un metodo di studio che possa essere utile per ricostruire la ramificazione dei progetti di ricerca – quanto più nel dettaglio – legati al mondo militare e alle scelte politico-militari che ne determinano la produzione. Per questo ci è sembrato utile spiegarne il metodo attraverso un esempio specifico. I lavori che le compagne e i compagni stanno facendo in questo senso sono ormai numerosi. Il nostro augurio è che la conoscenza critica possa servire ad alimentare l’attività pratica perché, come diceva qualcuno, “ogni tempo perso per la scienza è tempo guadagnato per la coscienza”.
Trento, Aprile 2018
Per scaricare il testo e la copertina dell’opuscolo:
Dietro le Quinte – copertina
Dietro le Quinte
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