Category Archives: Generale

La pubblicità della guerra e l’ipocrisia della sinistra

Su giornali di “sinistra” come “Il Manifesto”, “L’internazionale”, e altri tra cui blog di svariati tipi, possiamo trovare articoli, dossier, approfondimenti, interviste in cui vengono denunciate le peggiori brutalità commesse dagli Stati e dalle multinazionali. Per esempio la lotta dei lavoratori portuali genovesi contro le navi saudite che giravano nel Mediterraneo per caricare i cannoni “Caesar” prodotti dall’azienda francese Nexter è stata raccontata per giorni sul quotidiano “Il Manifesto”.
Negli articoli si fa una critica ai materiali con finalità dualistiche, ossia civile-militare, con tanto di dettagli di costi e funzioni. Poi quando il 26 Aprile la Camera dei Deputati ha approvato la mozione che impegna il governo italiano ad interrompere l’invio di bombe d’aereo e missili all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti hanno, giustamente, denunciato il fatto che quello deciso era un “embargo mirato”, cioè che il blocco era destinato alle aziende produttrici di armi tedesche e non italiane, dal momento che le armi leggere della Beretta non rientravano nella mozione. Continue reading


E se?

Tratto da Finimondo.
In origine pubblicato su: Avis de tempêtes, n. 18, 15 giugno 2019

Dopo l’incendio parziale della cattedrale di Notre-Dame de Paris, oggetto di un gran profluvio di lacrime lo scorso aprile, lo Stato non ha mancato di appellarsi ad una rinnovata unità nazionale approfittando del 75° anniversario dello sbarco in Normandia. Alla presenza di un bel mondo composto da assassini gallonati ed altri capi di Stato, si è svolta in particolare una cerimonia di consegna di berretti verdi ai giovani ammessi nelle truppe d’elite dell’esercito francese (i commando della Marina). In questa occasione, sarebbe probabilmente sembrato sconveniente collegare i due avvenimenti di aprile e giugno, sottolineando che ovviamente nella storia c’è cattedrale e cattedrale. Come quella di Parigi, il cui incendio accidentale può essere trasformato in dramma esagonale destinato a far serrare i ranghi, o come quella sempre gotica di Rouen, il cui incendio doloso di settantacinque anni prima è da dimenticare, in quanto causato da un esercito alleato. Sventrata per la prima volta da sette missili durante i bombardamenti anglo-americani del 19 aprile 1944, quando 6.000 bombe piombarono sulla città, anche la sua guglia di Saint-Romain venne bruciata il primo giugno di quell’anno dagli stessi aerei militari.
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Atene, Grecia: attacco incendiario contro complici della guerra MAN

Quando è stata lanciata la campagna internazionale di solidarietà tra febbraio e marzo 2017 per sostenere il popolo del Kurdistan, molti anarchici e altri gruppi militanti e individui simili in Europa hanno attaccato i nemici della libertà nelle sicure metropoli, dove la guerra inzia.
Siamo convinti di dover continuare questa campagna perché la guerra contro il Rojava e l’invasione di Afrin non si sono fermate. Se la guerra continua, così faranno i nostri attacchi contro i sostenitori del fascismo turco. Continue reading


Saluti ardenti da qualche parte

tratto da finimondo:

Pubblichiamo una lettera del compagno latitante accusato dell’incendio dell’antenna-radio della polizia a Zurigo, avvenuto l’11 luglio 2016. La lettera è apparsa sul giornale anarchico Feuer der Knästen (Fuoco alle carceri). Il compagno era entrato in clandestinità qualche ora dopo quel sabotaggio incendiario, mentre gli sbirri bussavano già alle porte dei compagni in Svizzera. Al riguardo è stata realizzata una «raccolta di testi a proposito di sabotaggio, repressione e segnali di fumo dalla clandestinità» — Silenzio radio. Attualmente un altro compagno, anch’egli accusato di quell’attacco, si trova in carcere in detenzione preventiva dalla fine di gennaio 2019.
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Arriva lo stop alle esportazioni belliche verso Arabia saudita e Emirati Arabi. Cosa farà la RWM?

tratto da nobordersard:

Il vice premier Di Maio l’aveva annunciato qualche giorno fa via social, da oggi è ufficiale. Lo stato italiano ha imposto uno stop di 18 mesi alle esportazioni belliche con i due principali partner commerciali della RWM.

Non si capisce perché siano solo 18 mesi, se per una questione legale, cioè si tratti di un periodo che eventualmente potrebbe essere rinnovato, o se sia una scelta con la speranza che qualcosa sui fronti bellici cambi e fra 18 mesi si riaggiorneranno. L’impressione – ma ci si potrebbe sbagliare – è che sia il solito provvedimento che non è né carne né pesce. Nel senso che probabilmente fra 18 mesi questo governo non ci sarà più, o sarà comunque in una fase molto diversa da quella attuale, e chissà Di Maio e i 5S dove saranno. L’impressione quindi è quella di aver voluto fare ora una mossa per provare a ritrovare un pò di consenso nella base dell’elettorato pentastellato assai delusa dai vari dietro front su questioni come NOTAP, NOTAV e via dicendo. Poi quando scadrà si vedrà, se il governo sarà caduto diventerà l’ennesimo cavallo di battaglia per criticare la maggioranza.
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«I diritti della civiltà»

tratto da finimondo:

Errico Malatesta


«Noi siamo andati in Libia per portarvi la civiltà, col diritto che ci dà la nostra civiltà superiore. Quando un popolo ha bisogno di espandersi, quando ha bisogno di trovar posto per la sua popolazione esuberante e di esercitare la sua potenza di lavoro, ed altrove si trova un territorio che i suoi abitatori sono incapaci di mettere in valore, quel popolo, più intelligente, più sapiente, più energico, più civile in una parola, ha diritto di prender possesso del territorio poco o punto utilizzato, ed imporre il suo dominio alla popolazione che lo occupa. Colla violenza, se non si sottomette volontariamente. Non si ha il diritto di restare barbari, come non si ha il diritto di restare ignoranti».

Così dicono i nazionalisti che si piccano «d’intellettualità»; così diceva ancora ieri uno dei capi repubblicani… libici.
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Genova – Incendiato veicolo Eni

tratto da anarhija.info:

“Noi attacchiamo solo per noi stessi, per fare e rifare un’esperienza intima del rifiuto di questo mondo. Il senso e la consistenza delle nostre vite emergono solo in questi pochi secondi”

Il principale motivo che ci spinge a metterci in gioco, in prima persona, senza farci mettere le spalle al muro dalla paura delle possibili conseguenze repressive, è la consapevolezza che non siamo liberi. Anche se fuori dalle mura di uno schifosissimo carcere, viviamo in un mondo realisticamente paragonabile ad una galera a cielo aperto. Le catene che indossiamo sono in parte accettate come normali necessità, dai più sono percepite alla pari, se non ancora più indispensabili, dei bisogni fisiologici, vedi l’utilizzo di computer, smartphone, mezzi di trasporto… Queste catene ci vengono imposte dall’alto di quello che si rivela sempre più somigliante al “grande fratello” di Orwell. Chi governa sa benissimo di aver svolto un notevole lavoro in termini di distrazioni di massa, bisogni indotti e confusione architettata ad arte per far sì che anche gli oppressi puntino ad essere oppressori, individuando il nemico in chi si trova nel gradino più in basso.
Lo stato sappia che, nonostante tutto, ci saranno sempre individui che non accetteranno il loro delirio di onnipotenza, che non potranno fare a meno di sentire il peso delle catene e di conseguenza si organizzeranno per distruggerle.

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Bardonecchia – Domenica notte

tratto da roundrobin:

giugno 2019

Domenica notte é stato danneggiato un mezzo dei carabinieri di
Bardonecchia, in solidarietà ad Anna e Silvia, e per la chiusura della
sezione As2 del carcere.
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Pisa e Livorno – Campagna contro-pubblicitaria ENI (Esportiamo Neo-colonialismo Italiano)

tratto da roundrobin:

giugno 2019

Nei giorni scorsi, sono apparsi a Pisa e a Livorno, una ventina di manifesti contro l’Eni alle pensiline degli autobus e nelle stazioni.
Eni, già famosa per perpetrare il colonialismo italiano in Libia e altri paesi del mondo, avvelena e uccide anche nel nostro territorio. Infatti a Livorno, grazie alla sua raffineria di petrolio, elargisce a piene mani sfruttamento e tumori per tutti.

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Genova – Manifesto apparso sui muri