Segnaliamo l’uscita dell’opuscolo “Follow the green: la narrazione di Eni alla prova dei fatti” redatto dalle associazioni A Sud e CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali, che lo hanno presentato il 14 maggio tramite diretta internet sui loro canali informativi.
Questo lavoro di 133 pagine è incentrato nel denunciare la politica propagandistica di ENI negli ultimi anni, per quanto riguarda i suoi progetti di riconversione della produzione di energia da combustibili fossili in energia cosiddetta verde. Capitolo dopo capitolo viene smontato con gli stessi dati e dichiarazioni dell’azienda, la facciata che essa ha messo in piedi tramite tutti i canali d’informazione che si possano conoscere. Non c’è progetto green venduto al pubblico che non abbia qualche scheletro nell’armadio: la capacità narrativa tramite efficaci video e pubblicità è notevole e fa ben capire dove sono finiti i 78 milioni di euro che ENI ha speso per dare al mondo un’immagine di se stessa che è ben lontana dalla realtà. Senza contare che ENI sta facendo accordi con la scuola per introdurre dei corsi formativi rivolti agli studenti sulle questioni ambientali ed energetiche. Dopo i militari, anche questa azienda sta cercando di formare a suo uso e consumo la futura e potenziale classe dirigente entrando nelle classi delle scuole del nostro paese. La sua visione deleteria e criminale, la troviamo propedeutica per due motivi: il primo è legato al fatto di creare, o meglio di opprimere, nelle menti dei giovani un pensiero su temi così complessi che porti all’annullamento dello spirito critico; il secondo, che solo tramite l’intervento dello Stato e delle sue aziende più o meno private si possa intervenire nella complessità della realtà. Il pensiero libero viene sradicato nel momento in cui è più florido, cioè nella mente di ragazzi e ragazze che si approcciano alla vita. Forse questi signori sanno che andando avanti così il futuro non è roseo, e come dimostrano le recenti sommosse americane, cilene, francesi, libanesi, irachene, hongkonghesi, c’è una parte dei giovani che ha molte motivazioni per ribellarsi a chi del futuro vuole farne una catena avvelenata. Criticare apertamente problemi ampi come l’inquinamento e il consumo e produzione di energia è fondamentale per tutti, ma porlo in modo radicale è fonte di paure per le multinazionali e per lo Stato e quindi va stroncato sul nascere, intervenendo, come dicevamo sopra, alla radice di una possibile nascita di nuovi individui liberi e non addomesticati.