Category Archives: Progetti di guerra messi a nudo

Guerra alla Libia con settecento super bombe italiane

di Antonio Mazzeo

“Le operazioni condotte nel 2011 sui cieli libici hanno rappresentato per l’Aeronautica Militare italiana l’impegno più imponente dopo il 2° Conflitto Mondiale”. È orgogliosissimo il Capo di Stato maggiore delle forze aeree, generale Giuseppe Bernardis. L’Italia repubblicana ha conosciuto i teatri di guerra dell’Iraq, della Somalia, del Libano, dei Balcani, dell’Afghanistan e del Pakistan, ma mai avevamo sganciato tante bombe e tanti missili aria-terra come abbiamo fatto in Libia per spodestare e consegnare alla morte l’ex alleato e socio d’affari Muammar Gheddafi. Una guerra record di cui però è meglio non andare fieri: secondo i primi dati ufficiali – ancora parziali – i nostri cacciabombardieri hanno martoriato gli obiettivi libici con 710 tra bombe e missili teleguidati. Cinquecentoventi bombe e trenta missili da crociera a lunga gittata li hanno lanciati i “Tornado” e gli AMX dell’Aeronautica; centosessanta testate gli AV8 “Harrier” della Marina militare. Conti alla mano si tratta di quasi l’80% delle armi di “precisione” a guida laser e GPS in dotazione alle forze armate. Un arsenale semi-azzerato in poco più di centottanta giorni di conflitto; il governo ha infatti autorizzato i bombardamenti solo il 25 aprile 2011 (56° anniversario della Liberazione) e la prima missione di strike in Libia è stata realizzata tre giorni dopo da due caccia “Tornado” decollati dall’aeroporto di Trapani Birgi.
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Asse militare tra Roma e Berlino con missili e droni

di Antonio Mazzeo

Sistemi missilistici e satellitari, apparati per le guerre elettroniche, bombe e munizioni “intelligenti”, aerei e velivoli terrestri senza pilota. Dal prossimo anno, piccole, medie e grandi industrie d’Italia e Germania avvieranno progetti congiunti di sviluppo dei più avanzati strumenti di guerra. Il 16 dicembre, è stato firmato a Berlino un accordo di collaborazione strategica tra la Federazione delle industrie italiane per la difesa e la sicurezza (AIAD) e la BDSV, l’omologa associazione tedesca del comparto militare. L’accordo che punta a promuovere la ricerca, la progettazione e la produzione di tecnologie belliche aerospaziali, navali e terrestri, è stato messo a punto dopo mesi di negoziati fra i rappresentanti dei ministeri della Difesa dei due paesi, con il supporto dei manager delle maggiori holding industriali. E segue di pochi giorni la lettera d’intenti firmata dai ministri della difesa, Giampaolo Di Paola e Thomas de Maizière, che prefigura, insieme ai nuovi progetti dei mercanti d’armi, una più stretta cooperazione operativa tra le forze armate italiane e tedesche.
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Strategie di contro-insurrezione

Complessa operazione aerea di tre UAV (aerei senza pilota) in Piemonte
Il 30 settembre scorso si è svolta la dimostrazione finale del progetto SMAT (Sistema di Monitoraggio Avanzato del Territorio) FASE1 che ha visto, tra Cuneo-Levaldigi, Benevagienna e Torino, tre diversi UAV operare contemporaneamente e in modo integrato nello spazio aereo civile italiano, in missione di monitoraggio del terreno, decollando ed atterrando su un aereoporto civile. Per la prima volta in italia, l’ENAV e l’ENAC hanno concesso il permesso di volo da e su un’area civile.
Il progetto  SMAT FASE 1, a quanto dicono, ha lo scopo di studiare, sviluppare e testare un sistema complesso di sorveglianza del territorio e supporto delle operazioni a terra per la prevenzione delle catastrofi naturali, la gestione dell’emergenza e la protezione del territorio.
Fondamentale l’integrazione e il coordinamento in tempo reale dei sistemi aerei con le autorità e gli enti locali preposti (Protezione civile, Questura, Prefettura ). Il progetto SMAT FASE 1, cofinanziato dalla regione Piemonte con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è stato sviluppato dall’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) costituita da Alenia Aereonautica, Selex Galileo, Altec, Politecnico di Torino, UNITO, Istituto Mario Boella e una serie di PMI piemontesi: Auconel, Axis, Blue engeneering, Digisky, Envisens e altri.


Sigonella, capitale degli aerei senza pilota USA

di Antonio Mazzeo

Aerei senza pilota a gogò per la base Usa di Sigonella. Dopo l’utilizzo come avamposto per le missioni d’intelligence e bombardamento in Libia dei famigerati droni delle forze armate degli Stati Uniti d’America, dal prossimo anno l’infrastruttura siciliana sarà una dei principali centri al mondo per il comando, il controllo e la manutenzione dei velivoli telecomandati “Global Hawk”, “Predator” e “Reaper”.
È quanto rivelato dal programma delle costruzioni militari di US Air Force per l’anno fiscale 2012, in via d’approvazione dal Congresso. Con codice 141-454 UAS SATCOM Relay Pads and Facility, il piano prevede la spesa di 15 milioni di dollari per installare a Sigonella un sito fornito di antenna, ripetitori e generatori di potenza per supportare le telecomunicazioni via satellite (SATCOM) del Sistema degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System – UAS) e assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività di manutenzione” dei droni (una ventina solo del tipo “Global Hawk”). “Nel nuovo centro saranno installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, attrezzature e macchinari con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori della stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed allarme per supportare il sito per le comunicazioni satellitari”. Continue reading


Il radar anti-migranti nell’inferno di Melilli-Augusta-Priolo

di Antonio Mazzeo

L’ultimo regalo della ex ministra Stefania Prestigiacomo agli abitanti del triangolo della morte Melilli-Augusta-Priolo, l’area a più alto rischio ambientale di tutto il Mediterraneo. Si tratta di uno dei radar acquistati dalla Guardia di finanza in Israele per far la guerra ai migranti, lo stesso che era stato installato nella riserva naturale del Plemmirio, Siracusa, e poi smantellato per non deludere i concittadini-elettori della prima donna dei berlusconiani doc di Sicilia, fortemente preoccupati per le sue potenti emissioni elettromagnetiche.

“Lo trasferiremo da un’altra parte, lontano dai centri abitati”, aveva annunciato la Prestigiacomo. Detto e fatto. Adesso il radar anti-migranti si mostra in tutta la sua pericolosa grandezza puntando al Golfo di Augusta, in cima ad una collina calcarea di località Cugnicello Palombara, nel comune di Melilli, all’interno di quella che sino al 2000 era una delle più importanti stazioni per le telecomunicazioni della Marina militare e delle forze Usa e Nato. Continue reading


Area Spa – Dall’Italia alla Siria, al servizio della repressione

da “bello come una prigione che brucia” [trasmissione di radio blackout]

Mentre la rappresaglia del regime siriano contro i manifestanti ha reclamato più di 3000 vite a partire dal marzo 2011, i tecnici italiani di Area Spa, stanziati sul territorio, sono tuttora particolarmente impegnati a fornire a Bashar Al-Assad il potere di intercettare, scansionare e catalogare potenzialmente ogni e-mail circolante attraverso il paese.

Ad occuparsi di installare il sistema, sotto supervisione di agenti dei servizi segreti siriani, sono appunto gli impiegati della Area Spa, una compagnia con sede nel varesotto, che insieme a Innova, Rcs e Sio, è una delle aziende con le quali il ministero della Giustizia nostrano è indebitato per circa 160 milioni di euro per il servizio di intercettazioni offerto al governo italiano. Fonti che hanno lavorato al programma, riferiscono delle continue pressioni del regime siriano su Area Spa per accelerare i tempi di realizzazione del progetto, vista la necessità di tracciare, identificare ed eliminare il dissenso interno. Il contratto è stato stipulato nel 2009, prima che iniziassero a dilagare le contestazioni, mentre a partire da febbraio di quest’anno, poche settimane prima dell’inizio delle proteste e della sanguinosa repressione, gli impiegati dell’azienda italiana hanno iniziato a muoversi verso Damasco, dove alloggiano in un appartamento nell’area residenziale della capitale. Continue reading


Marina militare ed ENI a difesa del petrolio libico

di Antonio Mazzeo

In guerra per gas e petrolio. Adesso che le forze aeree e navali della “coalizione dei volenterosi” allentano la morsa e le transnazionali dell’energia lanciano la loro campagna d’autunno per dividersi le immense risorse della Libia, i vincitori rivendicano pubblicamente le reali ragioni che hanno spinto  al conflitto contro Gheddafi. A Roma, il ministero della Difesa si sbarazza dell’ipocrita scudo “umanitario” glorificando il ruolo delle forze armate a protezione degli interessi dell’onnipotente ente nazionale per il controllo degli idrocarburi. In un comunicato, il ministero ha rivelato che dal 23 settembre scorso, la nave da sbarco “San Marco” e i corpi d’élite della Marina militare (il Comando incursori e subacquei e il Reggimento San Marco) “sono stati impegnati nella riattivazione dei siti petroliferi e gassiferi, in supporto all’ENI, nelle piattaforme Sabratha e Bouri al largo delle coste libiche”. Le installazioni alimentano il gasdotto Greenstream che, a una profondità di oltre 1.000 metri e con 520 Km di condutture sottomarine, permette di trasportare il gas sino alle coste di Gela, in Sicilia. Continue reading


Il nuovo semovente “Draco”

È stato presentato il nuovo semovente Iveco-Oto Melara “Draco”, concepito per le operazione di “peace- keeping” e di contro-insurrezione.

Il “Draco” è un veicolo blindato ruotato 8 per 8, presentato dalla Oto Melara come la soluzione più adatta alle esigenze militari per le attuali operazioni belliche in contesti urbani e di “peace-keeping”, anche in virtù del ridotto impatto “psicologico” che ha sulla popolazione (risultando molto meno “aggressivo” come linea rispetto agli altri mezzi cingolati di analoghe dimensioni). Il veicolo, dotato di armamento pesante, risulta complementare al tristemente noto “Lince”.

Il “Draco” risponde alle esigenze del ministero della Guerra nell’ambito della difesa d’area di installazioni strategiche o di interesse nazionale (stabilimenti industriali, cantieri, punti sensibili, aeroporti), protezione di basi terrestri o navali, salvaguardia dei check-point e difesa costiera.


Selex Sistemi Integrati (Finmeccanica)…

… ha presentato due prodotti che soddisfano delle esigenze specifiche per le forze di polizia, per l’esercito italiano e per i vigili del fuoco.

Il primo sistema bellico si chiama “Desto”, ed è un’arma ad energia diretta in grado di danneggiare o bloccare il funzionamento degli apparati elettronici.

In sostanza, si tratta di un cannone a microonde indicato dai ricercatori di Finmeccanica per assicurare la protezione intorno ad obbiettivi sensibili, creando una specie di “bolla” elettromagnetica che impedisce ad esempio ad un attentatore di portare a destinazione un’auto bomba. Un sistema così potrebbe anche essere installato a bordo di un’autovettura o di un elicottero delle forze di polizia per bloccare il motore di un veicolo in fuga. Il “Desto” è un disturbatore efficace, che potrebbe avere un ruolo di primo piano nel contrasto agli ordigni improvvisati, agendo sia sull’elettronica degli stessi che sui sistemi di comunicazione utilizzati per attivarli. L’“inibizione” delle comunicazioni elettroniche ed informatiche in una determinata area è un’altra funzione. I punti deboli del “Desto” sono determinati dal limitato raggio d’azione ( 800 m.), e dal fatto che la letalità del sistema d’arma dipende dal tempo di esposizione del bersaglio al fascio di microonde e dall’eventuale presenza di “schermi” che possono proteggere il bersaglio.

Il secondo sistema bellico è denominato “TWS-R”. È un’arma portatile dalle ridotte dimensioni (600 per 320 per 120 mm) e dal peso ridotto (4 Kg), adatto per le forze di polizia, le forze militari e il corpo dei vigili del fuoco. Il “TWS-R” riesce a “vedere” oltre i muri ed è in grado di ricostruire la geometria interna di una stanza o di un edificio e di accertare l’eventuale presenza di persone all’interno dei locali, seguendone i movimenti ed il loro stato di salute. È in grado di rilevare il movimento dello sterno dovuto al respiro di un essere umano.

Il radar di cui è dotato opera in banda S, ha una copertura in azimuth di 150 gradi e i singoli impulsi del radar riescono ad attraversare muri in cemento armato spessi 20-30 cm e ad avere 15 metri di campo visivo oltre gli ostacoli. I punti deboli del sistema sono determinati dall’incapacità del sistema di vedere ordigni nella stanza o trappole.

Il sistema, frutto della ricerca anche di alcuni atenei (come il gruppo Eledia dell’Università di Trento) è pronto per la produzione per le forze di polizia e l’esercito italiano.


La guerra si fa “green”:investimenti per 500 milioni di dollari delle forze armate statunitensi per l’energia solare

Lo scorso 19 Agosto, la Marina Militare degli Stati Uniti ha assegnato un contratto del valore massimo di 500 milioni di dollari a tre aziende (Pacific Energy, Pacific Energy Solutions e Photon Finance) per l’acquisto di energia solare prodotti da sistemi SPGS (Solar power generation systems), costruiti presso le installazioni militari nello Stato delle Hawaii. Lo scopo è quello di ridurre il consumo di energia derivante da combustibili fossili e incrementare quello da fonti rinnovabili. Sottolineando l’impegno della marina statunitense in questa direzione, il vice comandante delle forze navali del Pacifico ha ricordato che “il segretario della Marina Militare ha stabilito che per il 2020 il 50% del consumo totale di energia provenga da fonti alternative, e questo contratto ci aiuta a raggiungere l’obbiettivo”. La stipula di questo contratto evidenzia ancora una volta l’interesse degli Stati a dare un’immagine “ecologica” alle proprie forze armate. In italia, ad esempio, il Green Building Council (un consorzio di ditte e di enti istituzionali operanti nel settore “green”la cui sede nazionale è nella ex Manifattura Tabacchi di Rovereto) ha riconosciuto la patente di “ecosostenibile” ad alcuni edifici militari nella base NATO di Aviano e a quella U.S.A. di Ederle 2 (Dal Molin) a Vicenza. Sempre nel polo tecnologico ospitato negli edifici della ex Manifattura Tabacchi è ospitato il consorzio di ditte “Optoi group”(controllato da Finmeccanica), che si occupa della produzione di sistemi elettronici per i pannelli solari.