Bolzano – Scuole Gianni Rodari: Fuori l’Esercito e la guerra dalla scuola

Tratto da https://oltreilponte.noblogs.org/post/2021/01/04/bolzano-scuole-gianni-rodari-fuori-lesercito-e-la-guerra-dalla-scuola/

Bolzano – Scuole Gianni Rodari: Fuori l’Esercito e la guerra dalla scuola

Oggi come ieri la guerra è sempre stata legata a doppio filo con la propaganda, con l’esigenza di giustificare agli occhi della popolazione l’immenso spreco di risorse sociali ed economiche che viene destinato all’Esercito, un apparato mastodontico che assorbe immense risorse che potrebbero e dovrebbero essere destinate a scuole ed ospedali, per esempio. Un apparato che recluta i propri membri fra le parti più povere della popolazione e che costruisce uomini incapaci di pensare, trasformati in strumenti di oppressione. Una struttura parassitaria che soprattutto oggi, in tempi di pandemia da COVID, richiede per il suo mantenimento una spesa insostenibile a livello di armamenti e mantenimento di missioni militari di guerra all’estero.

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Sigonella, al via i lavori per la nuova megastazione di telecomunicazioni delle forze armate USA

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Sigonella, al via i lavori per la nuova megastazione di telecomunicazioni delle forze armate USA


Entrerà in funzione a Sigonella nella primavera 2024 uno dei principali centri di comunicazione delle forze armate USA a livello mondiale. Il Pentagono ha reso noto di aver firmato il 29 settembre 2020 un contratto per la realizzazione di una nuova Stazione di telecomunicazioni satellitari all’interno della grande base aeronavale siciliana. I lavori sono stati affidati alla Wolff & Muller Government Services Italia S.r.l. di Milano e prevedono una spesa compresa tra i 39 milioni e 700 mila e i 42 milioni di dollari, quasi il 50% in meno di quanto era previsto nel progetto predisposto nel marzo 2019 dal Dipartimento di U.S. Navy e poi autorizzato dal Congresso degli Stati Uniti d’America (77 milioni e 400 mila dollari).

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La NATO e i nuovi gioielli di morte della base di Sigonella

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La NATO e i nuovi gioielli di morte della base di Sigonella


La Nato organizza nuovi sistemi di controllo mondiale. La base di Sigonella è stata scelta come centro di comando e controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico al Medio Oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Intanto alcune della aziende chiamate ai lavori per il nuovo centro AGS Nato ricevono fondi a pioggia dall’Alleanza Atlantica, dalle Agenzie ONU, dalle forze armate per ristrutturare, potenziare, realizzare misure di difesa passiva e attiva, recinzioni armate, sistemi di videosorveglianza, in mezzo mondo… 

Cinque droni per le prossime guerre della NATO. Sono i Phoenix del nuovo sistema di “sorveglianza terrestre” AGS, gioielli di morte del complesso militare-industriale statunitense, schierati da qualche mese nello scalo di Sigonella. La stazione aeronavale siciliana è stata scelta infatti come main base e centro di comando e controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico al Medio oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Per l’ambizioso e costosissimo programma dell’Alleanza Atlantica sono in corso imponenti lavori infrastrutturali che cambieranno il volto di Sigonella. In cantiere la realizzazione di 14 edifici in una superficie complessiva di 26.700 metri quadrati, per ospitare centrali radio, uffici, caserme, hangar e officine di manutenzione dei droni NATO.

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Leonardo-Finmeccanica con Israele per produrre software e componenti dei carri armati USA

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Leonardo-Finmeccanica con Israele per produrre software e componenti dei carri armati USA


Leonardo (ex Finmeccanica) rafforza la propria partnership con il complesso militare-industriale israeliano grazie alle commesse multimilionarie del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America.

Con un comunicato a firma della controllata statunitense dell’holding italiana (Leonardo DRS) e di Rafael Advanced Defense Systems (azienda israeliana produttrice di sistemi di intelligence e telecomunicazione avanzata), è stata annunciata la consegna finale dei sistemi di “protezione attiva” Trophy APS che saranno installati nei carri armati “Abrams” M1A1/A2 MBT dell’Esercito e del Corpo dei Marines USA. Progettato e realizzato in Israele, il sistema Trophy APS ha la funzione di proteggere i veicoli da guerra terrestri da eventuali attacchi simultanei di razzi e missili provenienti da più fonti. Leonardo DRS, partner strategico di Rafael Advanced Defense Systems, ha fornito il caricatore automatico modificato per il Trophy APS.

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L’oscena caccia-triangolazione tra Italia, Grecia e Israele

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L’oscena caccia-triangolazione tra Italia, Grecia e Israele

 


Cinque mesi di negoziati e alla fine il Ministero della difesa greco ha fatto la sua scelta: sarà Elbit Systems Ltd, una delle maggiori aziende dell’agguerrito complesso militare-industriale d’Israele, a fornire i velivoli e i simulatori avanzati destinati alla Scuola di addestramento di volo dell’Aeronautica militare che sarà realizzata a Kalamata, nel Peloponneso. L’accordo, sottoscritto dai vertici militari dei due paesi,  comporterà una spesa da parte ellenica di un miliardo e 680 milioni di dollari; Elbit Systems consegnerà dieci caccia-addestratori M-346, assicurando altresì per i prossimi vent’anni l’addestramento e le relative attività logistiche a favore del personale militare greco.

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Un centinaio di blindati da guerra, il “regalo” miliardario di fine d’anno del governo Conte agli italiani

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Un centinaio di blindati da guerra, il “regalo” miliardario di fine d’anno del governo Conte agli italiani

 


Fine 2020 con il botto per l’Esercito italiano. Il giorno di san Silvestro il consorzio militare-industriale Iveco – Oto Melara ha reso noto di aver firmato con la Direzione Nazionale degli Armamenti del Ministero della Difesa il contratto miliardario per la produzione di 86 esemplari della nuova blindo armata “Centauro 2” (con l’opzione della consegna di altre dieci unità all’Esercito) e la fornitura del relativo supporto logistico integrato e delle attrezzature di officina necessarie alla manutenzione dei veicoli. “Il contratto segna il proseguimento della fornitura iniziale dei primi dieci esemplari acquisiti nel luglio 2018 e garantisce una stabilità di lungo periodo consolidando il presidio di competenze strategiche per il settore terrestre dell’industria nazionale della Difesa e assicurando la continuità produttiva”, riporta la contorta nota delle due aziende.

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ENI rafforza presenza negli Emirati Arabi Uniti con nuove acquisizioni offshore

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ENI rafforza presenza negli Emirati Arabi Uniti con nuove acquisizioni offshore


Negli stessi giorni in cui il Parlamento chiedeva al Governo la proroga della sospensione dell’esportazione di alcuni sistemi d’arma ad Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti per i crimini commessi in Yemen, il colosso energetico ENI – controllato in parte dallo Stato italiano – decideva di espandere la propria presenza in territorio emiratino. A fine dicembre l’azienda italiana ha firmato infatti un contratto per l’acquisizione di una quota del 70% della concessione nel Blocco esplorativo 3, situato nell’offshore nord-occidentale di Abu Dhabi. L’accordo di concessione è stato firmato dal ministro dell’Industria degli Emirati Arabi nonché amministratore delegato dell’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) Sultan Ahmed Al Jaber, dall’Ad di ENI Claudio Descalzi e da Phongsthorn Thavisin, general manager della società petrolifera thailandese PTT Exploration and Production Public Company Limited (PTTEP), anch’essa parte del consorzio con una quota di minoranza.

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Il Pentagono insiste con interventi nel Corno d’Africa. Arrivata la portaerei Nimitz

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Il Pentagono insiste con interventi nel Corno d’Africa. Arrivata la portaerei Nimitz


Le acque più armate e militarizzate del pianeta a fine 2020? Quelle del Corno d’Africa. Il 28 dicembre, l’United States Africa Command, il Comando militare per le operazioni USA nel continente africano ha reso noto il trasferimento a largo della Somalia del gruppo navale d’attacco guidato dalla portaerei a propulsione nucleare “Nimitz” per fornire un sostegno operativo alla Joint Task Force Quartz, la forza di pronto intervento attivata dal Pentagono in Corno d’Africa. Del Nimitz Carrier Strike Group fanno parte oltre alla portaerei “Nimitz” e ai sessanta velivoli da guerra imbarcati (cacciabombardieri, aerei spia, ecc.), gli incrociatori lanciamissili “USS Princeton” e “Philippine Sea” e il caccatorpediniere “Sterett”.

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Finite l’esercitazioni della Brigata Julia in Carnia

Qualcuno in buona fede potrebbe pensare che in questo periodo tutta una serie di attività presumibilmente inutili, come per esempio le esercitazioni militari, siano ferme, che le zone rosse o arancioni valgano un po’ per tutti e tutte i cosidetti cittadini di questo paese. I DPCM varati nelle ultime settimane costringono milioni di persone a non potersi muoversi liberamente, ad essere multate, segnalate, osservate dalle forze dell’ordine. I media di Stato fanno la morale per chiunque si trovi collettivamente in luoghi chiusi o anche aperti, oppure si multa chi osa superare i confini delle varie zone colorate, scelte dai tecnici di Stato che non tengono conto delle vere necessità delle persone. Mentre sempre più persone si chiedono cosa hanno fatto i governanti con i soldi che dovrebbero essere stati investiti nel potenziare la sanità pubblica in previsione del ritorno del virus nelle stagioni fredde, oppure che le persone che hanno perso lavoro ricevessero contributi per sopravvivere, ecco che con una “piccola” notizia si può capire cosa può andare avanti e cosa no in questo periodo, o dove vanno investiti i soldi e dove non vanno investiti.

Le esercitazioni militari sono sempre andate avanti, anche questa primavera, non si sono mai fermate, sia in questo paese che in tutti i continenti, senza contare lo scoppio di nuovi conflitti come in Armenia. I militari di tutti i paesi, compresa l’Italia non hanno mai smesso di sparare, cannoneggiare, distruggere, consumare, inquinare, esercitare uomini e donne a fare quello che deve fare un militare: uccidere.

L’addestramento ed i mezzi tecnologici di un esercito devono sempre essere lubrificati sia con l’indottrinamento, con lo studio, ma sopratutto con il grasso per mortai e cannoni che consumano già tonnellante di acciao e non solo. Tutto questa macchina fa ricchi gli industriali delle fabbriche di armamenti.

In questi giorni si è conclusa al poligono del Monte Bivera l’esercitazione della Brigata Alpina “Julia” di Udine. A questa esercitazione hanno preso parte anche gli alpini del 7° Reggimento di Belluno, gli artiglieri del 3° Reggimento artiglieria terrestre (da montagna) di Remanzacco, oltre al personale del 5° Reggimento alpini di Vipiteno, del Reparto Comando e Supporti Tattici “Julia” di Udine, del 2° Reggimento genio guastatori di Trento e del reggimento Logistico “Julia” di Merano. Inoltre è’ anche avvenuta la sperimentazione del veicolo cingolato per il movimento su terreni innevati BV 206.

Mentre in molti fan sempre più fatica a campare, mentre a milioni di persone vengono rinviate visite mediche importanti, mentre i detenuti e i reclusi nei CPR vengono contagiati nelle carceri, mentre il Presidente della Repubblica Mattarella minaccia chi si rivolta in strada di mandere le esercito al fianco delle Forze dell’Ordine per reprimere chi si ribella, i militari si esercitano. Queste zucche vuote saranno quelle che alla bisogna si schiereranno contro chi vorrà ribaltare questa situazione che sta prendendo una brutta piega. La mimetica sarà ancora una volta dall’altra parte della barricata, e non di certo dalla parte nostra.

Qui sotto un video dell’esercitazione:

https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/11/fvg-esercitazione-alpini-julia-83377f2c-d59b-4c27-a09a-02ac84db8501.html


La salute, signorsì!