Il nemico si prepara

NATO: ADOTTATO IL NUOVO CONCETTO STRATEGICO

 Si è tenuto il 19 e 20 novembre a Lisbona il vertice dei capi di Stato e di governo dei 28 paesi della NATO, con il quale l’alleanza atlantica ha adottato un nuovo concetto strategico che fungerà da “roadmap” per i prossimi dieci anni.

Tra le decisioni più importanti assunte durante il summit, lo sviluppo di nuove capacità per la difesa da minacce emergenti quali i missili balistici, attacchi informatici e gestione delle minacce asimmetriche (leggi: insurrezioni urbane e guerriglie). Continue reading


Rovereto: incendiato un camion dell’esercito

Leggiamo sui quotidiani locali del 3 gennaio che due notti prima, a Rovereto, ignoti hanno appiccato un incendio a un camion dell’esercito nel cortile di un’officina di riparazioni. Le fiamme si sarebbero estese, sempre nel cortile, a due mezzi pesanti vicini. Un pulmino militare, invece, non sarebbe stato incendiato perché l’innesco non si è acceso.


“Una guerra sporca e senza senso”

Così molti giornalisti chiamano adesso l’intervento militare in Aghanistan. Adesso che è morto un altro soldato italiano, un caporal maggiore degli Alpini (Alpini, brava gente…). Per noi era sporca e senza senso da quando è cominciata, nel lontano 2001. Anzi, un senso, a ben vedere, ce l’aveva e ce l’ha: arricchire i capitalisti di casa nostra e rilanciare l’industria bellica italiana, Finmeccanica in testa. Ma quel senso non sembra proprio condiviso dalla popolazione afghana.

Fuori le truppe italiane dall’Afghanistan.


Coda di paglia?

Il 21 dicembre, presso l’università di Povo, si è svolto un convegno di ingegneria a cui ha partecipato anche personale di Finmeccanica. La facoltà trentina è stata letteralmente militarizzata: quattro blindati e vari agenti della polizia politica che si aggiravano nell’università. Alcuni ricercatori e professori hanno denunciato con delle lettere aperte una simile e inedita presenza poliziesca. Il rettore Bassi si è giustificato dicendo che l’allarme era dovuto al precedente di Sociologia, quando una conferenza di militari era stata contestata con fumogeni e vernice rossa, e all’affissione a Povo di manifesti in cui si fa riferimento, dice il Bassi, “a deliranti blog in cui si parla della collaborazione dell’università trentina con l’industria bellica”. Probabilmente questo è uno dei blog “deliranti”. Deliranti? Le nostre informazioni sono tratte proprio dai siti dell’università (cfr. il dossier Una piovra artificiale. Finmeccanica a Rovereto).

Se la collaborazione tra l’università di Trento e l’industria bellica è un’ipotesi “delirante”, perché a un convegno di ingegneria c’era qualcuno di Finmeccanica, il più grosso produttore italiano di armi? Perché c’era la polizia a difenderlo?


NIENTE DI NUOVO

L’ undici novembre del 2009, sul giornale ligure “Il secolo XIX” si accennava ad una possibile avanzata di Fincantieri nel mercato brasiliano, allora il  presidente Lula pensava ad un ammodernamento della flotta militare e di nuove piattaforme petrolifere, tutto questo affianco all’azienda brasiliana Petrobras. Costo dell’operazione: 200 miliardi di dollari che serviranno tra l’altro ad acquistare 40 piattaforme offshore.

All’epoca l’amministratore delegato di Fincantieri Bono, la presidente di Confindustria Emma Mercegaglia e il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola si affannavano nel cercare di inserirsi in questa ghiotta commessa offerta da Lula. Continue reading


Finmeccanica: il grande affare della guerra in Afghanistan

Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica), mediante la sua consociata Alenia North America, ha ottenuto un contratto con l’aviazione USA per la fornitura di 18 aerei da trasporto G 222. L’affare vale 287 milioni di dollari (204 milioni di euro). I velivoli saranno consegnati entro l’anno prossimo. Gli aerei, già dell’Aeronautica italiana, saranno poi forniti alle forze aeree afghane. La commessa riguarda anche parti di ricambio, equipaggiamenti per il supporto a terra e manuali tecnici. “È un ulteriore segnale della forte crescita del nostro gruppo sul mercato statunitense”, ha commentato il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Guarguaglini. Giorni fa la DRS Techologies (gruppo Finmeccanica) si è aggiudicata un contratto da 24 milioni di euro per la prestazione di servizi di supporto informatico e la fornitura del personale per i servizi di rete per i soldati USA nella base aerea di Bagram, in Afghanistan. Inoltre Alenia Aeronautica ha firmato un contratto del valore di oltre 4 milioni di dollari con l’Air Force di Washington per la formazione di piloti e personale addetto alla manutenzione degli aerei G 222.

La guerra in Aghanistan, un buon affare.


D’ora in avanti troverai, nella colonna qui a destra, il dossier scaricabile nella categoria denominata appunto “Dossier su Finmeccanica”

Continue reading

Il dossier su Finmeccanica

Qui puoi scaricare il dossier


Italia-Israele: esercitazione aerea in Sardegna

TEL AVIV – Una esercitazione congiunta di due settimane dell’aeronautica militare israeliana assieme con quella italiana si è svolta dal 16 al 26 novembre in Sardegna. Lo ha reso noto un portavoce militare a Tel Aviv. Il portavoce ha precisato che da Israele hanno preso parte due squadroni di F-15 della base di Tel Nof (a sud di Tel Aviv) e due squadroni di F-16 della base di Nevatim (Neghev). Per la prima volta in esercitazioni del genere è stato impiegato anche un “Eitam” G550, il drone (aereo senza pilota) di maggiori dimensioni costruito finora in Israele. ”L’esercitazione – ha affermato il portavoce – è stata condotta per mantenere le capacità operative dell’Aeronautica militare israeliana e per addestrare gli equipaggi in spazi aerei vasti e non familiari”. Esperienze come questa, ha aggiunto, consentono all’aviazione israeliana di imparare da quelle straniere e di familiarizzarsi con le tattiche militari della Nato. Il portavoce ha rilevato che l’esercitazione era stata programmata da tempo.

All’esercitazione aerea italo-israeliana, chiamata in codice ”Vega 2010”, hanno partecipato oltre 600 militari e 38 velivoli di vario tipo che si sono rischierati nella Base aerea di Decimomannu, sede del Reparto sperimentale e di standardizzazione al tiro aereo.

Per l’Italia hanno partecipato i Tornado ECR del 50/o Stormo, gli F-16 A ”Fighting Falcon” del 37/o Stormo, gli Amx ”Ghibli” del 32/o Stormo, un MB-339A adibito al controllo meteo, e gli Eurofighter ”Typhoon” del 4/o Stormo (tutti di fabbricazione Finmeccanica).


Sotto occupazione militare

Scuola militarizzata: guai ai docenti che non ci stanno

Controlli asfissianti di polizia, onnipresenza dei militari, propaganda martellante e oppressiva. Questo è pressappoco l’immaginario associato a un regime di occupazione militare. Non è forse tanto diverso da quello che accade in certe zone del Sarrabus, Sardegna Orientale economicamente depressa, a ridosso del Poligono Militare Sperimentale del Salto di Quirra (PISQ), la più grande struttura militare dell’Europa occidentale, dedicata all’addestramento e alla sperimentazione dei più moderni e distruttivi ordigni che l’industria degli armamenti sia capace di inventare.

Pazienza se gli espropri, gli addestramenti e le sperimentazioni hanno devastato, impoverito e svuotato questi paesi, pazienza per l’inquinamento, gli ammalati e i morti, pazienza per un futuro rubato, pazienza per i giovani che non trovano alternative all’arruolamento “volontario” per totale mancanza di altre opportunità. Nessuno deve turbare la pax militare in queste terre. Tutto sembra sereno e tranquillo attorno al poligono, ma su questa tranquillità apparente pesa una rete di meschini interessi, ricatti e minacce sottili, legate alle attività dei militari. Chi osa cantare “fuori dal coro” deve essere fermato, non devono esserci complicazioni, problemi o interferenze con le mortifere attività del poligono.

È successo quando un medico, sindaco di Villaputzu, ha denunciato la crescita abnorme dei tumori nelle zone vicine al PISQ: hanno cercato di screditarlo, l’hanno estromesso dall’attività politica, lo hanno messo in condizioni di non nuocere. Continue reading