Trovate qui sotto il pdf di un giornale realizzato da alcuni compagni
di Tradate, Gallarate e Saronno, dedicato in particolare al legame tra
guerra e nucleare attraverso l’onnipresente Finmeccanica.
Monthly Archives: Giugno 2010
Guerra e nucleare
Sentieri di pace o cantieri di guerra?
Venerdì 25 giugno si è tenuta, a Rovereto, la prima serata di “Sentiero di Pace”, un’iniziativa di concerti e interventi di “esperti” di guerra, sponsorizzata dalla Provincia di Trento e seguita in diretta da Rai radio 2. Anche quest’anno un gruppo di antimilitaristi ha voluto sbugiardare l’ipocrisia della Provincia e riaffermare il senso della lotta contro la base militare di Mattarello.
Nel 2008, alla prima edizione di “Sentiero di Pace”, i responsabili della Rai avevano fatto parlare i compagni per togliersi dall’imbarazzo di dover fare una diretta in una sala presidiata dai carabinieri.
L’anno corso una quarantina di compagni provenienti dal campeggio antimilitarista che si stava svolgendo a Trento era riuscita a salire sul palco e a fare un intervento nonostante il tentativo di polizia e security di impedirglielo.
Quest’anno è bastato presentarsi con un enorme striscione (“Blocchiamo la base di Mattarello”) per provocare agitazione tra gli organizzatori: gli agenti in borghese seguivano a gruppi qualunque compagno entrasse nella piazza del Mart. A un certo punto organizzatori del concerto e responsabili della Rai hanno detto a chi volantinava: “Se non cercate di salire sul palco durante il concerto, vi facciamo parlare in diretta”. Visto che non eravamo lì a chiedere nulla e avremmo potuto dire ciò che avevamo da dire senza filtri, abbiamo accettato.
Nell’intervento – durato circa tre minuti – sono stati sintetizzati i contenuti del volantino, ribadendo la necessità dell’azione diretta contro la guerra, fuori da ogni delega a partiti e istituzioni. Nel finale, parlando di guerra ai lavoratori, è stato mandato un caloroso saluto agli operai di Pomigliano d’Arco che hanno rifiutato l’accordo-truffa della Fiat, lanciando un invito alla lotta generalizzata.
Buona la reazione delle centinaia di persone radunate nella piazza (per quel che valgono gli applausi: di per sé molto poco).
Ora alla lotta contro la base militare di Mattarello se ne affianca un’altra, strettamente collegata: quella per impedire l’apertura di un centro di ricerca della Finmeccanica a Rovereto.
SENTIERI DI PACE O CANTIERI DI GUERRA?
Per il terzo anno siamo qui a ripetere che è giusto ricordare le guerre del passato (come la grande carneficina mondiale del 1915-18), a patto di non dimenticare quelle del presente.
Il governo italiano ha le proprie truppe in 21 paesi del mondo, con spese militari in continuo aumento (15 miliardi di euro solo per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35). Ma la guerra – che porta altrove morte e distruzione – ha da tempo le sue ricadute sociali: i soldati pattugliano diverse città italiane, sono già impiegati in Campania a difesa dei cantieri di inceneritori e discariche, e garantiranno in futuro la costruzione delle centrali nucleari…
Ma veniamo più vicino a noi.
Mentre sponsorizza un’iniziativa dal titolo “Sentiero di pace”, la Provincia di Trento finanzia con più di 400 milioni di euro la costruzione di una base militare a Mattarello. Una base il cui scopo è ben preciso: preparare le operazioni di guerra (i militari di stanza nelle caserme di Trento sono già impegnati in Kosovo e in Afghanistan). Il ridimensionamento della “cittadella militare” di cui ha parlato di recente Dellai è una presa in giro. La costruzione provvisoria di alcuni alloggi per ufficiali nella caserma “Pizzolato” di Trento, se salva qualche ettaro di campagna a Mattarello, non sposta minimamente la questione: in ballo sono pur sempre 1600 soldati di professione, aree e territori sottoposti a segreti e a servitù militari.
Questo progetto di guerra non viene da solo.
A Rovereto, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, è previsto un centro di ricerca di Finmeccanica, il più grosso produttore italiano di armi, il settimo a livello mondiale. Per fare un esempio tra i tanti, Finmeccanica ha fornito i suoi famigerati bombardieri senza pilota usati dallo Stato di Israele nel massacro di Gaza.
Nel 2008 la Norvegia ha reciso imbarazzata un contratto con Finmeccanica relativo alle telecomunicazioni perché nello stesso periodo il colosso italiano era impegnato, attraverso uno dei gruppi che controlla (MBDA), nella produzione di missili a testata nucleare per l’esercito francese.
Invece la Provincia di Trento, che tanto si fregia dell’immagine della pace, finanzia addirittura in proprio un progetto del più grande produttore italiano di armi!
Ci dicono che quello di Borgo Sacco sarà un centro di ricerca per le cosiddette energie rinnovabili. Ma a parte il fatto che il confine tra tecnologie civili e tecnologie militari è sempre più labile, il punto è un altro. Finmeccanica fabbrica armi da guerra per il 90% del suo fatturato: collaborare con un simile gigante della morte significa esserne complici.
Ed è proprio questo che noi non vogliamo diventare: complici.
Abbiamo già bloccato in passato camion e ruspe per impedire i lavori
preliminari della base di Mattarello. La partita è ancora lunga.
Fermare i cantieri della guerra è possibile.
BLOCCHIAMO LA BASE MILITARE DI MATTARELLO!
NESSUN CENTRO DI FINMECCANICA A ROVERETO!
Rompere le righe – Rovereto
romperelerighe.noblogs.org
(materiali sulla base di Mattarello, su Finmeccanica, ecc.)
La Vicenza connection delle basi militari USA in Italia
di Antonio Mazzeo
A Vicenza, l’elite politica ed economica dominante ha le idee chiare. “Ormai la nuova base dell’esercito USA al Dal Molin si farà, meglio pertanto abbandonare sterili opposizioni e negoziare con il governo adeguate compensazioni finanziarie ed infrastrutturali” è il succo del pensiero dei promotori di quello che punta ad un nuovo “Patto” trasversale per la città di Vicenza. Una cascata di soldi e di cemento in cambio della trasformazione della città-gioiello del Palladio nella più grande postazione avanzata dell’US Army per le guerre in Africa, Caucaso e Medio oriente. Ma i legami tra il Pentagono e le grandi e piccole imprese vicentine del pubblico e del privato sono solidi e di antica data. Le milionarie commesse militari ne hanno rafforzato il potere economico e la capacità di penetrazione ideologica. Ed oggi esse controllano in posizione di oligopolio il business degli appalti e dei servizi nelle basi USA e NATO dal nord-est alla Sicilia. Continue reading
Imperialismo – Una miniera di motivi per occupare l’Afghanistan
Pochi giorni fa, il presidente federale tedesco Horst Köhler era stato
costretto a dimettersi per essersi fatto fuggire una banale verità sulla guerra
in Afghanistan, un lapsus dimentico della retorica sulla "missione di
pace": «Un Paese delle nostre dimensioni, concentrato sull’export e quindi
sulla dipendenza dal commercio estero, deve rendersi conto che gli sviluppi
militari sono necessari in un’emergenza per proteggere i nostri interessi, ad
esempio per quanto riguarda le rotte commerciali o per impedire instabilità
regionali che potrebbero influire negativamente sul nostro commercio,
sull’occupazione e sui redditi».
Oggi viene diffusa la notizia di "una miniera di buoni motivi" per
continuare a cercare di occupare ed egemonizzare l’Afghanistan, un paese che ha
sempre rappresentato una débacle per qualunque forza imperialista vi abbia
provato negli ultimi due secoli.
fonte: rainews24
Gli Stati Uniti hanno scoperto in Afghanistan un tesoro di giacimenti minerari
che potrebbe radicalmente cambiare l’economia afghana e il corso della guerra.
I giacimenti, secondo il New York Times che cita in proposito alti funzionari
del governo americano, valgono circa mille miliardi di dollari e includono vene
di ferro, rame, cobalto, oro e litio.
"Sono metalli essenziali all’industria moderna e l’Afghanistan un giorno
potrebbe diventare uno dei più importanti centri minerari del mondo",
hanno detto le fonti che hanno chiesto di non essere identificate.
In un memorandum interno del Pentagono si afferma ad esempio che l’Afghanistan
potrebbe diventare "l’Arabia Saudita del litio", un materiale
indispensabile nella produzione di batterie per i lap-top e i blackberry.
La vasta scala di ricchezze minerarie afghane è stata scoperta da un piccolo
team di esperti del Pentagono e da geologi americani. Il governo afghano e il
presidente Hamid Karzai sono stati informati di recente, hanno indicato le
fonti.
Il responsabile del Central Command, generale David Petraeus, ha conferma è
l’esistenza dei giacimenti in una intervista al New York Times: "Il
potenziale è enorme. Ci sono molti se, ma in ogni caso è una scoperta
significativa".
“Qui la guerra è quotidiana”
Una lettera dalla Palaestina
(…). Israele ha rinchiuso un’intera
popolazione in una grande prigione a cielo
aperto chiamata
Cisgiordania e Gaza, uccide regolarmente bambini che lanciano
sassi,
imprigiona arbitrariamente, tortura, supporta i coloni che
terrorizzano
la popolazione con minacce e violenze di ogni tipo.
(…) All’esercito israeliano,
ai suoi comandanti e ai suoi politici
non gliene frega assolutamente un cazzo
della vita di 4 milioni di
palestinesi, come non gliene frega nulla di tutti
coloro che
cercano di supportare la lotta dei palestinesi o di alleviare
per
quanto possibile le loro sofferenze: qui l’ideologia del
terrorismo è dentro
ad ogni discorso di ogni politico o militare
israeliano fino a raggiungere il
ridicolo. Continue reading
Genova – Imbrattato il palazzo dell’esercito
Apprendiamo dai
media che la sede del comando militare di Genova è stata imbrattata
con uova di vernice e scritte come "L’uomo finisce dove inizia
il soldato", "Quando lo stato uccide l’unica giustizia è
nella rivolta" e "Militari assassini".
4 giugno 2010