lo ha annunciato il Ministro della Difesa Colombiano, Juan Carlos Pinzón
Il recente incontro tra i due paesi dimostra efficacemente come si stiano ampliando gli esempi di riferimento a livello mondiale nel campo della repressione e dell’invasione militare.
Nonostante la distanza di chilometri, le tecniche di lavaggio di immagine per portare la popolazione dalla propria parte risultano le stesse. Primo: fare scudo contro i cattivi, che siano guerriglieri, terroristi talebani, contrabbandieri o narcotrafficanti. Secondo: scovarli e tentare di spezzare le reti di legami come tentano di fare con i ribelli (prigionieri o no) in Italia, o come già fanno in Colombia con i “sovversivi”, secondo il motto “togliere l’acqua al pesce”.
La Colombia, eccellente esempio di come tutt’oggi i paramilitari si sbarazzino dei conflitti sociali facendo sparire migliaia di persone tra i morti ammazzati e le persone costrette a scappare, e l’Italia che, come si annovera nell’articolo, risplende nelle missioni di pace a suon di bombe intelligenti e con l’esempio di mercenari, che, bisogna dirlo, troppo poco spesso mostrano eroicamente al mondo intero “come muore un italiano”.
Effettivamente i contesti sono differenti ma non è difficile immaginare che il tentativo sia quello di esportare ed importare i differenti modelli “positivi” di strategie militari, di tattiche di controllo e di repressione. Di seguito una traduzione di un articolo apparso sul giornale Colombiano “El Espectador”.