Category Archives: Contributi antimilitaristi

nEUROn – Il primo drone europeo by Alenia Aermacchi

Il Neuron compie il primo volo
[…] Il nEUROn, il primo dimostratore tecnologico europeo per un velivolo non pilotato da combattimento, UCAV (Unmanned Combat Aerial Vehicle), ha effettuato il suo primo volo oggi presso la base militare di Istres, in Francia, alla presenza dei rappresentanti dei sei paesi partecipanti al programma (Francia, Italia, Svezia, Spagna, Svizzera e Grecia).

Il nEUROn – che rappresenta un triplice “primato” per l’Europa e per le industrie aerospaziali dei paesi che aderiscono al programma: primo UCAV sviluppato attraverso la cooperazione tra più’ paesi europei, primo velivolo da combattimento “stealth” e primo velivolo da combattimento interamente progettato e sviluppato su di una piattaforma virtuale – aveva effettuato il roll-out lo scorso gennaio dopo cinque anni di progettazione, sviluppo, assemblaggio e prove statiche.

Dopo l’intensa attività di prove motore si è giunti al traguardo del primo volo. Il velivolo sarà ora sottoposto ad un intenso programma di test in volo per un periodo di circa due anni in Francia, Svezia e Italia. Questi test riguarderanno qualità del volo; grado di invisibilità ai radar (stealth); sistemi aria-terra lanciati dal vano di carico interno; integrazione in un ambiente C4i (comando, controllo comunicazione, computer e intelligence) nonché di integrazione di una piattaforma non abitata negli spazi aerei.
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Roma – Università e saperi di guerra: disordini a La Sapienza

fonte: contropiano.org

Gli studenti dell’università La Sapienza provano a interrompere la conferenza su “Armi cibernetiche e processo decisionale” sponsorizzata dal Ministero della Difesa e industrie belliche. La Digos li respinge bruscamente. Quanto “sapere di guerra” circola negli atenei italiani?
Questa mattina un centinaio di studenti dell’università La Sapienza hanno provato a entrare con un blitz alla conferenza annuale dell’Information Warfare dal titolo “Armi cibernetiche e processo decisionale”, evento patrocinato dal Ministero della Difesa e dal Consiglio dei Ministri in collaborazione con grandi mutlinazionali del settore bellico e tecnologico come Finmeccanica, Elettronica e Ibm.
Gli studenti al grido di “fuori la guerra dall’università” hanno provato ad entrare nel Rettorato dove era in corso la conferenza ma sono stati prima spintonati e poi allontanati con i manganelli dagli agenti di polizia presenti a “protezione” dell’evento. Gli studenti hanno allora dato vita ad corteo dentro il maggiore ateneo romano, sono ritornati sotto il Rettorato ed hanno sottoposto ad un fitto lancio di uova i partecipanti al convegno. Continue reading


La guerra comincia qui

Campo antimilitarista dal 12 al 17 settembre 2012 al «GÜZ-Altmark»

Discussioni e azioni contro il centro di addestramento al combattimento della Bundeswher e della Nato.

Nemico dietro la finestra

Copertura, orientamento, fuoco. Rapido come il lampo, il simulatore di duello a raggi laser informa i combattenti su chi ha fatto fuoco e chi è stato colpito, su chi continua l’addestramento e chi resta a terra nella steppa di Saxe-Anhait. L’esercito tedesco e i soldati di praticamente tutti gli eserciti della NATO si addestrano al GÜZ [Gefechts Übungs Zentrum: Centro di Addestramento al Combattimento]-Altmark; lì imparano come assediare e occupare un villaggio in Afghanistan, in Kosovo, o – dopo le analisi della NATO sulle guerre che verranno – in una qualsiasi città del globo. È per questo infatti che nel 2012, sul terreno del GÜZ, comincerà la costruzione di una città di 500 edifici provvista di un aeroporto e di una metropolitana: per addestrarsi alla guerra nei quartieri residenziali, nelle strade di un centro storico, nelle bidonvilles, nelle zone industriali o nei centri commerciali. «Questa città potrebbe essere ovunque sul pianeta», dichiara il Capo operativo del GÜZ. La Bundeswehr (forze armate tedesche), la NATO e l’UE vogliono fare del GÜZ un luogo centrale per preparare i loro interventi nella guerra che conducono a livello globale; per noi quindi si tratta di fare del campo un luogo centrale delle lotte antimilitariste. Tutti coloro che vogliono opporsi alla militarizzazione della società sono dunque i benvenuti. Vogliamo cogliere questa occasione per discutere delle nostre differenti analisi e proposte, per elaborare una strategia contro la loro strategia e sperimentare qualche pratica di sabotaggio della guerra. Poiché è lì dove la guerra comincia che si può fermarla. Continue reading


Enzo Rutigliano, Guerra e società

Dal comunismo di sinistra (in particolare dalle correnti consiliari) alla sinistra “antiterrorista”. Nella traiettoria esistenziale e politica del suo autore è contenuta la miseria del libro che abbiamo tra le mani.

Negli anni Settanta, Rutigliano era uno studioso intelligente di Benjamin, vicino alle posizioni di Korsch, di Mattick, di Pannekoek. Oggi il professore di sociologia sostiene che la sfida, di fronte alla minaccia del “terrorismo islamico”, è quella di conciliare la sicurezza della società liberale con le libertà democratiche. Perché parlarne, dunque? Per due ragioni distinte.
Il secondo capitolo del libro (“Le trasformazioni della guerra nel corso dei secoli”) può assolvere alla modesta funzione di una rapida e chiara rassegna delle forme belliche dall’Iliade alla guerra di guerriglia novecentesca.
Che il modo di combattere (e di teorizzare la guerra) rifletta e modifichi i rapporti sociali di un’epoca non è una novità. Ma è utile – e tutto sommato raro – avere sott’occhio una traccia schematica delle trasformazioni più significative avvenute nell’arte bellica. Omero, Sun Tzu, la falange, la legione, la cavalleria, Machiavelli, le armi da fuoco, Clausewitz, Schmitt, la guerra partigiana, gli attuali contractor: orientarsi tra le epoche e le teorie non è esercizio vano, specie per i rivoluzionari. D’altronde, per capire quanto la falange greca e la legione romana abbiano profondamente (e orribilmente) segnato la storia militare è sufficiente un’esperienza assai contemporanea: una carica della Celere.
Così come nella ricchissima tradizione del pensiero strategico orientale non mancano massime e suggerimenti preziosi anche per i sovversivi di oggi. Ascoltiamo Sun Pin (Metodi militari): “Se si comincia ad applicare una tattica non ortodossa ed essa non suscita una reazione, si vincerà. […] Secondo coloro che studiano la forma, non vi è alcuna cosa che non abbia un nome; e tra le cose che possono essere nominate, non vi è nulla che non possa essere sconfitto”.
Per saper distinguere le tecniche utili al potere e quelle utili ai suoi nemici – e veniamo qui al secondo punto – bisogna tuttavia decidere e conoscere il proprio campo. Decisione e conoscenza che non sono mai neutre.
Infatti, Rutigliano non si limita all’intelligenza del repertorio, dei brani, dei riferimenti. Vuole anche dirci la sua sul “terrorismo”, sul fondamentalismo, sull’Islam radicale, sulla psicologia del kamikaze.
Siamo, come tutti ormai sanno, nell’epoca delle guerre asimettriche. Il capitalismo, per il nostro professore, non c’entra nulla (ma le modalità della guerra non erano inseparabili dalla società in cui maturano?). La globalizzazione tecnologia, questa presunta fatalità storica, permette oggi ad ogni “gruppo terrorista” di sfuggire alla rigidità delle vecchie forme organizzative e di essere allo stesso tempo ovunque e da nessuna parte, precipitando la società democratica nel panico.
Per il sociologo trentino, è il “terrorismo islamico” ad aver scatenato la guerra in Afghanistan e in Iraq, ad avere fatto crescere a dismisura l’industria della sicurezza e ad aver giustificato la spirale del controllo totale. Non solo. La disposizione al martirio dei ragazzi kamikaze avrebbe ben poco a che vedere con le condizioni economiche e sociali delle terre in cui vivono o da cui provengono. La loro “psicologi suicidaria” riflette un forte bisogno di identità abilmente manipolato dai nemici dell’Occidente, ecco tutto.
Che fare, allora? I bombardamenti della Coalizione dei Volenterosi sono stati, secondo Rutigliano, una risposta fin troppo “paziente”.
Quando si confondono così sfrontatamente cause, effetti e pretesti, persino “il nostro razionalismo occidentale non c’è più d’aiuto”. Serve altro: la superstizione fanatica della democrazia.

N.
(tratto dal numero 16 di “Invece”, mensile anarchico)


In Kosovo c’è sempre più NATO

di Antonio Mazzeo

 Dopo tredici anni di amministrazione militare del Kosovo e la spesa di ingenti risorse finanziarie, la NATO riconosce di non essere più in grado, con le forze attuali, di evitare la degenerazione del conflitto tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. Così, alla vigilia delle prossime elezioni politiche in Serbia, il comando generale dell’Alleanza atlantica annuncia che dal primo maggio verrà rafforzato il dispositivo di uomini e mezzi che presidiano strade e villaggi del Kosovo (KFOR – Kosovo FORce). Secondo Bruxelles, saranno quasi 700 gli uomini dei corpi di pronto intervento di Germania e Austria che raggiungeranno la mini-repubblica balcanica dichiaratasi indipendente dalla Serbia nel 2008.

“Nel valutare la situazione odierna, la NATO e l’Unione Europea si sono rese conto che le forze KFOR sul campo potrebbero non essere sufficienti per rispondere in modo appropriato a eventuali incidenti e scontri in Kosovo, legati alle elezioni in Serbia”, ha ammesso il portavoce del Comando centrale militare tedesco, Hauke Bunks. Continue reading


Studenti in gita alla base Nato che arricchì la camorra

di Antonio Mazzeo

 Scuole italiane sempre più armate e militarizzate. Incontri e lezioni in classe con generali ed ammiragli, gemellaggi con i college per i figli dei militari Usa, attività didattiche sponsorizzate da forze armate e Finmeccanica, visite guidate a caserme e basi navali. L’educazione alla guerra è ormai una delle materie più gettonate dai licei, ma nessuno avrebbe mai immaginato che una delle basi radar ad alto impatto elettromagnetico, oggetto degli appetiti della camorra, sarebbe divenuta la meta delle gite primaverili di centinaia di studenti campani.

A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del comune. “La convenzione – spiega il sindaco – prevede la realizzazione di una visita guidata gratuita per i ragazzi frequentanti l’ultimo anno presso la struttura che, sebbene poco nota, costituisce un’eccellenza nell’organizzazione della Difesa Aerea Nazionale”. Continue reading


Il Da Vinci gemellato al MUOStro di Niscemi

di Antonio Mazzeo

 Come rafforzare l’alleanza politico-militare tra Italia e Stati Uniti e nel contempo indebolire il fronte del No all’installazione del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate Usa? Per il Dipartimento di Stato basta gemellare un liceo siciliano con una high school d’oltreoceano e il gioco è fatto. Così, lo scorso 15 febbraio, il Public Affairs Office del Consolato generale degli Stati Uniti di Napoli ha inviato una lettera all’Associazione americana degli insegnanti d’italiano (AATI), istituzione fondata in Canada nel 1924 per promuovere lo studio della lingua e della letteratura italiana nei college e nelle università nordamericane. Oggetto, lo sviluppo di un Sister School Program a Niscemi, la cittadina in provincia di Caltanissetta dove sta per essere installato uno dei quattro terminali terrestri del famigerato MUOStro per le guerre stellari. Continue reading


No all’installazione del sistema militare M.U.O.S. (Mobile User Object System) presso la base militare americana NTRF di Niscemi (CL)

Guerre stellari: ultimo atto.
Hanno già preso il via lo scorso 19 febbraio, le prime opere di movimentazione terra e di predisposizione delle piattaforme per l’installazione del MUOS a Niscemi (per il basamento di cemento armato è al lavoro la Calcestruzzi Piazza, società già comparsa nell’indagine “Mercurio-Atlantide” che non ha ottenuto il certificato antimafia!). Un ulteriore salto di qualità nel perfezionamento del controllo planetario e nella “Guerra Globale al Terrorismo”, oltre ovviamente all’impatto per ora ignoto delle onde elettromagnetiche della stazione radar sulla salute umana e sull’ambiente circostante.

La marina militare statunitense sta installando, in una stazione di telecomunicazioni della Marina USA già funzionante, un sistema di telecomunicazioni satellitare chiamato MUOS (Mobile User Object System) in grado di permettere la comunicazione da ogni parte del globo di tutti gli utenti militari mobili. Le 4 stazioni a terra previste per tutto il pianeta saranno realizzate a Niscemi, Italia – Wahiawa, Hawaii – Norfolk, Virginia – Geraldton, Australia. Il sistema MUOS permette di pilotare a distanza i droni militari (aerei senza pilota), di integrare comandi, centri d’intelligence, radar, cacciabombardieri, missili da crociera, con copertura globale attraverso la connessione con i sistemi terrestri creati appunto dalle MUOS groung station, garantendo il controllo capillare del pianeta e perpetuando così la superiorità offensiva degli Stati Uniti d’America e della Nato. Continue reading


I lavori del MUOS un crimine contro l’ambiente

di Antonio Mazzeo

Un paesaggio da incubo. La collina stuprata, sventrata. Voragini ampie come i crateri di un vulcano. Il terreno lacerato dal transito dei mezzi pesanti, ruspe, betoniere, camion. Recinzioni di filo spinato, tralicci di acciaio. Una selva di antenne. E poi ancora e solo antenne. Terrazzamenti, gli uni sugli altri, per centinaia e centinaia di metri. Uno di essi mostra già evidenti segni di cedimento. Forse per la pioggia dell’ultima coda d’inverno. In cima, tre piattaforme in cemento armato. E un primo blocco di casermette, container in alluminio e i box per i generatori di potenza. Non conoscono soste i lavori di realizzazione, all’interno della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, del terminale terrestre del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare USA. Scempi che si sommano ad altri scempi, l’elogio della follia della guerra, l’estrema profanazione del paesaggio e dell’ambiente. Continue reading


Stretto di Messina a rischio sottomarini nucleari USA

di Antonio Mazzeo

Dall’antichità è ritenuto uno dei corridoi marittimi più pericolosi per la navigazione. Lo Stretto di Messina vanta un triste record d’incidenti e collisioni, eppure continuano ad attraversarlo annualmente più di quindicimila imbarcazioni. Si tratta di superpetroliere, traghetti, navi da crociera e pescherecci, unità container con a bordo rifiuti radioattivi, tossici e nocivi, imbarcazioni da guerra di Stati Uniti d’America ed alleati NATO. E le portaerei giganti e i sommergibili a capacità e propulsione nucleare.

Il 5 aprile scorso l’ultimo transito atomico. Mentre alcuni curiosi assistevano all’attracco nel porto di Messina della nave da crociera “Splendida”, a pochi metri dalla costa è improvvisamente emersa l’inquietante sagoma nera di un sottomarino USA. Stamani la foto dell’hunter killer atomico a passeggio nello Stretto è stata pubblicata in prima pagina dalla Gazzetta del Sud. Continue reading