Prorogata la presenza dei militari nelle città

Confermata la proroga di sei mesi alla militarizzazione delle città italiane. Fino al 31 dicembre saranno 4.250 i militari impiegati per compiti di ordine pubblico: 1.095 per la vigilanza dei Centri di identificazione e di espulsione, 1.467 per le pattuglie cittadine e 1.688 per la vigilanza di siti sensibili come ambasciate o chiese.

Questi i numeri delle principali città: a Torino 135 militari per la vigilanza rispetto al Cie, 56 per le pattuglie e 55 per i siti sensibili; a Milano 70 per il Cie, 300 per le pattuglie e 269 per i siti sensibili; a Bologna 60 per il Cie e 78 per i siti sensibili; a Roma 85 per il Cie, 157 per le pattuglie e 772 per i siti sensibili; a Caserta 180 per le pattuglie e 175 per siti sensibili; a Napoli 125 di pattuglia e 79 per siti sensibili. In Sicilia, 70 militari per il Cie a Caltanissetta e 50 per quelli a Trapani; 35 di pattuglia a Palermo e 25 per i siti; 33 di pattuglia a Messina e 10 per i siti; 61 di pattuglia a Catania e 50 per i

siti.


PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Pubblichiamo queste riflessioni di alcuni compagni abruzzesi su petrolio e nucleare. Nonostante non affrontino direttamente il problema guerra, la militarizzazione della società è sempre sullo sfondo. Le considerazioni sull’autorganizzazione delle lotte hanno una valenza generale. 

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Quando la guerra viene a galla

Succede a volte che la tranquillità ed il quieto vivere delle persone per bene, della gente comune, i cittadini, vengano inspiegabilmente turbati. Dal nulla, cioè dalla pace in cui siamo assopiti, capita di essere investiti da un boato, di andare a sbattere contro un muro, di cadere dentro una buca. E succede davvero. Proprio dal nulla. E allora si presenta il tutto: un tutto che non si voleva, brutto, diverso da quanto ci aspettavamo. Insomma viene disvelata la cruda realtà e vicinanza della guerra.

Già, capita di sentire un boato: nel novembre del 2007 un elicottero americano, modello BlackHawk, durante un’esercitazione sul fiume Piave nel trevigiano, cade e muoiono 4 militari e ne restano feriti 7. Il luogo della “tragedia” si trova a pochi metri da un ponte autostradale che attraversa il fiume. (Cosa sarebbe successo se l’elicottero fosse caduto pochi metri più in là?). Gli abitanti allora cominciano a ricordare che molto spesso i militari statunitensi compiono esercitazioni in quei luoghi e passano pericolosamente a raso terra sulle teste dei pescatori e degli automobilisti. Continue reading


Giornate antimilitariste a Barcellona 24-25-26 settembre

Venerdì 24 sett.

Ateneu Llibertari del Casc Antic, Fonollars 15, Forat de la Vergonya,
Metro L4 Jaume 1

19.00

– Riflessione sull’attuale situazione di militarizzazione della società e su come combatterla: presentazione delle giornate.

– La lotta antimilitarista in Catalogna e nello Stato spagnolo negli anni 90 e l'”obiezione totale”, a cura di un ex-membro del collettivo CAMPI (Col.lectiu antimilitarista pro insubmissió) di Barcellona con la proiezione dei documentari “No vagis a la mili:insumissió” (Barcellona, 1991) e “No hay libertad sin desobediencia” (Barcellona, 1993).

Sabato 25 sett.

Espai Obert, Violant d’Hongria 71 1r, Metro L5 Plaça de Sants y Badal

11.00

– Sabotiamo la guerra dalla base: la lotta contro la base militare di Mattarello (Trento, Italia), a cura di Romperelerighe (Rovereto-Trento, Italia). Continue reading


US Army Vicenza, Africom e il Rwanda: una lezione di cinismo

di Antonio Mazzeo
A Gabiro, 130 chilometri a nord-est della capitale Kigali, sorge la scuola di addestramento fanteria ed artiglieria delle forze armate del Rwanda. Fu aperta nell’aprile del 1994, il fatidico mese in cui un missile terra-aria abbatté l’aereo in cui viaggiavano Juvénal Habyarimana, presidente del Rwanda, e Cyprien Ntaryamira, presidente del Burundi. Con l’assassinio dei due capi di Stato, il Rwanda precipitò in una delle più sanguinose guerre civili della storia. E la scuola militare di Gabiro divenne uno dei principali centri operativi del “Rwandan Patriotic Front/Army”, l’esercito guidato dall’allora generale Paul Kagame, odierno presidente del Rwanda.
Nel presidio di Gabiro fu pure allestito un campo di prigionia per centinaia di militanti Hutu. Molti di essi, non ne uscirono vivi.
Da qualche tempo nella scuola di addestramento di Gabiro operano alcuni ufficiali di US Army Africa, il comando per le operazioni terrestri delle forze armate statunitensi nel continente africano che è stato insediato l’autunno scorso a Vicenza. I militari, congiuntamente ad un contingente dell’esercito britannico di stanza in Kenya, addestrano il personale delle forze armate ruandesi nelle tattiche d’intervento e “bonifica” di aree densamente abitate, quelle sperimentate in Afghanistan ed Iraq dalla 173^ Brigata aviotrasportata USA di Vicenza.
Non è questo l’unico intervento in terra africana del personale di US Army Africa. Continue reading


TECHFOR 2010: TECNOLOGIE PER LA REPRESSIONE

Si è tenuto dal 17 al 20 maggio scorsi, negli spazi espositivi della nuova fiera di Roma, TechFor- Salone internazionale delle tecnologie per la sicurezza.

Ad inaugurare l’evento presenziava il vicecapo della polizia di Stato, il prefetto Paola Basilone, che dopo il taglio del nastro ha visitato gli stand degli espositori.

“La sicurezza nazionale – ha dichiarato Basilone nel suo intervento di saluto – va perseguita attraverso un coinvolgimento di tutte le forze dell’ordine e le tecnologie sono un elemento imprescindibile per garantire la salvaguardia dei cittadini e del territorio. Il connubio tecnologia e sicurezza è diventato ormai un binomio inscindibile”.

La partecipazione del gruppo Finmeccanica.

A Techfor è spiccata la partecipazione delle aziende Finmeccanica: Elsagdatamat, Selex Sistemi Integrati, Selex Galileo.

Elsagdatamat ha esposto la propria offerta di prodotti e soluzioni a supporto del controllo poliziesco: il lettore targhe automobilistiche, i sistemi biometrici, la videosorveglianza, i sistemi per la sicurezza delle comunicazioni e delle reti. L’azienda ha presentato anche il sistema integrato per il controllo delle pattuglie sul territorio fornito ai carabineros del Cile.

Selex Sistemi Integrati ha presentato una sala di controllo per la gestione di grandi eventi che espone la riproduzione video del sistema utilizzato per garantire la sicurezza durante l’ultimo vertice G8.

Nell’ambito dell’ultimo vertice, infatti, la società ha avuto il ruolo di “prime contractor” per la progettazione e l’implementazione di un sistema integrato che ha consentito al dipartimento della protezione civile di presidiare l’evento.

Attraverso diverse strutture, che hanno fatto capo ad un centro di coordinamento, è stato possibile raccogliere, analizzare, coordinare ed integrare tutti i dati provenienti dalle postazioni delle varie risorse dispiegate (ministero dell’Interno, carabinieri, polizia e ministero della Difesa) e dai sensori installati per garantirne la sicurezza.

Selex ha inoltre organizzato un convegno dal titolo Tecnologie abilitanti per la sicurezza: il contributo delle università e dei centri di ricerca.


Rifinanziate tutte le operazioni di guerra

Il Senato ha approvato quasi all’unanimità (con l’esclusione dell’Italia dei valori) la proroga di tutte le missioni di guerra.

Con il sì del Senato, è stato convertito in legge il decreto di proroga e di rifinanziamento delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, in particolare in Afghanistan.

Il decreto stanzia in tutto 1.350 milioni di euro per il finanziamento delle missioni italiane all’estero fino alla fine del 2010. Si tratta di 33 missioni in 21 Paesi, dove al momento del varo del decreto da parte del governo risultavano impegnati 9.295 uomini.

Tra le missioni, la parte del leone la fa quella in Afghanistan, per la quale il governo ha aumentato il budget, portandolo da 310 a 364 milioni. Un aumento legato alla decisione, presa alla fine dello scorso anno dall’esecutivo, di aumentare il contingente italiano di altre 700 unità. Gli uomini di stanza a Herat, che sono oggi 3.300, arriveranno entro la fine dell’anno a circa 4.000 unità.


GUERRA E UNIVERSITA’: NASCE L’INNOVATION TEAM

Uno strumento per promuovere il ruolo di Ricerca e Sviluppo e la cosiddetta sinergia tra azienda (SELEX SISTEMI INTEGRATI-FINMECCANICA) e mondo accademico: è questo l’obbiettivo dell’Innovation Team, una unità nata nell’ambito di Selex Sistemi Integrati e presentata il 19 maggio scorso presso lo stabilimento Finmeccanica di Giugliano in Campania.

Il ruolo di questa unità è quello di individuare tecnologie altamente innovative in collaborazione con le entità tecnico-scientifiche presenti su un territorio (università, centri di ricerca, laboratori, piccole e medie imprese), sfruttando al massimo l’integrazione tra il sistema scientifico e la produzione industriale. Così avanza il militarismo in camice bianco.


ABILI E ARRUOLATI: REALTA’ CIVILI E ONG CON L’ELMETTO NEL NUOVO CONCETTO STRATEGICO N.A.T.O.

L’ammiraglio James G. Stavridis ha presentato il 17 maggio scorso il nuovo concetto strategico dell’Alleanza Atlantica sviluppato per i primi decenni del ventunesimo secolo.

Il documento, che andrà a sostituire l’omologo del 1999, è stato elaborato da un comitato presieduto dall’ex segretario di Stato americano Madeleine Albright e dovrebbe essere approvato durante il summit NATO in programma il prossimo novembre a Lisbona.

Il cardine del nuovo concetto strategico è rappresentato da un diverso approccio alla sicurezza, nel quale realtà pubbliche e private sono chiamate a unire gli sforzi per affrontare le questioni relative alla sicurezza.

Tra i punti salienti del documento, anche l’aiuto alle organizzazioni non governative impegnate nel settore umanitario.

Infine, la comunicazione per la creazione del consenso viene considerata un elemento chiave per il cambio di strategia.


I nuovi triangoli italiani della morte

Triangoli di morte:
Interessanti documenti ufficiali