«I diritti della civiltà»

tratto da finimondo:

Errico Malatesta


«Noi siamo andati in Libia per portarvi la civiltà, col diritto che ci dà la nostra civiltà superiore. Quando un popolo ha bisogno di espandersi, quando ha bisogno di trovar posto per la sua popolazione esuberante e di esercitare la sua potenza di lavoro, ed altrove si trova un territorio che i suoi abitatori sono incapaci di mettere in valore, quel popolo, più intelligente, più sapiente, più energico, più civile in una parola, ha diritto di prender possesso del territorio poco o punto utilizzato, ed imporre il suo dominio alla popolazione che lo occupa. Colla violenza, se non si sottomette volontariamente. Non si ha il diritto di restare barbari, come non si ha il diritto di restare ignoranti».

Così dicono i nazionalisti che si piccano «d’intellettualità»; così diceva ancora ieri uno dei capi repubblicani… libici.
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Genova – Incendiato veicolo Eni

tratto da anarhija.info:

“Noi attacchiamo solo per noi stessi, per fare e rifare un’esperienza intima del rifiuto di questo mondo. Il senso e la consistenza delle nostre vite emergono solo in questi pochi secondi”

Il principale motivo che ci spinge a metterci in gioco, in prima persona, senza farci mettere le spalle al muro dalla paura delle possibili conseguenze repressive, è la consapevolezza che non siamo liberi. Anche se fuori dalle mura di uno schifosissimo carcere, viviamo in un mondo realisticamente paragonabile ad una galera a cielo aperto. Le catene che indossiamo sono in parte accettate come normali necessità, dai più sono percepite alla pari, se non ancora più indispensabili, dei bisogni fisiologici, vedi l’utilizzo di computer, smartphone, mezzi di trasporto… Queste catene ci vengono imposte dall’alto di quello che si rivela sempre più somigliante al “grande fratello” di Orwell. Chi governa sa benissimo di aver svolto un notevole lavoro in termini di distrazioni di massa, bisogni indotti e confusione architettata ad arte per far sì che anche gli oppressi puntino ad essere oppressori, individuando il nemico in chi si trova nel gradino più in basso.
Lo stato sappia che, nonostante tutto, ci saranno sempre individui che non accetteranno il loro delirio di onnipotenza, che non potranno fare a meno di sentire il peso delle catene e di conseguenza si organizzeranno per distruggerle.

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Germania – Incendiata scuola per cani poliziotto

tratto da roundrobin:

Guerra alla polizia! Guerra al sistema degli specisti!

Il 5 giugno, come parte del Fronte di liberazione animale, abbiamo dato fuoco ad una scuola di addestramento per cani poliziotto.

Vediamo la legittimità di quest’azione nel fatto che la polizia, un’istituzione classista, sessista e razzista, non ha il diritto di utilizzare nessun animale come arma di oppressione.

Ricordiamo che la polizia è al servizio del capitalismo, quindi è nostro nemico nella lotta per la liberazione animale e umana.

Con questa azione vogliamo chiarire che noi cresciamo e ci diffondiamo; non solo in numeri ma in strategia; stiamo attaccando i problemi alla radice invece di concentrarsi sui sintomi, e non accettiamo la complicità con la polizia e l’industria di sfruttamento animale.

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Bardonecchia – Domenica notte

tratto da roundrobin:

giugno 2019

Domenica notte é stato danneggiato un mezzo dei carabinieri di
Bardonecchia, in solidarietà ad Anna e Silvia, e per la chiusura della
sezione As2 del carcere.
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Pisa e Livorno – Campagna contro-pubblicitaria ENI (Esportiamo Neo-colonialismo Italiano)

tratto da roundrobin:

giugno 2019

Nei giorni scorsi, sono apparsi a Pisa e a Livorno, una ventina di manifesti contro l’Eni alle pensiline degli autobus e nelle stazioni.
Eni, già famosa per perpetrare il colonialismo italiano in Libia e altri paesi del mondo, avvelena e uccide anche nel nostro territorio. Infatti a Livorno, grazie alla sua raffineria di petrolio, elargisce a piene mani sfruttamento e tumori per tutti.

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Made in France

L’associazione di giornalismo investigativo Disclose ha recentemente diffuso il contenuto di alcuni documenti riservati dei servizi segreti francesi: questi proverebbero la vendita di armi e mezzi militari di produzione francese ad Emirati Uniti e Arabia Saudita, poi impiegate nel conflitto in Yemen. Si parla di Carri Leclerc, aerei Mirage 2000-9, radar Cobra, blindati Aravis, elicotteri Cougar e Dauphin, corvette lancia-missili Baynunah e cannoni Ceasar. I vertici governativi francesi (dal presidente Macron alla ministra della difesa Parly) sostengono che tali armi vengano usate in “posizioni difensive” e di non essere a conoscenza del fatto che possano o meno aver provocato vittime civili “in modo diretto”. Scuse assai deboli di fronte alla portata del conflitto in atto, e contraddette da altre fonti.  Disclose ha anche tracciato le rotte che seguono le esportazioni di armi – ricordiamo che alcuni carichi della compagnia saudita Bahri sono stati recentemente oggetto di blocco in vari porti europei.

Qui di seguito, un breve video che riassume l’inchiesta (sottotitoli disponibili in Francese e inglese selezionando fra le opzioni di YouTube):

 


Genova – Manifesto apparso sui muri


Leonardo vara il drone da guerra Falco Xplorer. I voli sperimentali da Trapani-Birgi

riceviamo e pubblichiamo:

Leonardo (ex Finmeccanica), holding italiana produttrice ed esportatrice di sistemi d’arma, si conferma protagonista nel lucroso mercato internazionale dei droni di guerra. Pochi giorni fa al Paris Air Show, il salone aerospaziale tenutosi a Le Bourget – presente il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – i massimi vertici di Leonardo hanno presentato il prototipo del nuovo velivolo a pilotaggio remoto denominato Falco Xplorer, interamente progettato e realizzato in Italia. Il nuovo drone potrà volare ininterrottamente per 24 ore a una quota operativa di 24.000 piedi, in ogni condizione meteorologica, per svolgere un “ampio ventaglio di missioni, sia di tipo militare che civile-governamentale”. Il prototipo del Falco Xlorer è stato realizzato presso lo stabilimento Leonardo di Ronchi dei Legionari (Gorizia) ed effettuerà i primi test di volo nelle prossime settimane dall’aeroporto di Trapani-Birgi, sede del 37° Stormo dell’Aeronautica militare, già utilizzato come poligono sperimentale del drone da guerra P1HH Hammerhead di Piaggio Aero e Leonardo, con conseguenze a dir poco nefaste per la sicurezza del traffico aereo civile (Birgi è uno dei principali scali italiani per le compagnie low cost). Il nuovo drone dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa entro la fine del 2020. Continue reading


La Bahri Tabuk non attracca a  Marsiglia. Continua la mobilitazione contro la guerra

Dopo Genova anche i portuali di Marsiglia, coordinati dal Syndicat CGT Portuaires et dockers de France et outre-mer, si mobilitano contro la logistica bellica: infatti, l’attracco della nave Bahri Tabuk (gemella della Bahri Yanbu, recentemente bloccata a Genova), che avrebbe dovuto caricare armamenti e munizioni destinati alla guerra saudita in Yemen, è stato impedito.
La Bahri Tabuk è poi salpata in direzione di Cagliari dove, nonostante la mobilitazione di alcuni antimilitaristi, è riuscita durante la notte a caricare degli ordigni per conto dell’ Rwm.

 


Orgosolo – Sardegna: Attaccati i Carabinieri

La notte del 20 Maggio, alcune ore dopo la solenne inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri di Orgosolo, la macchina di un maresciallo viene incendiata proprio davanti alla caserma mentre ad un altra macchina di proprietà di un carabiniere vengono squarciate le gomme. Continue reading