Brema, Germania: Incendiato furgone della Deutsche Telekom e distrutto auto della Siemens

Nella notte dal 29 al 30 di Maggio 2013 abbiamo dato fuoco al parcheggio della Telekom che si trova sulla Mary-Sommerville-Str. (Vicino all’università), per bruciare un veicolo della Telekom.

La Deutsche Telekom è solo una delle tante aziende disumane. Ha acquisito rilevanti quote dell’OTE greca già anni fa, e poi ha cacciato 2.000 persone in un tempo che la Telekom stava facendo enormi profitti. Ha anche intrapreso il ruolo di autorità di sicurezza, con diversi tentativi dell’OTE contro Indymedia Atene, fino a quando la connettività del progetto multimediale al suo server è stato spenta nel mese di Aprile 2013 nell’ambito di minacce ed estorsioni. Indymedia Atene è stata una piattaforma importante soprattutto per le rivolte sociali.

Telekom ha anche il suo posto nella cooperazione civile-militare. La società controllata al 100% di T-System svolge un ruolo chiave nella macchina militare, ed è stata responsabile per il settore della tecnologia della difesa per decenni. Inoltre, la T-System fornisce informazioni e tecniche di comunicazione per l’uso di armi, e si prende cura delle reti telefoniche della Bundeswehr (l’esercito tedesco), così come della comunicazione satellitare militare e dei cavi in ​​fibra ottica nelle navi da guerra.

Allo stesso tempo, nel distretto di Walle, un veicolo appartenente alla compagnia Siemens è stato colpito in un angolo di Brabantstr. con Osterlingerstr., ed è stato reso inutile con bombardamento di vernice.

Siemens è un altro attore nel settore degli armamenti. Ad esempio, ha fatto un contratto con la Bundeswehr e l’IBM al fine di portare in vita il Progetto Ercole. Un aspetto di questo progetto è di sostenere l’esercito tedesco con tecnologie di informazione per la sua attività in materia di amministrazione e di logistica.

Aziende come Deutsche Telekom e Siemens guadagnano profitti con la guerra, la sofferenza, l’estorsione e la soppressione. Questo non sarà accettato.

Siamo solidali con tutte le azioni contro Telekom. Salutiamo i compagni di Atene. Attaccare le corporazioni di armamento e i profittatori di guerra a Brema e ovunque!

LA GUERRA INIZIA QUI – FERMIAMOLA QUI!
gruppi autonomi

 


STOP INFOWAR: fuori la guerra dall’università!

http://officinafisica.noblogs.org/2013/05/31/stop-infowar-fuori-la-guerra-dalluniversita/


Facciamo la festa all’economia. Tre giorni di incontro, discussione, azione a Trento


Manifesto tre giorni

 

 

Pieghevole sulla tre giorni


E’ uscito l’opuscolo “Fotti il sistema – Considerazioni su sistemi integrati e nuove tecnologie”

Per scaricare l’opuscolo e la sua copertina premi qui sotto:

 

Copertina-Fotti il sistema

Fotti il sistema


No Muos – Tre giorni di Lotta!

Manifesto


Cile: mini-droni israeliani per lo spionaggio dei movimenti

La compagnia sionista Blue Bird Aero Systems si è aggiudicata il contratto di acquisto, valutato in tre milioni di dollari, da parte dell’Esercito del Cile del mini UAV [veicolo aereo senza pilota a bordo] SpyLite, secondo quanto racconta un rapporto di Infodifesa emesso da Santiago del Cile. È un’arma utilizzata ampiamente dall’esercito terrorista di Israele nella repressione degli oppositori palestinesi.

Mesi fa, tutto suggeriva che lo Stato Maggiore Congiunto della Difesa Nazionale del Cile avrebbe di nuovo optato per lo Skylark 1LE della Elbit Systems, dato che uno dei requisiti era che il mini UAV dovesse essere compatibile con i veicoli aerei senza pilota di osservazione ed esplorazione strategica di media altezza e di lungo raggio Hermes 900, forniti al Cile lo scorso anno dalla Elbit Sistems. Nonostante ciò, i mini-droni che produce la Blue Bird sono compatibili con i droni convenzionali della Elbit Systems. Ambedue le compagnie sono di Israele, regime mondialmente all’avvanguardia nella produzione di droni.

Caratteristiche dello SpyLite

Secondo la pubblicità, “lo SpyLite è un avanzato Mini-UAS elettrico di grande autonomia indicato nei compiti repressivi, eccellente nel fornire una copertura “aldilà delle colline” o per fare in tempo reale spionaggio visivo a media distanza”. Di  qui viene il sospetto che in realtà saranno usati nella repressione dei mapuche nei boschi araucani, giacché il nemico “naturale” della borghesia cilena, l’Argentina, non può essere raggiunto con questi mini-droni. Continua l’opuscolo:

Lo SpyLite è unico nella sua capacità di volare anche con venti forti e in giorni nuvolosi o di pioggia, assicurando una disponibilità operativa per più di 4 ore e un raggio di comunicazione di più di 50 chilometri. Il sistema SpyLite può essere configurato per essere trasportato in uno zaino, montato su un veicolo o per un uso da basi fisse.”

Grazie alla combinazione di sistemi ottici CCD e IR stabilizzati e ad un software di riconoscimento terrestre, lo SpyLite permette la trasmissione in tempo reale alla stazione terrestre di immagini collegate con il GPS. Questa capacità consente una maggiore conoscenza della situazione (degli attivisti), cosa che contribuisce sostanzialmente al successo delle missioni.”

Il sistema SpyLite presenta in tempo reale soluzioni di appoggio video e su richiesta di mappatura tattica negli spazi aperti, così come requisiti per (compiti repressivi urbani) in applicazioni di ‘mantenimento della pace’ e conflitti di bassa intensità. Il sistema SpyLite ha accumulato migliaia di ore di volo operative al servizio di vari clienti internazionali” e dal 2006 è in uso operativo al Ministero della Difesa del regime israeliano.

Le sue specifiche operative sono le seguenti: Continue reading


Mostra antimilitarista

Mostra antimilitarista che ha accompagnato le proiezioni di aprile presso il Circolo anarchico di Lecce

Guarda la mostra

Scarica la mostra


La multinazionale della morte

Napoli sin dalla sua fondazione è stata considerata un sito strategico di vitale importanza per gli equilibri politico-militari dell’area del Mediterraneo. Non a caso, nei suoi 2500 anni di vita, la città ha visto l’avvicendarsi di decine di eserciti invasori che hanno lasciato tracce indelebili nel tessuto urbano e sociale. Ultimi in ordine cronologico gli Americani, che già dal primo dopoguerra vi si sono installati con varie basi militari.
Nel quartiere di Bagnoli, agli inizi degli anni 50, è stata costruita una cittadella che ospitava il comando delle forze alleate del sud Europa (AFSOUTH) e sull’isolotto di Nisida nel 1971, a poca distanza in linea d’area da Bagnoli, ha trovato posto la base navale del Comando Marittimo Alleato (NAVSOUTH).
Vogliamo ricordare che da questi due siti sono state pianificate e coordinate “importanti” azioni militari come l’invasione dell’Iraq, l’operazione “Unified Protector” in Libia e la missione “Active Endeavour” per il contrasto al terrorismo e al traffico d’armi.
Da qualche mese a questa parte queste due aree sono state dismesse e trasferite nel nuovo comando della NATO denominato JFC Naples (Joint Force Command) che si trova nella località di Lago Patria a poche decine di chilometri da Napoli. Una megastruttura che ospita 2300 tra militari e civili di 22 paesi della NATO. Ha un’estensione di 33 ettari e ospita 9 corpi di fabbrica con una stazione satellitare e un centro operativo ad alta tecnologia che gestisce il funzionamento dell’intera struttura e non solo, come vedremo in seguito. Continue reading


Antimilitarismo a Lecce

Il 19 aprile 2013 è stato emesso il giudizio di Appello presso il Tribunale di Lecce per alcuni anarchici salentini che nel 2010, in primo grado, erano stati condannati a un anno di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Avevano rimediato tale accusa per aver esposto uno striscione antimilitarista durante un concerto, difendendolo dal tentativo della Digos di strapparlo via. Il verdetto di Appello è stato di assoluzione per tutti.

Segnaliamo che l’11 aprile 2013 un gruppo di antimilitaristi ha contestato in piazza Sant’Oronzo a Lecce, con uno striscione, volantini e interventi al megafono, una manifestazione di alcune associazioni a favore dei marò Girone e Latorre. Negli interventi, è stata anche ricordata la vicenda che ha portato al processo per lo striscione.
Il giorno prima, c’è stato un intervento di contestazione al Festival del Cinema Europeo a Lecce, nella sezione dedicata ai “Rapporti fra Puglia e Israele”, dove era ospite, fra gli altri, la responsabile alla cultura dell’ambasciata israeliana in Italia: con megafono, striscione e volantini è stata espressa solidarietà ai palestinesi oppressi da Israele (che, tra l’altro, pare non esistano per i documentari proiettati nella rassegna), e ricordato che a Gagliano del Capo (LE) si progetta l’installazione di una antenna radar anti-migranti di fabbricazione israeliana (testata da Israele nel controllo dei territori occupati in Palestina e poi esportata nel resto del mondo). Qui da noi dovrebbe intercettare le imbarcazioni, anche piccole, per gli sbarchi dei “clandestini”.

Un nemico del militarismo


Mostra contro i marò

Mostra marò