CIA: chiesta libertà di azione con gli UAV contro l’insurrezione nello Yemen

La Central Intelligence Agency vuole avere mano libera nel contribuire alla repressione dell’insurrezione della popolazione dello Yemen e ha chiesto l’autorizzazione a colpire, con i velivoli non pilotati, anche presunti “terroristi” di cui non conosce l’identità, basandosi solo su modelli di intelligence che definiscono il comportamento “sospetto” di un individuo. La pratica di legittimare l’assassinio di chiunque si ribelli definendolo come un “pericoloso terrorista” è definita “signature strikes”ed è già stata ampiamente usata in Pakistan. Il direttore della CIA David Petraeus ha chiesto di poterla applicare nello Yemen ufficialmente per la lotta contro Al Qaeda.
Secondo alcune stime, dall’arrivo di Obama alla Casa Bianca, in Pakistan sono stati uccisi con i droni oltre 1500 ribelli, mentre l’intervento armato nello Yemen (sempre celato dietro alla maschera della guerra “mirata”al “terrorismo”) è stato finora più contenuto, con 8 attacchi di droni negli ultimi 4 mesi.


Tecnologie per la contro-insurrezione: micro-UAV per le operazioni militari e di polizia in ambiente urbano.

Come previsto dalle dottrine contro-insurrezionali e per le operazioni militari in ambito urbano elaborate dagli analisti dell’Alleanza Atlantica, i sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle) di dimensioni ridotte per poter essere trasportati all’interno di uno zaino, si stanno diffondendo a velocità esponenziale tra le forze militari e le forze di polizia di molti stati.
Il primo sistema di questo tipo ad essere largamente impiegato è l’RQ-16A T-Hawk  sviluppato da Honeywell in collaborazione con la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).

Questo piccolo velivolo-spia è già stato impiegato dalla società TEPCO (Tokyo Electric Power Corporation) per osservare dall’alto la centrale nucleare di Fukushima, ma era già stato largamente utilizzato in Iraq e in Afghanistan, soprattutto nell’ambito anti-IED (Improvised Explosive Device). L’RQ-16A pesa 8 kg e misura 53,68 cm di larghezza e 58,41 cm di altezza ed è quindi facilmente trasportabile in uno zaino. Può volare in presenza di vento fino a 27 km /h ed ha un’autonomia di 45-50 minuti, con un raggio d’azione di 8-10 km. Può essere impiegato per osservare l’interno di un palazzo attraverso una finestra, ma non può entrarvi non essendo dotato di un sistema anti-collisione ed è molto rumoroso a causa del suo motore a scoppio e può essere sentito in volo fino ad una distanza di 2 km. Questo sistema ha riscosso l’interesse delle forze di polizia dello stato della Florida, visto che la municipalità di Miami ne ha già acquistati un paio per i propri reparti anti-sommossa.
Piuttosto silenzioso e adatto alle operazioni in ambiente urbano è lo Scout, sviluppato dalla canadese Aeryon Labs.

Questo micro-UAV pesa solo 1,3 kg ed è spinto da 4 motori elettrici che lo rendono estremamente silenzioso, operando soprattutto di notte grazie all’impiego di una camera termica stabilizzata su due assi. Il sistema è stato concepito per essere impiegato anche da personale inesperto dopo una brevissima sessione di addestramento. Il suo debutto sul campo è avvenuto con le forze ribelli in Libia, dove è stato impiegato per missioni di ricognizione notturne. Particolarmente pericoloso per la sua silenziosità, per le sue dimensioni ridotte e per la capacità di volare di notte, lo Scout misura circa 80 cm, dispone di un’autonomia di circa 20 minuti e può operare fino a 3 km di distanza anche con venti di 50 km/h.

La capacità di spiare e penetrare negli ambienti chiusi è dell’ AR100B della tedesca AirRobot, già sperimentato in Afghanistan in contesti urbani.

Per evitare il rischio di danni da collisione in ambienti angusti, i rotori sono protetti da una sorta di paraurti che porta il diametro dell’UAV a 1 metro. La batteria ricaricabile garantisce un’autonomia di quasi 30 minuti e il raggio d’azione del velivolo è limitato a 1,5 km.
Gli UAV di Finmeccanica per le forze di polizia

Sviluppato da Selex Galileo, il Drako è un sistema piccolissimo di 70 cm di diametro e dal peso inferiore ai 2 kg. Opera fino a 5 km di distanza da chi lo pilota ed ha un’autonomia di 30 minuti con una velocità massima di 45 km/h. L’azienda lo propone con un sensore elettro-ottico adatto per il giorno e la notte ed è dotato di un sistema automatico anti-collisione che gli impedisce di avvicinarsi a meno di due metri da un ostacolo, il che lo rende adatto a poter spiare anche volando all’interno di edifici.

Più piccolo e compatto è lo Spyball (il nome è indicativo dei compiti di questo micro-UAV), sviluppato alla fine del 2011 dall’UTRI s.p.a. (controllata Finmeccanica). Lo Spyball ha un peso di 1,7 kg e misura solo 35 cm di diametro e 40 cm di altezza, pesa 8 kg, può tranquillamente essere trasportato all’interno di uno zaino ed è adatto a svolgere la sua missione di controllo sia di giorno che di notte. È molto silenzioso perché propulso da un motore elettrico e questa caratteristica, sommata alle ridotte dimensioni del velivolo, lo rendono pressoché invisibile. Le sue dimensioni lo rendono praticamente perfetto per l’impiego in ambiente urbano e per il monitoraggio dei cortei. Selex Galileo lo dota anche di un sistema di guida adatto al volo in ambienti chiusi e all’interno di edifici. Questo UAV si sposta ad una velocità massima di circa 22 km/h con un’autonomia di 30 minuti e può operare fino a una distanza di 12 km da colui che lo guida.

Anche l’ASIO (sempre sviluppato nell’ultimo anno da UTRI s.p.a.) ha prestazioni e caratteristiche simili allo Spyball, ma è pensato soprattutto per missioni in ambienti urbani denominate “Hover and stare” (letteralmente: “appollaiarsi e guardare fisso”). In questo caso il micro-UAV viene fatto posare in un punto sopraelevato (sopra ad un tetto, per esempio) in modo che possa continuare ad osservare la zona d’interesse per un periodo di tempo molto più lungo rispetto all’autonomia di volo, fino a 4 ore.

Questi tre sistemi di Finmeccanica sono da poco disponibili sul mercato, e non è peregrino pensare ad un loro uso prossimo per conto delle forze di polizia dello stato italiano.


Giornalino antimilitarista SA TIRIA

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Strategie di contro-insurrezione: “Attack the network”corso anti-IED dell’esercito italiano.

Realizzato dall’esercito italiano in collaborazione con la NATO e svolto presso il comando della brigata alpina Taurinense, si è concluso nella seconda metà di aprile il quarto corso per la lotta contro l’impiego di ordigni esplosivi artigianali (I.E.D.) denominato “Attack the network”.
La lotta agli IED, secondo gli esperti NATO della contro-insurrezione, non si limita infatti al contrasto diretto, operato sul campo dagli specialisti del genio con moderne tecnologie, ma deve concentrarsi sull’analisi e l’attacco alla rete costituita dal finanziamento e approvvigionamento dei materiali e dalla successiva costruzione e posizionamento degli ordigni.
Il corso si è avvalso di docenti civili e militari provenienti da organi NATO e dal “centro di eccellenza counter IED” costituito nel 2011 a Roma presso il comando del Genio. Le lezioni si sono articolate sulla base di esperienze tratte da conflitti, tenendo in considerazione il fatto che il contrasto agli IED trascende l’ambito militare e impone un approccio globale, multidisciplinare e di cooperazione fra le diverse organizzazioni.
L’addestramento per il riconoscimento degli ordigni rientra nel quadro del complesso ciclo di attività di approntamento che la brigata Taurinense sta conducendo in vista del prossimo impiego in Afghanistan contro la popolazione insorta.


Numero 15 di Birdi ke su porru

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Il funerale della manifattura tabacchi di Rovereto

Domenica 12 maggio, a Rovereto, si è svolta l’inaugurazione del “monumento alla zigherana” all’ex Manifattura Tabacchi. Presenti il sindaco, il presidente di Manifattura Domani, l’assessore all’industria, il parroco… insomma, tutte le autorità. A elogiare lo spirito di sacrificio delle operaie della Manifattura e a raccontare quanto è bello, pacifico, solidale, ecologico  il progetto che si prepara per l’ex fabbrica. Ma non c’erano solo loro a parlare, da un lato, e i cittadini ad applaudire, dall’altro. Un gruppo di ex operai e operaie della Manifattura ha sonoramente contestato chi – come Mario Cossali – ieri ha giustificato la privatizzazione e la chiusura della Manifattura e oggi inaugura un monumento alle sue operaie.
Di seguito il volantino distribuito.

IL FUNERALE DELLA MANIFATTURA TABACCHI DI ROVERETO

Per chi ci ha lavorato per decine di anni, “l’inaugurazione della chiusura della Manifattura”, con relativo monumento, è uno spettacolo inaccettabile. E’ inaccettabile anche per tutto il territorio che sull’attività della manifattura aveva basato, fin dal lontano 1854, la propria economia. Naturalmente nulla contro le zigherane commemorate.
Conosciamo bene alcuni dei commemoratori/trici!… Sono gli stessi personaggi che fin dal 1989 hanno condiviso e sostenuto la privatizzazione di questa azienda pubblica, con il risultato che tutti possono verificare: l’azienda è stata chiusa e delocalizzata.
Questi “bravi” personaggi che, è bene ricordare, sono e/o sono stati politici, sindacalisti locali e nazionali: sono costoro i corresponsabili dello sfascio e, caso più unico che raro, nel marzo 2008 hanno perfino salutato, con un brindisi all’interno dello stabilimento, la sua chiusura. Continue reading


Vittime del terrorismo?

In riferimento all’attacco ad Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (gruppo Finmeccanica), quotidiani nazionali e locali hanno parlato del nostro dossier Una piovra artificiale. Finmeccanica a Rovereto. Il rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi, si è affrettato a dire che l’ateneo trentino ha sì rapporti di collaborazione con Finmeccanica, ma solo in ambito civile.
Come spieghiamo con degli esempi specifici nel dossier, tra “civile” e “militare” non è più possibile alcuna distinzione.
I responsabili di “Manifattura Domani” hanno parlato, per quanto riguarda la presenza al suo interno di ditte legate a Finmeccanica, di “farneticazioni” da parte nostra.
Nel consorzio Habitech (che fa parte del progetto “Manifattura Domani”) troviamo in realtà Neuricam S.p.A. e Optoi Group, entrambe di Eurotech, una controllata di Finmeccanica che produce, tra l’altro, il “cuore elettronico” dei Predator (i droni USA impiegati in Iraq e in Afghanistan). Nel consiglio di amministrazione di Eurotech siedono pezzi da novanta di Finmeccanica, come Giovanni Soccodato, Direttore Centrale Operazioni del gruppo, impegnato in particolare nel progetto degli F-35.
Tutti – politici, giornalisti e sindacalisti – hanno fatto a gara nel parlare di Adinolfi come di una vittima della “follia terroristica” da cui dovrebbe difenderci… l’esercito.
Siamo cocciuti. Continuiamo a definire terrorismo “l’uso indiscriminato della violenza al fine di conquistare, mantenere e difendere il potere” (come un tempo dicevano persino i dizionari).
Terrorismo è contribuire alla nuclearizzazione del mondo.
Terrorismo è produrre armi di distruzione di massa (come i cacciabombardieri F-35, concepiti per trasportare anche ordigni atomici).
Finmeccanica – primo produttore italiano di armi e quinto a livello mondiale – fa tutto questo. E molto di più.
Non abbiamo lacrime per chi mette le proprie “competenze” al servizio della guerra e dell’apocalisse atomica. Le nostre lacrime le abbiamo già versate per i morti e i nati con malformazioni di Chernobyl, per i cancellati di Fukishima, per i bombardati e gli sfollati di Baghdad, di Kabul, di Tripoli, di Jenin.
Rompere le righe


In Kosovo c’è sempre più NATO

di Antonio Mazzeo

 Dopo tredici anni di amministrazione militare del Kosovo e la spesa di ingenti risorse finanziarie, la NATO riconosce di non essere più in grado, con le forze attuali, di evitare la degenerazione del conflitto tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. Così, alla vigilia delle prossime elezioni politiche in Serbia, il comando generale dell’Alleanza atlantica annuncia che dal primo maggio verrà rafforzato il dispositivo di uomini e mezzi che presidiano strade e villaggi del Kosovo (KFOR – Kosovo FORce). Secondo Bruxelles, saranno quasi 700 gli uomini dei corpi di pronto intervento di Germania e Austria che raggiungeranno la mini-repubblica balcanica dichiaratasi indipendente dalla Serbia nel 2008.

“Nel valutare la situazione odierna, la NATO e l’Unione Europea si sono rese conto che le forze KFOR sul campo potrebbero non essere sufficienti per rispondere in modo appropriato a eventuali incidenti e scontri in Kosovo, legati alle elezioni in Serbia”, ha ammesso il portavoce del Comando centrale militare tedesco, Hauke Bunks. Continue reading


EuroGendFor. L’esercito privato della UE è in procinto di partire per la Grecia.

Non tutti conoscono questa unità segreto che risponde al nome di «EuroGendFor». Il quartier generale di questa speciale task force di 3000 uomini si trova a Vicenza, Italia. L’ex ministro della Difesa francese Alliot-Marie ha iniziato la formazione di questa truppa, dopo le sempre più comuni forme di battaglie di strada e saccheggi provocati da giovani in Francia. L’«EuroGendFor» è allo stesso tempo, polizia, polizia giudiziaria, esercito e servizi segreti. Le competenze di questa unità sono praticamente illimitate. Essa deve, in stretta collaborazione con i militari europei, garantire “la sicurezza nei territori di crisi europei”. Il suo compito è principalmente quello di sopprimere le rivolte. Sempre di più Stati membri dell’Unione Europea aderiscono al «EuroGendFor». Continue reading


Studenti in gita alla base Nato che arricchì la camorra

di Antonio Mazzeo

 Scuole italiane sempre più armate e militarizzate. Incontri e lezioni in classe con generali ed ammiragli, gemellaggi con i college per i figli dei militari Usa, attività didattiche sponsorizzate da forze armate e Finmeccanica, visite guidate a caserme e basi navali. L’educazione alla guerra è ormai una delle materie più gettonate dai licei, ma nessuno avrebbe mai immaginato che una delle basi radar ad alto impatto elettromagnetico, oggetto degli appetiti della camorra, sarebbe divenuta la meta delle gite primaverili di centinaia di studenti campani.

A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del comune. “La convenzione – spiega il sindaco – prevede la realizzazione di una visita guidata gratuita per i ragazzi frequentanti l’ultimo anno presso la struttura che, sebbene poco nota, costituisce un’eccellenza nell’organizzazione della Difesa Aerea Nazionale”. Continue reading