Giornalino antimilitarista SA TIRIA

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Eldorado Afghanistan per Finmeccanica

di Antonio Mazzeo

 Il Ministero della difesa ha scelto alcune società del gruppo Finmeccanica per potenziare il livello di protezione delle basi operative e di supporto dei militari italiani in Afghanistan. Il contratto, per un valore poco inferiore ai cento milioni di euro, prevede la fornitura di apparecchiature di sorveglianza che includono i radar uomo-trasportabile “Lyra 10” prodotti da Selex Sistemi Integrati (già acquistati dalla Guardia costiera italiana per la vigilanza a corto raggio dei mari anche in funzione anti-migranti) e diversi sensori elettro-ottici ed acustici di Selex Galileo per la localizzazione delle sorgenti di fuoco.

Le aziende di Finmeccanica garantiranno pure l’installazione di telecamere, posti comando e di guardia per la gestione dei sistemi di sorveglianza di aeroporti e basi e “sistemi robotizzati in versione da combattimento” di Oto Melara. Responsabile del trasporto, installazione, integrazione e gestione di tutti i sistemi sarà Selex Sistemi Integrati. All’azienda di elettronica militare sarà anche affidato il potenziamento del sistema di comando e controllo SIACCON2 dell’Esercito italiano e “dell’infrastruttura connettiva attualmente utilizzata in Afghanistan per ottenere una maggiore efficacia ed interoperabilità”. Continue reading


Nuove tecnologie di controllo sociale: La Panasonic sviluppa un nuovo sistema per l’identificazione degli individui

In occasione del salone Cartes & Identification 2011 di Parigi, lo scorso novembre, Panasonic ha lanciato sul mercato una nuova soluzione per il controllo mobile dell’identità delle persone.
Il sistema è stato studiato per i controlli di frontiera e per l’immigrazione, i pattugliamenti di polizia, esercito e forze private di sicurezza, ed include uno scanner per la rilevazione delle impronte digitali.
Il prodotto è stato progettato per l’uso in mobilità nel corso di controlli d’identità o per verificare gli accessi ad eventi come i giochi olimpici o le partite di calcio.
Come sempre avviene per questi prodotti, il mercato di riferimento non è solo quello dichiaratamente militare, ma Panasonic dichiara che il nuovo identificatore potrà essere utilizzato anche dalle aziende che si occupano di consegna delle merci o nei noleggi auto per il controllo dell’identità del cliente.


In Iraq e anche in Afghanistan lo stato italiano addestra i corpi di polizia alla contro-insurrezione

Si è svolta il 12 novembre 2011, presso il Regional Training Center di Herat (Afghanistan), la cerimonia di chiusura del quarantunesimo corso di polizia di frontiera afghana organizzato e condotto dal personale della Guardia di Finanza della Task Force “Grifo”, attualmente impegnata nelle operazioni belliche su quel fronte. Il corso, della durata di quattro settimane e basato sulle tecniche avanzate di polizia nel contrasto ad attività insorgenti, ha alternato lezioni teoriche ad esercitazioni pratiche, abilitando 12 allievi della polizia afghana. La Task Force “Grifo”, attiva dal 2006, è attualmente composta da circa 20 uomini della Guardia di Finanza che si occupano dell’addestramento della polizia di frontiera afghana. Negli ultimi 5 anni di attività, sono stati addestrati più di 500 poliziotti.


Da falco del Pentagono a supermanager di Finmeccanica

di Antonio Mazzeo

Finmeccanica, holding a capo del complesso militare industriale nazionale, ha scelto l’ex viceministro della Difesa degli Stati Uniti d’America, William J. Lynn, come nuovo presidente e amministratore delegato della controllata DRS Technologies, società produttrice di sistemi elettronici avanzati con sede in New Jersey. Secondo il general manager di Finmeccanica Giuseppe Orsi, la nomina di Lynn è “fondamentale” per rafforzare il ruolo del gruppo nel mercato USA della difesa e della sicurezza e conseguire “un’organizzazione ed una struttura di management più efficienti e competitive”.

A Lynn saranno attribuiti pure i compiti di supervisione delle attività delle altre società di Finmeccanica operanti in nord America (AgustaWestland, OTO Melara, AleniaAermacchi e Selex). Incerto a questo punto il futuro di DRS Technologies. Un anno fa, il consiglio d’amministrazione di Finmeccanica retto da Pier Francesco Guarguaglini era intenzionato a vendere la società e ridurre il deficit della holding valutato intorno ai 4,6 miliardi di euro. Anche il neoamministratore delegato Orsi ha fatto accenno a un piano di ristrutturazione aziendale con la dismissione di comparti “non strategici” per più di un miliardo di euro. Ma con un manager d’eccellenza come mister Lynn, l’azienda statunitense sarebbe tutt’altro che secondaria per i progetti di rilancio di Finmeccanica ed è dunque improbabile una sua cessione a breve termine. Continue reading


Strategie di contro-insurrezione: convegno dell’Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche

Si è svolto il 22 Novembre a Roma, presso il salone centrale dell’ENEA – Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, il workshop dal titolo “Considerazioni sull’applicazione operativa della Direttiva 2008/114/CE” (direttiva europea che si occupa della “sicurezza”delle infrastrutture critiche e delle “grandi opere” per gli stati dell’UE).
I lavori hanno posto l’accento sulla necessità, in questo momento di forti tensioni sociali, di innalzare la qualità e l’efficacia delle infrastrutture critiche. A Roma i principali esperti  di aziende pubbliche e private e del mondo accademico hanno approfondito questa tematica (anche alla luce dei momenti di rivolta dell’estate scorsa contro la TAV in Valsusa) e fatto considerazioni sull’applicazione operativa della direttiva UE.
L’ Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche (AIIC) ha presentato a questo convegno un modello di “Piano di sicurezza dell’operatore”.
“Il piano sicurezza dell’operatore”, ha detto Roberto Setola, segretario dell’AIIC, “tramite un’accurata attività di analisi di rischio e tenendo conto delle leggi e normative vigenti, stabilisce cosa difendere e come difendersi in una visione complessiva di difesa da tutte le minacce: eventi naturali, attacchi deliberati e sabotaggi. In tale contesto l’argomento è di particolare interesse e attualità per prevenire le conseguenze di attacchi terroristici e sabotaggi a tutte quelle infrastrutture che garantiscono il benessere della società moderna.”


Israele si addestrerà alla guerra con i caccia italiani

di Antonio Mazzeo
 
Saranno molto probabilmente gli M-346 “Master” di Alenia Aermacchi i nuovi aerei d’addestramento dei piloti israeliani. Mentre è in atto una pericolosissima escalation militare nelle acque del Golfo Persico e Washington e Tel Aviv preparano congiuntamente la prossima guerra (Iran o Siria?), il quotidiano “Haaretz” rivela che le forze armate israeliane starebbero per assegnare all’industria bellica italiana la commessa di oltre un miliardo di dollari per la fornitura di 25-30 caccia-addestratori “avanzati”. Gli M-346 sostituiranno i vecchi A-4 “Skyhawk” della statunitense McDonnell Douglas, utilizzati dalle “Tigri volanti” del 102° squadrone dell’aeronautica israeliana come velivolo per formare i nuovi piloti dei cacciabombardieri e come mezzo di supporto alla guerra elettronica.
La comunicazione ufficiale del ministero della Difesa è attesa per i prossimi giorni, ma il direttore generale, Udi Shadi, avrebbe già firmato un accordo preliminare con i manager di Alenia Aermacchi durante una sua recente visita in Italia. Dopo l’acquisizione, le attività di addestramento e la manutenzione dei velivoli saranno affidate ad una società privata (“Tor”), di proprietà dei due colossi Elbit Systems Ltd. e Israel Aerospace Industries Ltd.. I velivoli dovrebbero essere schierati nelle basi aeree di Hatzerim e Ovda.
L’M-346 “Master” è un addestratore al combattimento aereo con licenza d’uccidere: può essere armato infatti con due missili AIM-9L “Sidewinder” e con un cannone da 30 mm ed è configurabile per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. Per le sue caratteristiche tecnico-belliche, il velivolo sarebbe stato preferito ai caccia T-50 “Golden Eagle” prodotti dall’industria sudcoreana. In un primo momento, le autorità di Tel Aviv si erano indirizzate verso il paese asiatico e avevano firmato un accordo di cooperazione per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie militari del valore di 280 milioni di dollari. L’annuncio del possibile contratto con Alenia Aermacchi ha ovviamente irritato Seul che adesso minaccia di rivedere la propria politica commerciale con Israele.
Alcuni analisti internazionali sostengono tuttavia che la Corea del Sud avrebbe ancora qualche possibilità di soffiare l’importante commessa all’industria italiana. A ritenere che la competizione tra il “Master” e il “Golden Eagle” sia ancora aperta è in particolare il quotidiano on line statunitense Defense Industry Daily News. “Militarmente parlando – scrive – per performance e capacità di trasporto delle munizioni, l’M-346 ha caratteristiche più vicine allo “Skyhawk”. Per vincere la commessa, Finmeccanica dovrà però fornire garanzie sulla stabilità politica a lungo termine dell’Italia come fornitore, e la sua stabilità economica a lungo temine come acquirente. Il velivolo supersonico T-50 della Corea del Sud offre più alte performance aerodinamiche, e l’esistente integrazione dei sistemi d’armi consentono di operare come un cacciabombardiere del tipo F-16 oltre che da addestratore”. Tel Aviv, in realtà, punta ad avere un velivolo che, in caso di necessità belliche, possa ripetere le prestazioni del vecchio aereo di produzione USA (gli A-4 sono stati utilizzati massicciamente durante la guerra del Kippur nel 1973 e per l’invasione del Libano nel 1982).
Per la scelta del nuovo “addestratore”, Tel Aviv si baserà però principalmente su valutazioni geo-strategiche ed economiche. “Le imprese israeliane hanno fatto ingresso nel mercato coreano con i loro velivoli senza pilota UAV e con gli aerei radar e un ordine dei T-50 potrebbe rappresentare il prossimo passo per rafforzare l’interscambio tra i due paesi”, scrive il quotidiano USA. L’Italia però, potrebbe essere il trampolino per un maggiore posizionamento israeliano sui mercati europei. “Sotto il Primo ministro Berlusconi, le relazioni sono state amichevoli, e l’Italia è stato un alleato di supporto. Israele ha bisogno di lei in Europa, che non è un grande mercato per il settore della difesa, ma è il suo principale mercato per le esportazioni in genere. L’Europa diventa ancora più importante a seguito della scoperta di enormi riserve di gas a largo delle coste israeliane nel Mediterraneo. Quel gas dovrà essere esportato e l’Europa dovrebbe essere la sua area di destinazione”.
Per Defense Industry Daily News, Israele starebbe seguendo con particolare attenzione l’evolversi della situazione politica in Italia dopo la caduta del governo Berlusconi. “Anche se spodestato, l’ex premier manterrà un’influenza significativa attraverso i media italiani. Israele desidererà che le relazioni a lungo termine con Berlusconi, e l’Italia, rimangano buone. Ciò potrebbe essere difficoltoso, date le crescenti ostilità delle sinistre europee contro Israele e gli Ebrei. Ma non impossibile”.
La stipula del contratto con Alenia Aermacchi potrebbe consentire lo sviluppo di “più stretti legami in ambito economico e della difesa” e d’Israele diventerebbe sia “un cliente d’alto profilo per le esportazioni italiane”, che un “fornitore di importanti componenti militari strategiche”. All’orizzonte, infatti, ci sarebbero multimilionarie commesse per il complesso militare industriale israeliano, a partire dalla fornitura di sistemi per le telecomunicazioni satellitari e di aerei senza pilota. Secondo la stampa israeliana, in cambio degli M-346 “Master”, l’Italia si sarebbe impegnata ad acquistare in particolare due aerei AWACS del tipo “Gulfstream 550” CAEW (Conformal Aerial Early Warning) con relativi centri di comando e controllo. Prodotti da Elta e Israel Aerospace Industries, i velivoli sono già operativi con le forze armate d’Israele e Singapore; una variante dell’aereo radar è stato pure fornito a Cile ed India.
In vista dell’affaire, Alenia avrebbe siglato con Israele un accordo preliminare per lo sviluppo di velivoli a pilotaggio remoto e dell’aereo “multi-sensore e multi-missione JAMMS (Joint airborne multisensor multimission system)”, approvato già due anni fa. Il “JAMMS” è un altro dei costosissimi programmi militari approvati dal Parlamento italiano, con voto bipartisan di centrodestra e centrosinistra. Il 10 marzo 2009, il Ministero della difesa italiano ha spiegato ai parlamentari che il “programma pluriannuale” di acquisizione di due velivoli “JAMMS” “risponde alla necessità operativa di sostituire il velivolo SIGINT G-222VS (G222 Versione Speciale), ancora in servizio ma destinato ad essere prossimamente dismesso, nonché all’esigenza di supportare le operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni militari in Patria e fuori dai confini nazionali nel controllo e nella sorveglianza dello spazio multidimensionale del conflitto”. I velivoli, caratterizzati “da avanzate capacità di ricognizione”, incrementeranno “i database delle forze nazionali con i relativi ordini di battaglia elettronici dei paesi di interesse” e supporteranno “la predisposizione delle librerie degli apparati di guerra elettronica”.
 Lo “JAMMS” è composto dalla piattaforma aerea, dal sistema di comunicazione e raccolta informazioni SIGINT-ESM (Signal Intelligence – Electronic Support Measures), dai radar di osservazione ad alta quota per l’individuazione di oggetti in movimento e dal segmento di terra per il processamento e l’analisi dei dati. L’integrazione delle differenti componenti consente di “operare nei tre domini del campo di battaglia: aereo, navale e terrestre”.
Nel valutare le possibili soluzioni esistenti sul mercato internazionale, più di tre anni fa gli esperti del Ministero della difesa indicavano il “Gulfstream G550” come il “velivolo più idoneo al soddisfacimento del requisito operativo”. “Il coinvolgimento di industrie nazionali, allo stato non ancora definito, è previsto per i diversi sottosistemi di bordo”, aggiungeva il report della Difesa. “Il costo stimato del programma ammonta a 280 milioni di euro a valere sul bilancio ordinario della difesa e avrà durata di sette anni, con avvio pianificato a partire dal 2009”. La nota aggiuntiva allo stato di previsione del bilancio della Difesa per l’anno 2009 non indicò però lo stanziamento finalizzato all’acquisizione del sistema “JAMMS”, limitandosi a specificare che esso “sarà oggetto di successiva valutazione di compatibilità/percorribilità”. Che nelle intenzioni dello Stato maggiore e del governo ci fosse già l’intenzione di subordinare l’acquisto degli aerei radar alla vendita dei caccia–addestratori di Alenia Aermacchi ad Israele?
Intanto le aeronautiche militari dei due paesi sembrano aver stretto la più solida delle alleanze. Lo scorso mese di ottobre, gli israeliani hanno inviato i propri caccia F-15 ed F-16 a cannoneggiare e bombardare i grandi poligoni terrestri della Sardegna, nel quadro dell’esercitazione multinazionale “Vega 2011”. Due mesi più tardi è stata la volta dei caccia “Tornado” ed “Amx” dell’Aereonautica italiana a sorvolare il deserto del Negev per partecipare ai war games con la forza aerea partner (“Desert Dusk 2011”). Entro la fine del 2013, inoltre, i grandi aerei da trasporto della nostra aeronautica C27J e C130 e gli elicotteri Eh101 cominceranno ad essere equipaggiati con il sistema di contromisure a raggi infrarossi “Dircm” (Directional infrared countermeasures) co-prodotto dalla italiana “Elettronica” e dalla israeliana “Elbit”. Il contratto avrà durata triennale e comporterà una spesa di 25,4 milioni di euro. L’Aeronautica italiana sarà così la prima forza armata europea a dotarsi di un sistema con tecnologia non americana per la difesa dai Manpads (Man-portable air-defense systems), i missili che possono essere lanciati con sistemi a spalla. A danno dei contribuenti e a beneficio dei piazzisti di morte.


Strategie di contro-insurrezione

L’arma dei carabinieri tiene il primo corso di investigazioni per la nuova polizia irachena

Sono rientrati il 24 Novembre a Baghdad dieci appartenenti all’Iraqui Federal Police reduci da un corso intensivo della durata di due settimane svoltosi in Italia presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative dei carabinieri a Velletri.
I dieci ufficiali e sottufficiali Iracheni sono stati “accompagnati” durante l’intero corso dal colonnello Michele Facciorusso, comandante dei carabinieri della NATO Training Mission Iraq, che dal 2007 ad oggi hanno addestrato oltre 10.000 poliziotti iracheni.
Durante la prima settimana dell’addestramento a Velletri, particolare attenzione è stata posta sulla questione afferente agli IED (ordigni esplosivi artigianali), su come riconoscerli, affrontarli e intervenire nella raccolta delle prove.
Successivamente, l’addestramento si è concentrato sulle modalità di conduzione delle indagini, tra le quali le intercettazioni telefoniche, ambientali, i servizi di pedinamento e la rilevazione di impronte digitali in luoghi chiusi.
Questo corso evidenzia sempre di più il ruolo dell’arma dei carabinieri nell’addestramento delle forze contro-insurrezionali a livello mondiale.


Un anno di guerra

Il 29 dicembre, è stato pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” il Decreto Legge n. 215 sul finanziamento delle missioni militari, approvato nel Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2011. Per la prima volta le missioni militari sono state finanziate per l’intero anno, il 2012, dal 1° gennaio al 31 dicembre, e non per ogni semestre.

La ricetta per uscire dalla “crisi” è molto chiara: la guerra.

In tanto si scopre che per 15 giorni, dal 1° ottobre al 15 ottobre 2011, la missione italiana in Libia (caratterizzata dai maggiori bombardamenti che Lo Stato abbia realizzato dalla Seconda Guerra Mondiale) non era finanziata, il rapporto economico dei militari in missione non in regola, la missione non autorizzata da nessuno, ma, come testimoniano due resoconti settimanali pubblicati dal sito del Ministero della Difesa, il governo ha partecipato alle operazioni militari con personale, mezzi e soprattutto con 7 basi aeree che hanno ospitato 120 aerei stranieri.

Ora questo decreto toglie per 12 mesi ogni problema a un eventuale prossimo governo che potrebbe succedere a Monti. Tutti d’accordo.

Il PD fa finta di scoprire lo “spreco degli F-35” di cui in passato ha sempre sostenuto l’acquisto. Intanto il governo Monti, appoggiato in maniera determinante da parte del centro-sinistra, ha fatto ciò che nessun governo aveva fatto: finanziare le missioni di guerra per l’intero anno.


KEYNESISMO MILITARE?

MENTRE I PROLETARI GRECI TIRANO LA CINGHIA,
I PAPPONI DELL’INDUSTRIA MILITARE FANNO NUOVI AFFARI.

Con buona pace dei redivivi keynesiani, il governo greco non getta tutti i quattrini nel girone infernale della speculazione finanziaria, ma un pochino li destina a un settore produttivo, forse un dei pochi che tira, quello militare.
Circa 3,9 miliardi vanno per 60 Eurofighter, altri 4 miliardi sono per le fregate Made in France e infine 400 milioni per le motovedette, sempre più utili per «scoraggiare» i flussi migratori via mare. Per la modernizzazione della flotta greca, è previsto uno stanziamento altrettanto imponente. Intanto devono arrivare due sottomarini di fabbricazione tedesca.
Per ora, la fanteria si accontenta di poco, chiede solo un po’ di munizioni per i carri pesanti Leopard. Per ora aspetta che arrivino gli elicotteri Apache, di fabbricazione americana.
E intanto, zitta zitta, l’industria bellica tedesca si prepara a far la parte del leone, quando, in marzo, verrà stanziata la seconda tranche di «aiuti» alla Grecia (80 miliardi).