Né la loro guerra, né la loro pace (Giugno 1999)
Monthly Archives: Maggio 2010
A Poggio Renatico il controllo delle forze aeree NATO in Europa
di Antonio Mazzeo
Entro il marzo 2010 la NATO affiderà alla base radar di Poggio Renatico (Ferrara) il controllo dello spazio aereo compreso tra l’Oceano Atlantico e il delta del Danubio e l’eventuale conduzione di raid dei cacciabombardieri alleati in quest’area. La decisione di potenziare ed estendere geograficamente le funzioni dell’infrastruttura militare italiana è stata resa nota a conclusione della conferenza annuale dei comandanti NATO della Regione Sud, tenutasi proprio a Poggio Renatico e a cui ha partecipato, tra gli altri, il generale dell’US Air Force, Maurice L. Mc Fann, comandante supremo della componente aerea dell’Alleanza Atlantica in Europa. Nel corso dei lavori, in particolare, è stata esaminata la nuova struttura dei Comandi aerei NATO che saranno riorganizzati in due soli CAOC (Combined Air Operations Center): Poggio Renatico, appunto, e quello di Larissa in Grecia che assumerà il controllo dell’area sud-orientale europea. “Si tratta del passaggio ad un dispositivo di difesa aerea ancora più integrata”, si legge nel comunicato emesso dalla NATO, “in cui il CAOC di Poggio Renatico sarà responsabile dell’Air Policing, la sorveglianza dello spazio aereo, incluso l’impiego dei velivoli intercettori, anche nei cieli di Portogallo e Spagna, oltre agli attuali paesi di Ungheria, Croazia, Slovenia, Albania e naturalmente Italia”. Sino ad oggi il controllo dello spazio europeo era attribuito a cinque centri operativi CAOC e Poggio Renatico seguiva prioritariamente le operazioni nei Balcani. Continue reading
Ecco le banche armate
Al primo posto c’è UBI Banca
(Unione Banche Italiane) che nel 2009 ha impegnato 1 miliardo e 231
milioni di euro per conto delle industrie italiane che hanno esportato
armi nel mondo. D’altra parte Pietro Gussalli Beretta, vicepresidente
di Beretta Holding Spa, la principale azienda italiana e leader mondiale
nella produzione di armi leggere, siede nel Consiglio di amministrazione
di UBI Banca.
È il primo dato che salta
agli occhi nella relazione annuale della Presidenza del Consiglio sul
commercio delle armi made in Italy.
Alla UBI seguono la Deutsche
Bank con 913milioni di euro, il gruppo italo-francese BNL-BNP Paribas
che ha movimentato 904 milioni di euro.
A seguire circa 20 banche,
sia italiane che estere, con importi assai inferiori.
Fra gli istituti italiani il
gruppo Intesa San Paolo con 186 milioni (a cui però andrebbero
aggiunti anche i 47 milioni della Cassa di Risparmio di La Spezia,
facente
parte dello stesso gruppo) e Unicredit con 146 milioni.
Kabul, Trento, Bergamo e Brescia
Il secondo
Reggimento artiglieria terrestre (alpino) “Vicenza”, che ha sede
alla caserma “Pizzolato” di Trento, ha di recente assunto la
responsabilità
del “comando di piazza nelle città di Bergamo e Brescia” nell’ambito
dell’operazione “Strade sicure 2” voluta dal governo. I militari
– comandati dal colonnello del “Vicenza” Luca Fontana – hanno
lo status di “agenti di pubblica sicurezza”.
Dopo i
territori
della ex Iugoslavia e dell’Afghanistan, ora le strade di Bergamo e
Brescia.
L’indistinzione
tra guerra esterna e guerra interna (a cui corrisponde quella tra nemico
esterno e nemico interno) è ormai evidente, anche a partire dal ruolo
dei militari della sorniona Trento. Ora questi Alpini pattugliano le
strade di Brescia e Bergamo (dove controllano soprattutto gli
immigrati),
domani potrebbero essere usati in Trentino a difesa delle varie nocività
osteggiate dalla popolazione (TAV, inceneritore, base di Mattarello…).
L’impiego
dell’esercito con funzioni di polizia è un fatto estremamente grave,
accettato da tutte le forze politiche, passato nell’indifferenza dei
più (o addirittura tra qualche applauso).
Anche solo
vent’anni fa la presenza di scarponi e mimetiche nelle strade avrebbe
sollevato vive proteste. Adesso c’è solo il silenzio delle pantofole.
Sentirsi
sicuri e protetti dall’uso interno dell’esercito (da sempre
sinonimo e immagine delle dittature) è uno di quei paradossali segni
del tempo presente, in cui la “collettività” è sempre più un
Organismo Televisivamente Modificato (OTM).
C’è da ritenere
che il cosiddetto popolo non ami la libertà. E noi (io e te)?
AFGHANISTAN-CADORE: LA GUERRA A KM. ZERO
Il mese scorso l’italia è stata attraversata da un’ondata di
indignazione
per l’arresto in Afghanistan dei 3 operatori di Emergency: anche nella
nostra sonnolenta provincia ci si è risvegliati ricordandosi
dell’esistenza della guerra, una volta liberati i medici arrestati è
calato di nuovo il
silenzio…
Ma la guerra non si è fermata, né in Afghanistan, né altrove.
Anzi, la logica militare entra sempre di più nelle nostre vite con la
presenza dell’esercito a difesa di discariche, inceneritori, TAV e
presto
anche siti nucleari: in generale tramite tutti i dispositivi razzisti,
di
controllo e repressione come i CIE (lager per migranti).
Proprio in Cadore, a due passi da casa, i militari USA e NATO si
addestrano ad uccidere: l’Afghanistan non è mai stato così vicino…
COME FARE?
SABATO 22 MAGGIO ALLE 16
APPUNTAMENTO ANTIMILITARISTA AL DESIR – FELTRE VIA MONTEGRAPPA
L’insopportabile leggerezza della protesta contro la guerra
L’insopportabile leggerezza della protesta contro la guerra, di Miguel Amorós (aprile 2003)