Tratto da https://radioblackout.org/2021/03/fiere-di-armi-vergognosi-traffici/
Fiere di armi: vergognosi traffici
Stiamo assistendo a un’escalation nel rifornimento di mezzi di morte da parte delle potenze – piccole, medie, grandi – e di test su missili balistici, impieghi di nuove macchine belliche in teatri di guerra locali con lo scopo di collaudarle… parallelamente si sta profondendo altrettanto sforzo promozionale da parte di membri del governo e di figure colluse con la vendita di armi che promuovendo lo sforzo produttivo della filiera bellica, ne esalta gli effetti: l’uso nei paesi relativamente vicini è rivolto al contenimento dell’immigrazione (spesso con una falsa e strumentale equazione fantasiosa con il terrorismo), collaborando con regimi totalitari e fondati sulla sopraffazione e sull’estrazione da giacimenti controllati da Eni, l’altra preziosa industria nazionale; la vendita a nazioni lontane e sotto embargo invece è possibile attraverso triangolazioni con paesi terzi o impiantando società in un paese con minori scrupoli ancora che fabbrica usando brevetti e know-how, smerciando direttamente a massacratori. Come è il caso della bella inchiesta di Atlante delle Guerre, Opla e altri che hanno individuato da una fotografia la dotazione di proiettili “italiani” a Tatmadaw, il famigerato esercito birmano che sta soffocando l’insurrezione contro il golpe del 1° febbraio in Myanmar: un’inchiesta che sta proseguendo quotidianamente ospitata su “il manifesto” e ripresa su “Lettera22”.