Author Archives: romperelerighe

Breve resoconto dell’assemblea a Monza su Eni e dintorni e prossimo appuntamento

Domenica 28 gennaio, al Boccaccio di Monza, si è svolto il quarto appuntamento dell’assemblea cominciata sulla “questione Brennero”. Scopo dell’incontro era ragionare più concretamente su un’iniziativa contro l’ENI da organizzare a Milano, la “sua” città. Tenuto conto di problemi e perplessità, si è deciso di circoscrivere l’iniziativa a una sola giornata. Continue reading


Nemici-Amici: Il rapporto fra YPG e USA si sta rafforzando o sta crollando?

Traduzione a cura di romperelerighe

Col terminare del 2017 e l’autoproclamato califfato del cosiddetto Stato Islamico fatto a pezzi, e le sue forze ampiamente decimate, una nuova era è apparsa all’orizzonte per Siria e Iraq. I due paesi, di cui il primo trasformato nel fronte di una guerra globale per procura nel bel mezzo dei tumulti delle primavere arabe del 2011, ed il secondo violentato da quasi dieci anni e mezzo di guerra sin dall’invasione americana del 2003, sono sembrati sul punto di voltare pagina verso la prospettiva di un futuro più pacifico e stabile.

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Trentino: La caccia alle streghe non ha mai fine

Manifesto affisso sui muri di Trento riguardo il  processo a L’aquila del 22 gennaio contro alcune femministe accusate di diffamazione nei riguardi dell’avvocato Antonio Valentini, difensore dei militari che stuprarono Rosa  il 12 febbraio.


Iveco fornirà 453 mezzi militari alle forze armate tedesche e romene

Iveco Defence Vehicles, marchio di CNH Industrial per i veicoli per la difesa e la protezione civile, ha annunciato due nuovi contratti firmati a dicembre 2017.

Il primo riguarda una commessa da parte di BwFuhrpark Service GmbH per una nuova flotta di automezzi militari medi 4×4 multiuso per l’Esercito tedesco. L’ordine prevede la consegna di 280 automezzi Eurocargo entro il 2018.  Un ulteriore contratto è stato sottoscritto con il Ministero della Difesa romeno, che ha commissionato un ordine di 173 veicoli militari logistici, da consegnarsi entro il 2018.

Negli ultimi dieci anni, Iveco Defence Vehicles ha fornito all’Esercito tedesco circa 1.000 veicoli della sua ampia gamma di prodotti, che sono già stati ampiamente utilizzati in aree operative come l’Afghanistan e il Mali. L’ipocrisia è tale che i mezzi sono Euro 6, quindi rispetteranno le normative sull’inquinamento in Europa. Tra i recenti contratti aggiudicati con le Forze armate tedesche rientrano anche 133 blindati Trakker-8×8.

L’Iveco dimostra per l’ennesima volta la sua responsabilità nelle politiche di guerra degli eserciti europei .

 


Cesena: 2 febbraio, spettacolo teatrale antimilitarista


Zurigo: Attacco incendiario contro il consolato turco

Tratto da roundrobin.info

Durante la notte tra domenica 28/01 e lunedì 29/01 abbiamo dato fuoco ad un’auto nel parcheggio del consolato turco in Weinberg street a Zurigo. Siamo solidali con Rojava ed il cantone di Afrin, che sta venendo attaccato dallo stato NATO della Turchia e dai suoi alleati, le milizie islamiche.
Lo stato turco è sempre stato nemico del progetto avanzato Rojava. Ricordiamo la collaborazione della Turchia con le bande che hanno attaccato Kobane, le schermaglie al confine tra Rojava e Turchia, o l’intervento dello stato turco insieme ai gruppi islamici dell’armata libera siriana per creare una zona tra Afrin ed i cantoni di Kobane e Cizre. L’attacco su Afrin ora è un innalzamento del conflitto ad un nuovo livello militare.

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Contributo alla discussione sulla guerra

Tratto da finimondo.org

di
André Prudhommeaux

Un pericolo immaginario: la guerra dei fascismi contro le democrazie. L’esperienza ha dimostrato che gli uni e le altre erano ben decisi ad ammettere una guerra sola: lo sterminio del proletariato rivoluzionario, per mezzo di tutta la gamma degli espedienti politici, dai più violenti ai più ipocriti (Franco, Negrin).
Un pericolo reale: l’abdicazione morale del proletariato che lascia che lo spoglino dei suoi fini e delle sue aspirazioni, e soprattutto dei suoi metodi e delle sue passioni di classe, per associarsi — nelle idee e nella pratica — ad uno dei clan imperialisti in contrasto.
Osservazione: l’estrema instabilità di questi blocchi imperialisti ci impedisce ogni previsione di qualche durata nel campo delle alleanze. La Russia e la Germania, la Francia e l’Italia, che sono attualmente in campi differenti, sono state alleate ieri e possono ridiventarlo domani. La diplomazia non ha niente in comune con la guerra tra «principi ideologici». Lo sfruttamento dei fattori morali è lasciato ai tecnici della propaganda demagogica e patriottarda, che scoprono sempre le formule necessarie.
Semplice domanda ai partigiani della guerra contro il fascismo: Credete voi che, dato lo stato di degradazione morale in cui si trovano le «democrazie» francese, inglese, americana, ecc., sia nostra funzione il provocare l’allargamento al mondo intero della guerra che combattono in Spagna l’Esercito Rosso di Stalin e le Camicie Nere delle Divisioni italiane?


Letture consigliate

CIVILTA’ DELL’ORRORE

Spesso presentato come il «George Orwell americano», Dwight Macdonald (1906-1982) può esser definito un eretico del marxismo. Irrispettoso della disciplina di partito, fu un accanito anti-stalinista che ruppe anche ogni rapporto col trotzkismo. Nemico del progresso scientifico, in cui non vedeva affatto una premessa di liberazione, sosteneva che un’opposizione radicale a questo mondo dovesse fondarsi sulla tensione etica. Diffidando del passo di marcia delle masse, prediligeva i sentieri dell’individuo.

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Afrin: Gli stati in guerra contro i popoli perderanno

Tratto da roundrobin.info

Afrin appartiene a chi vive ad Afrin. I popoli che vivono ad Afrin sono nati in queste terre e sono morti in queste terre. Vivere là non ha nessun rapporto con piani o programmi. Non sono ad Afrin per motivi strategici. Afrin per loro è l’acqua, il pane, il cibo, il gioco, la storia, gli amici, i compagni, gli amanti, la strada, la casa, il quartiere. Ma per lo stato è solo una strategia. Una strategia che non ha alcuna preoccupazione per Afrin e i popoli che vivono ad Afrin.

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Trento: Iniziativa sulla Libia e le frontiere