Category Archives: Contributi antimilitaristi

Un’altra storia

Riceviamo e diffondiamo:

Un’altra storia

Esiste una storia della lotta contro il MUOS che non è mai stata raccontata. Una storia fatta di persone che qualche anno fa a Niscemi hanno respirato e cospirato insieme per scagliarsi contro la costruzione del M.U.O.S., un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari della marina militare statunitense utilizzato per coordinare in modo capillare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo. E’ una storia che racconta un periodo in cui la possibilità di intersecare la rabbia di ogni singolo individuo per canalizzarla verso forme di lotta e di conflitto concreti sembrava reale. Ma è anche una storia che ricorda, una volta ancora, che se non c’è una visione condivisa sulla critica all’esistente e sui diversi modi per minare gli ingranaggi che lo mantengono in vita, e se non c’è una condivisione sulla necessità e l’urgenza di orizzontalità e di autodeterminazione di ogni singola individualità all’interno di un gruppo di persone, non è possibile percorrere la stessa strada fianco a fianco. Il fine non giustifica i mezzi, se i mezzi non sono condivisi; e i mezzi sono anch’essi parte del fine. Quando una lotta introietta impietosamente le stesse dinamiche di potere “esterne” – che poi tanto esterne non sono – creando una divisione tra “buoni” e “cattivi” (dove i cattivi sono ovviamente le individualità più radicali, più libere e più avvezze ad ogni dinamica di esercizio del potere), è chiaro che non solo i metodi non sono condivisi, ma non lo è neppure il fine in sé. Quando un movimento di lotta tende a romanzare alcune azioni simboliche e autoreferenziali e chi le compie e nel contempo cerca di sotterrare quelle più radicali, dissociandosi e lasciando solo chi si trova a dover affrontare le conseguenze della repressione, hai la certezza assoluta che nulla possa più essere condiviso con certi individui e con certe dinamiche di movimento.

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Lipsia (Germania): incendiate jeep dell’esercito

Lipsia (Germania): incendiate jeep dell’esercito

de.indymedia.org / 1° gennaio 2021

[traduzione da attaque.noblogs.org]

Nella tarda serata del 31 dicembre 2020, abbiamo incendiato sette jeep della Bundeswehr [esercito tedesco], sul parcheggio della Mercedes a Lipsia-Schönefeld. L’esercito merita la nostra attenzione in quanto cassetta degli attrezzi della repressione statale, al pari delle altre istituzioni colpite, questi ultimi anni, in occasione di San Silvestro.
Numerosi argomenti validi posso essere richiamati per criticare la Bundeswehr: fa la guerra («missioni di forza all’estero»). È concepita per far rispettare, con la forza, gli interessi dello Stato tedesco nel mondo intero. Si tratta di una struttura autoritaria, piena di reti di destra e caratterizzata da rapporti machisti. Con la piattaforma militare dell’aeroporto di Lipsia-Halle, la città di Lipsia, che aspira a una buona reputazione, dispone anche di una struttura militare che può operare nel mondo intero.

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Bolzano – Scuole Gianni Rodari: Fuori l’Esercito e la guerra dalla scuola

Tratto da https://oltreilponte.noblogs.org/post/2021/01/04/bolzano-scuole-gianni-rodari-fuori-lesercito-e-la-guerra-dalla-scuola/

Bolzano – Scuole Gianni Rodari: Fuori l’Esercito e la guerra dalla scuola

Oggi come ieri la guerra è sempre stata legata a doppio filo con la propaganda, con l’esigenza di giustificare agli occhi della popolazione l’immenso spreco di risorse sociali ed economiche che viene destinato all’Esercito, un apparato mastodontico che assorbe immense risorse che potrebbero e dovrebbero essere destinate a scuole ed ospedali, per esempio. Un apparato che recluta i propri membri fra le parti più povere della popolazione e che costruisce uomini incapaci di pensare, trasformati in strumenti di oppressione. Una struttura parassitaria che soprattutto oggi, in tempi di pandemia da COVID, richiede per il suo mantenimento una spesa insostenibile a livello di armamenti e mantenimento di missioni militari di guerra all’estero.

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Sigonella, al via i lavori per la nuova megastazione di telecomunicazioni delle forze armate USA

Riceviamo e pubblichiamo:

Sigonella, al via i lavori per la nuova megastazione di telecomunicazioni delle forze armate USA


Entrerà in funzione a Sigonella nella primavera 2024 uno dei principali centri di comunicazione delle forze armate USA a livello mondiale. Il Pentagono ha reso noto di aver firmato il 29 settembre 2020 un contratto per la realizzazione di una nuova Stazione di telecomunicazioni satellitari all’interno della grande base aeronavale siciliana. I lavori sono stati affidati alla Wolff & Muller Government Services Italia S.r.l. di Milano e prevedono una spesa compresa tra i 39 milioni e 700 mila e i 42 milioni di dollari, quasi il 50% in meno di quanto era previsto nel progetto predisposto nel marzo 2019 dal Dipartimento di U.S. Navy e poi autorizzato dal Congresso degli Stati Uniti d’America (77 milioni e 400 mila dollari).

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La NATO e i nuovi gioielli di morte della base di Sigonella

Riceviamo e pubblichiamo:

La NATO e i nuovi gioielli di morte della base di Sigonella


La Nato organizza nuovi sistemi di controllo mondiale. La base di Sigonella è stata scelta come centro di comando e controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico al Medio Oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Intanto alcune della aziende chiamate ai lavori per il nuovo centro AGS Nato ricevono fondi a pioggia dall’Alleanza Atlantica, dalle Agenzie ONU, dalle forze armate per ristrutturare, potenziare, realizzare misure di difesa passiva e attiva, recinzioni armate, sistemi di videosorveglianza, in mezzo mondo… 

Cinque droni per le prossime guerre della NATO. Sono i Phoenix del nuovo sistema di “sorveglianza terrestre” AGS, gioielli di morte del complesso militare-industriale statunitense, schierati da qualche mese nello scalo di Sigonella. La stazione aeronavale siciliana è stata scelta infatti come main base e centro di comando e controllo dei velivoli senza pilota che possono operare dall’Oceano Atlantico al Medio oriente, dal Baltico sino al Sud Africa. Per l’ambizioso e costosissimo programma dell’Alleanza Atlantica sono in corso imponenti lavori infrastrutturali che cambieranno il volto di Sigonella. In cantiere la realizzazione di 14 edifici in una superficie complessiva di 26.700 metri quadrati, per ospitare centrali radio, uffici, caserme, hangar e officine di manutenzione dei droni NATO.

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ENI rafforza presenza negli Emirati Arabi Uniti con nuove acquisizioni offshore

Riceviamo e pubblichiamo:

ENI rafforza presenza negli Emirati Arabi Uniti con nuove acquisizioni offshore


Negli stessi giorni in cui il Parlamento chiedeva al Governo la proroga della sospensione dell’esportazione di alcuni sistemi d’arma ad Arabia saudita ed Emirati Arabi Uniti per i crimini commessi in Yemen, il colosso energetico ENI – controllato in parte dallo Stato italiano – decideva di espandere la propria presenza in territorio emiratino. A fine dicembre l’azienda italiana ha firmato infatti un contratto per l’acquisizione di una quota del 70% della concessione nel Blocco esplorativo 3, situato nell’offshore nord-occidentale di Abu Dhabi. L’accordo di concessione è stato firmato dal ministro dell’Industria degli Emirati Arabi nonché amministratore delegato dell’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) Sultan Ahmed Al Jaber, dall’Ad di ENI Claudio Descalzi e da Phongsthorn Thavisin, general manager della società petrolifera thailandese PTT Exploration and Production Public Company Limited (PTTEP), anch’essa parte del consorzio con una quota di minoranza.

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Finite l’esercitazioni della Brigata Julia in Carnia

Qualcuno in buona fede potrebbe pensare che in questo periodo tutta una serie di attività presumibilmente inutili, come per esempio le esercitazioni militari, siano ferme, che le zone rosse o arancioni valgano un po’ per tutti e tutte i cosidetti cittadini di questo paese. I DPCM varati nelle ultime settimane costringono milioni di persone a non potersi muoversi liberamente, ad essere multate, segnalate, osservate dalle forze dell’ordine. I media di Stato fanno la morale per chiunque si trovi collettivamente in luoghi chiusi o anche aperti, oppure si multa chi osa superare i confini delle varie zone colorate, scelte dai tecnici di Stato che non tengono conto delle vere necessità delle persone. Mentre sempre più persone si chiedono cosa hanno fatto i governanti con i soldi che dovrebbero essere stati investiti nel potenziare la sanità pubblica in previsione del ritorno del virus nelle stagioni fredde, oppure che le persone che hanno perso lavoro ricevessero contributi per sopravvivere, ecco che con una “piccola” notizia si può capire cosa può andare avanti e cosa no in questo periodo, o dove vanno investiti i soldi e dove non vanno investiti.

Le esercitazioni militari sono sempre andate avanti, anche questa primavera, non si sono mai fermate, sia in questo paese che in tutti i continenti, senza contare lo scoppio di nuovi conflitti come in Armenia. I militari di tutti i paesi, compresa l’Italia non hanno mai smesso di sparare, cannoneggiare, distruggere, consumare, inquinare, esercitare uomini e donne a fare quello che deve fare un militare: uccidere.

L’addestramento ed i mezzi tecnologici di un esercito devono sempre essere lubrificati sia con l’indottrinamento, con lo studio, ma sopratutto con il grasso per mortai e cannoni che consumano già tonnellante di acciao e non solo. Tutto questa macchina fa ricchi gli industriali delle fabbriche di armamenti.

In questi giorni si è conclusa al poligono del Monte Bivera l’esercitazione della Brigata Alpina “Julia” di Udine. A questa esercitazione hanno preso parte anche gli alpini del 7° Reggimento di Belluno, gli artiglieri del 3° Reggimento artiglieria terrestre (da montagna) di Remanzacco, oltre al personale del 5° Reggimento alpini di Vipiteno, del Reparto Comando e Supporti Tattici “Julia” di Udine, del 2° Reggimento genio guastatori di Trento e del reggimento Logistico “Julia” di Merano. Inoltre è’ anche avvenuta la sperimentazione del veicolo cingolato per il movimento su terreni innevati BV 206.

Mentre in molti fan sempre più fatica a campare, mentre a milioni di persone vengono rinviate visite mediche importanti, mentre i detenuti e i reclusi nei CPR vengono contagiati nelle carceri, mentre il Presidente della Repubblica Mattarella minaccia chi si rivolta in strada di mandere le esercito al fianco delle Forze dell’Ordine per reprimere chi si ribella, i militari si esercitano. Queste zucche vuote saranno quelle che alla bisogna si schiereranno contro chi vorrà ribaltare questa situazione che sta prendendo una brutta piega. La mimetica sarà ancora una volta dall’altra parte della barricata, e non di certo dalla parte nostra.

Qui sotto un video dell’esercitazione:

https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/11/fvg-esercitazione-alpini-julia-83377f2c-d59b-4c27-a09a-02ac84db8501.html


La salute, signorsì!


Esercitazione militare top secret in Nord Africa della nuova task force USA ospitata in Italia

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Esercitazione militare top secret in Nord Africa della nuova task force USA ospitata in Italia

 


Una maxi-esercitazione militare delle forze di pronto intervento USA di stanza nelle basi italiane si è tenuta segretamente dal 6 al 9 novembre in Nord Africa. A renderlo noto, una settimana dopo, il Comando di U.S. Africom di Stoccarda che sovrintende a tutte le operazioni delle forze armate degli Stati uniti d’America nel continente africano.

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Quel sangue puzza di metano

QUEL SANGUE PUZZA DI METANO

Si riaccende lo storico conflitto tra Armenia e Azerbaijan che negli anni ‘90 provocò oltre 20 mila morti. Una guerra che non interessa a nessuno, tanto meno in un momento di pandemie e restrizioni autoritarie. Eppure quel conflitto ci riguarda da vicino. Una delle ragioni della guerra è anche il passaggio del gasdotto che porta il metano dal Mar Caspio alla Grecia. Lo stesso metano finirà nel Tap e attraverso il Gasdotto Snam, un’opera mastodontica che devasterà quasi 700 km di Appennino, passerà proprio sotto i nostri piedi.
Perché la guerra, la devastazione ambientale, la messa in pericolo di località già sventrate dai terremoti sono parte di uno stesso processo con cui i governi e le multinazionali dominano le nostre esistenze. Non rinunciamo al pensiero critico, nemmeno in un momento come questo!

Parliamone insieme lunedì 26 ottobre, alle ore 17 al Circolaccio Anarchico di Spoleto (viale della Repubblica 1/a)

a seguire… castagne e vino!