Category Archives: Generale

NIENTE DI NUOVO

L’ undici novembre del 2009, sul giornale ligure “Il secolo XIX” si accennava ad una possibile avanzata di Fincantieri nel mercato brasiliano, allora il  presidente Lula pensava ad un ammodernamento della flotta militare e di nuove piattaforme petrolifere, tutto questo affianco all’azienda brasiliana Petrobras. Costo dell’operazione: 200 miliardi di dollari che serviranno tra l’altro ad acquistare 40 piattaforme offshore.

All’epoca l’amministratore delegato di Fincantieri Bono, la presidente di Confindustria Emma Mercegaglia e il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola si affannavano nel cercare di inserirsi in questa ghiotta commessa offerta da Lula. Continue reading


Finmeccanica: il grande affare della guerra in Afghanistan

Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica), mediante la sua consociata Alenia North America, ha ottenuto un contratto con l’aviazione USA per la fornitura di 18 aerei da trasporto G 222. L’affare vale 287 milioni di dollari (204 milioni di euro). I velivoli saranno consegnati entro l’anno prossimo. Gli aerei, già dell’Aeronautica italiana, saranno poi forniti alle forze aeree afghane. La commessa riguarda anche parti di ricambio, equipaggiamenti per il supporto a terra e manuali tecnici. “È un ulteriore segnale della forte crescita del nostro gruppo sul mercato statunitense”, ha commentato il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Guarguaglini. Giorni fa la DRS Techologies (gruppo Finmeccanica) si è aggiudicata un contratto da 24 milioni di euro per la prestazione di servizi di supporto informatico e la fornitura del personale per i servizi di rete per i soldati USA nella base aerea di Bagram, in Afghanistan. Inoltre Alenia Aeronautica ha firmato un contratto del valore di oltre 4 milioni di dollari con l’Air Force di Washington per la formazione di piloti e personale addetto alla manutenzione degli aerei G 222.

La guerra in Aghanistan, un buon affare.


D’ora in avanti troverai, nella colonna qui a destra, il dossier scaricabile nella categoria denominata appunto “Dossier su Finmeccanica”


Italia-Israele: esercitazione aerea in Sardegna

TEL AVIV – Una esercitazione congiunta di due settimane dell’aeronautica militare israeliana assieme con quella italiana si è svolta dal 16 al 26 novembre in Sardegna. Lo ha reso noto un portavoce militare a Tel Aviv. Il portavoce ha precisato che da Israele hanno preso parte due squadroni di F-15 della base di Tel Nof (a sud di Tel Aviv) e due squadroni di F-16 della base di Nevatim (Neghev). Per la prima volta in esercitazioni del genere è stato impiegato anche un “Eitam” G550, il drone (aereo senza pilota) di maggiori dimensioni costruito finora in Israele. ”L’esercitazione – ha affermato il portavoce – è stata condotta per mantenere le capacità operative dell’Aeronautica militare israeliana e per addestrare gli equipaggi in spazi aerei vasti e non familiari”. Esperienze come questa, ha aggiunto, consentono all’aviazione israeliana di imparare da quelle straniere e di familiarizzarsi con le tattiche militari della Nato. Il portavoce ha rilevato che l’esercitazione era stata programmata da tempo.

All’esercitazione aerea italo-israeliana, chiamata in codice ”Vega 2010”, hanno partecipato oltre 600 militari e 38 velivoli di vario tipo che si sono rischierati nella Base aerea di Decimomannu, sede del Reparto sperimentale e di standardizzazione al tiro aereo.

Per l’Italia hanno partecipato i Tornado ECR del 50/o Stormo, gli F-16 A ”Fighting Falcon” del 37/o Stormo, gli Amx ”Ghibli” del 32/o Stormo, un MB-339A adibito al controllo meteo, e gli Eurofighter ”Typhoon” del 4/o Stormo (tutti di fabbricazione Finmeccanica).


Sotto occupazione militare

Scuola militarizzata: guai ai docenti che non ci stanno

Controlli asfissianti di polizia, onnipresenza dei militari, propaganda martellante e oppressiva. Questo è pressappoco l’immaginario associato a un regime di occupazione militare. Non è forse tanto diverso da quello che accade in certe zone del Sarrabus, Sardegna Orientale economicamente depressa, a ridosso del Poligono Militare Sperimentale del Salto di Quirra (PISQ), la più grande struttura militare dell’Europa occidentale, dedicata all’addestramento e alla sperimentazione dei più moderni e distruttivi ordigni che l’industria degli armamenti sia capace di inventare.

Pazienza se gli espropri, gli addestramenti e le sperimentazioni hanno devastato, impoverito e svuotato questi paesi, pazienza per l’inquinamento, gli ammalati e i morti, pazienza per un futuro rubato, pazienza per i giovani che non trovano alternative all’arruolamento “volontario” per totale mancanza di altre opportunità. Nessuno deve turbare la pax militare in queste terre. Tutto sembra sereno e tranquillo attorno al poligono, ma su questa tranquillità apparente pesa una rete di meschini interessi, ricatti e minacce sottili, legate alle attività dei militari. Chi osa cantare “fuori dal coro” deve essere fermato, non devono esserci complicazioni, problemi o interferenze con le mortifere attività del poligono.

È successo quando un medico, sindaco di Villaputzu, ha denunciato la crescita abnorme dei tumori nelle zone vicine al PISQ: hanno cercato di screditarlo, l’hanno estromesso dall’attività politica, lo hanno messo in condizioni di non nuocere. Continue reading


Serate informative su Finmeccanica

Il dossier è  scaricabile qui


Perquisizioni tra Rovereto e Trento

Questa mattina all’alba (2 dicembre), i carabinieri hanno perquisito una quindicina di abitazioni tra Rovereto e Trento (più una a Treviso). I militi, eseguendo un mandato emesso dalla procura di Trento e riferito a diciotto tra compagni e compagne, cercavano materiali (indumenti, vernice, volantini) collegati all’incursione con fumogeni e vernice durante la conferenza a Sociologia, il 28 ottobre scorso, di un professore di diritto e due ufficiali dei carabinieri sulle “missioni di pace” del governo italiano all’estero. Almeno un centinaio i carabinieri mobilitati per le perquisizioni.
Che dire? Quello che abbiamo già detto. Contro i professioisti della guerra e i loro reggicoda accademici un po’ di vernice è il minimo.

anarchici


Un riarmo da un miliardo di euro (dal governo a Finmeccanica)

Le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell’opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo Finmeccanica.

Il programma pluriennale di acquisizione di armamenti, legato al crescente impegno bellico dell’Italia sul fronte di guerra afghano e alle esigenze strategiche della Nato, prevede una spesa complessiva di 933,8 milioni di euro nell’arco dei prossimi quattro/nove anni. Vediamo il dettaglio di quella che potrebbe essere l’ultima lista della spesa del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

200 milioni di euro sono destinati a fornire gli elicotteri da guerra A-129 Mangusta, operativi in Afghanistan, dei nuovi sistemi di puntamento Ots fabbricati dalla Selex Galileo Finmeccanica, che consentiranno di colpire al meglio gli obiettivi ”nei nuovi scenari di impiego degli elicotteri, in situazioni caratterizzate da fluidità e indeterminatezza della posizione delle forze amiche e nemiche”. Nella stessa cifra è compresa una fornitura, sempre per gli elicotteri Mangusta, di nuovi missili anticarro Spike, di fabbricazione israeliana, che andranno a sostituire gli attuali missili Tow, meno potenti.

22,3 milioni di euro verranno spesi per l’acquisto di 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione, fabbricati all’estero, e del relativo munizionamento, prodotto invece negli stabilimenti di Colleferro (Roma) dell’azienda di armamenti italo-britannica Simmel Difesa. Pezzi d’artiglieria più precisi, destinati a ”elevare le capacità operative delle unità terrestri attualmente impiegate nei diversi teatri operativi” (leggi: sul fronte afghano).
125 milioni di euro sono stanziati per la costruzione, alla Fincantieri Genova, di una nuova unità navale della Marina militare con funzione di appoggio alle forze di incursori, ricerca e soccorso, destinata a sostituire la vecchia nave A-5306 Anteo. Sarà una nave da guerra, armata di cannoni e mitragliatrici, di quelle con i portelloni anteriori per lo sbarco di mezzi anfibi.
87,5 milioni di euro verranno spesi per dotare i sommergibili classe U-212 (il ‘Salvatore Todaro’, lo ‘Scirè’ e altri due in costruzione) di un nuovo siluro ‘pesante’ (6 metri lunghezza per 1,2 tonnellate), evoluzione dell’attuale modello A-184. A costruire questi nuovi missili subacquei sarà la Whitehead Alenia Sistemi Subacquei(Wass) di Livorno, del gruppo Finmeccanica.

63 milioni di euro serviranno a realizzare, presso l’aeroporto militare di Pisa, un grande ‘hub’ aereo militare nazionale “dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi”. In pratica, si tratterà della più grande base aerea della Nato d’Europa, destinata a funzionare come piattaforma logistica di tutte le future missioni militare alleate all’estero.
236 milioni euro sono stati stanziati per creare una rete informatica militare sperimentale, detta Defence Information Infrastructure (Dii), ”necessaria per la trasformazione net-centrica dello strumento militare, elemento essenziale ed abilitante per la pianificazione e la condotta delle operazioni”. Un progetto che vede coinvolta, tra gli altri, la Elsag Datamat, altra azienda del gruppo Finmeccanica.
200 milioni infine all’AgustaWestland Finmeccanica per l’acquisto di dieci nuovi elicotteri Aw-139: velivoli militari di soccorso da utilizzare in operazioni all’interno del territorio ”nazionale o limitrofo”.


Un po’ di vernice è il minimo

Giovedì 28 ottobre, a Sociologia, si stava svolgendo una conferenza sul tema della sicurezza e sul ruolo dell’Italia nelle “missioni di pace”, cioè nei ventuno teatri di guerra in cui – dal Medio Oriente all’Africa – le truppe tricolori sono attualmente impegnate.

All’incontro partecipavano professori di Giurisprudenza e alcuni ufficiali dell’esercito.

La contemporanea presenza di giuristi e di vertici delle forze armate non era casuale. Dal 1991 ad oggi, il governo italiano è costantemente impegnato in operazioni di guerra nonostante la costituzione lo vieti: non c’è qualche giurista che possa risolvere questa contraddizione dello Stato?

A Sociologia dei professionisti della guerra stavano discutendo con dei professori universitari su come servire meglio l’imperialismo italiano…

Nel silenzio generale, un gruppo di antimilitaristi ha contestato la conferenza lanciando dei fumogeni e della vernice rossa contro i relatori e lasciando dei volantini in cui i militari venivano definiti per quello che sono: “assassini”.

Un nostro amico e compagno è stato arrestato: si trova ora nel carcere di Bolzano. A lui va tutta la nostra solidarietà.

La guerra ha bisogno di una vasta complicità: fabbriche di armi, basi militari, centri di ricerca (anche nelle Università, anche a Povo), menzogne dei mass media, conferenze di propaganda.

Noi non vogliamo essere complici con i massacri della democrazia. Ecco tutto.

Non lasceremo in pace chi vive di guerra.

Luca libero!

Fuori le truppe dall’Afghanistan!

Impediamo la costruzione della base di Mattarello!

No all’apertura di un centro di Finmeccanica

(il più grosso produttore italiano di armi)

all’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto!

Anarchici

Aggiornamento

Oggi (29 ottobre) Luca è stato condannato per direttissima a 6 mesi di carcere (con la condizionale) per danneggiamento, resistenza, aggressione, più l’obbligo di dimora a Rovereto.

Quello sopra è il volantino distribuito a Trento. Durante il volantinaggio, sulla porta d’entrata di Sociologia campeggiava uno striscione: “Nessuna pace con chi vive di guerra”. Anche gli studenti dell’“aula 13 liberata” hanno diffuso un testo dal titolo “Chi sgancia le bombe non ha nulla da insegnare”.

Leggendo i quotidiani locali di oggi, apprendiamo chi sono i due ufficiali dell’esercito colpiti dalla vernice. Uno è il tenente colonnello Giuseppe Zirone, dell’ufficio piani e polizia militare del comando generale dell’Arma dei carabinieri. L’altro è il capitano Pierpaolo Sinconi, capo ufficio affari internazionali del Coespu. Per chi non lo sapesse, il Coespu (di Vicenza) è una struttura in cui i vertici dei carabinieri addestrano le truppe di mezzo mondo (dal Medio Oriente alla Libia) alla contro-guerriglia e alla contro-insurrezione. Addestrano alla repressione, alla tortura, all’uso del terrore.

Un po’ di vernice contro simili assassini è davvero il minimo.


Una base militare. E io che c’entro?

Volantino distribuito buca a buca in questi giorni a Mattarello:

Buongiorno, dopo tanto tempo abbiamo deciso di scrivervi queste righe. Non ignorerete che a due passi da casa vostra sono cominciati e proseguono i lavori preliminari per costruire una base militare. C’è chi la chiama cittadella militare, chi “nuove caserme”. Ma non è questo il punto. I 1600 soldati di professione che dovrebbe ospitare quella “cosa” servono a fare la guerra. Dopo gli ultimi quattro ufficiali degli Alpini morti in Afghanistan, il governo è ormai costretto a dirlo: l’esercito italiano è in guerra. Non certo per difendere gli interessi nostri, di chi fa fatica ad arrivare a fine mese, ma quelli degli industriali e dei grossi produttori di armi. Continue reading