E’ uscito l’opuscolo sull’operazione “Ixodidae”

Opuscolo Operazione “Ixodidae

Per chi desidera delle copie dell’opuscolo scrivere a: navedeifolli@gmail.com o romperelerighe08@gmail.com


Finmeccanica: intervista fatta a due compagni trentini dopo l’arresto di Orsi

Ascolta l’intervista di radio Blackout


No MUOS: intervista a un compagno sulla lotta in corso in Sicilia

Ascolta l’intervista di Radiocane

Per maggiori informazioni: www.nomous.info


Volantino distribuito a Rovereto nel mese di febbraio contro la guerra in Mali

Volantino guerra in Mali


Droni USA in Niger per le guerre africane

di Antonio Mazzeo

 L’Africa sarà la nuova riserva di caccia degli aerei senza pilota delle forze armate Usa. Il governo del Niger ha autorizzato il dispiegamento dei droni del Dipartimento della difesa e della Cia per le operazioni di sorveglianza ed intelligence contro le diverse milizie filo-al Qaeda attive nella regione nordoccidentale del continente. La richiesta di creare una base operativa in Niger era stata formalizzata una decina di giorni fa dall’ambasciatore statunitense Bisa Williams durante un incontro con il presidente Mahamadou Issoufou.

 

Secondo quanto rivelato dai principali quotidiani statunitensi, i droni saranno privi di armamento ma non si esclude la possibilità che in futuro possano essere utilizzati per eseguire raid missilistici “contro la crescente minaccia terroristica”. Le missioni di spionaggio e strike potranno essere concordate con le forze armate francesi che dall’11 gennaio 2013 operano nel conflitto in Mali e saranno dirette da US Africom, il comando statunitense per le operazioni di guerra in Africa con sede a Stoccarda (Germania). I velivoli senza pilota saranno stazionati molto probabilmente in una base aerea della regione desertica di Agadez, prossima ai confini con Mali e Algeria.

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Presentazione del libro “Carnefici e spettatori”

Manifesto Dal Lago 2


Guerra e università: Intelligence italiana, gli 007 studiano alla “Sapienza” di Roma

Alla Sapienza di Roma è stato presentato il master in “Sicurezza delle informazioni e informazione strategica” promosso in collaborazione col Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio. Il master di secondo livello, illustrato in una conferenza stampa dal direttore del dipartimento Giampiero Massolo e dal rettore Luigi Frati, rientra nell’accordo stipulato tra la Sapienza e i servizi segreti nazionali nel 2011 per “promuovere la cultura della sicurezza”. Da questa partnership è nato un centro di ricerca multidisciplinare che sviluppa metodologie e tecnologie d’avanguardia per la contro-insurrezione. Obiettivo dell’accordo è creare figure d’intelligence prevalentemente per la “protezione delle infrastrutture strategiche” sia sul suolo nazionale che all’estero. Questo accordo testimonia sempre più il ruolo fondamentale degli atenei italiani nel meccanismo della guerra, sia tramite la ricerca e la sperimentazione di nuovi strumenti di morte, sia nella legittimazione della guerra all’interno di una società sempre più militarizzata ed irrigimentata.


Alenia Aermacchi e Agusta Westland (Finmeccanica): vendite militari ad Israele e Corea del sud

Tra le ultime commissioni militari ricevute da Finmeccanica il contratto firmato dall’ Alenia Aermacchi a gennaio del 2013 con la israeliana Elbit Systems per il supporto logistico dei 30 aerei da addestramento avanzato M-346 ordinati da Israele nel luglio 2012. La commessa ha un valore di circa 140 milioni di dollari. Le attività di supporto logistico, che prevedono fornitura, riparazione e revisione di parti di ricambio per i 30 M-346 israeliani, saranno erogate in collaborazione con Elbit Systems. Inoltre lo scorso 15 gennaio, Agusta Westland ha firmato un contratto con la Corea del sud per la fornitura di 8 elicotteri da combattimento AW 159 alla marina militare sudcoreana. Il contratto, dell’ordine di 270 milioni di euro, va letto nella pericolosa situazione di riarmo e di propaganda nazionalista attuata da tutti gli Stati dell’asia orientale (Giappone, Corea del nord, Cina ecc.) che potenzialmente potrebbe portare ad un nuovo, tragico conflitto in quell’area geografica.


Guerra e università: Al fianco del popolo palestinese – ostacoliamo le collaborazioni tra Italia e Israele.

Questo volantino è stato distribuito nel corso della contestazione attuata da un gruppo di antimilitaristi anarchici al laboratorio denominato “Embedded Electronics and Computing Systems” dell’università d’ingegneria di Trento, che ha collaborato con l’IAI (il più grosso complesso di produzione militare israeliano) fino al 2011.

Sabotiamo il meccanismo della guerra, fermiamo le collaborazioni di morte.

Al fianco del popolo palestinese


MUOS

Il MUOS (Mobile User Objective System), la cui costruzione è cominciata a Niscemi (Caltanisetta) e sta incontrando le prime forme di resistenza pratica, è uno dei quattro terminali terrestri USA per il controllo dei droni Global Hawk. Si tratta di una megarete di antenne e di satelliti per la telecomunicazione globale, “perfetta” non solo per azionare e controllare gli aerei senza pilota, ma anche missili all’uranio impoverito e armi atomiche in miniatura.
Il MUOS, collegato con la base militare di Sigonella da cui partono già i droni Predator e Reaper, è allo stesso tempo una calamità locale e un flagello globale. Propaggine della base militare di Niscemi (attiva dal 1991), non solo devasterebbe la “zona protetta” della “Sughereta”; non solo estenderebbe la colonizzazione di terreno agricolo a 1 milione e 660 mila metri quadrati; non solo esporrebbe la popolazione, per 20 km di raggio, al rischio di malattie gravi e permanenti, compresa la necrosi dei tessuti, per via delle onde elettromagnetiche; non solo rischierebbe, per via delle interferenze generate dalle antenne, di innescare accidentalmente gli ordigni trasportati dai velivoli (come è già successo il 29 luglio 1967 nel Golfo del Tonchino), motivo per cui il Pentagono ha scelto Niscemi e non Sigonella, troppo vicina all’aeroporto; non solo aggraverebbe la militarizzazione della Sicilia e il potere della cricca politico-affaristico-mafiosa cresciuta su di essa; ma farebbe di Niscemi uno dei quattro terminali della cyber-guerra mondiale (gli altri sono nelle Hawaii, in Virginia e in Australia). In simili strutture, seduto davanti a qualche schermo e qualche lucetta, un burocrate del Pentagono può portare distruzione e morte in ogni parte del pianeta, senza combattere, senza agire, con un semplice “azionare” privo di alcun riflesso sulla propria coscienza (e su quella della cosiddetta opinione pubblica, altrettanto lontana degli “obiettivi” visibili sul monitor). Continue reading