Monthly Archives: Maggio 2011

Afghanistan, repressa nel sangue rivolta anti-Nato

A Taloqan, nel nord del paese, migliaia di persone assaltano la base Isaf dopo l’ennesima uccisione di civili in un raid notturno delle forze speciali Usa: polizia e soldati tedeschi aprono il fuoco sui dimostranti: 12 morti e 85 feriti.

L’ennesima uccisione di civili – quattro, di cui due donne – in un raid notturno delle forze speciali americane, ha scatenato una violenta rivolta popolare a Taloqan, nella provincia afgana settentrionale di Takhar, sotto comando tedesco.

Questa mattina, tremila persone armate di asce, vanghe e bastoni hanno marciato sulla città portandosi dietro i quattro cadaveri. Al grido di ‘Morte all’America’ e ‘Morte a Karzai’ hanno bruciato auto, saccheggiato negozi, devastato uffici e infine hanno assaltato la locale base Isaf, lanciando pietre e bottiglie incendiarie oltre le mura della caserma e ferendo lievemente due militari della Bundeswehr. La polizia afgana, e poi anche i soldati tedeschi, hanno aperto il fuoco sui dimostranti causando un’altra strage: almeno dodici morti e ottantacinque feriti. Continue reading


Sputo

Una fanzine antimilitarista dalla Sardegna:

sputo n.13 da leggere

sputo n. 13 da stampare

 


Quattordici nuovi radar in Italia per le guerre NATO

di Antonio Mazzeo

Nuovi impianti radar per potenziare la rete operativa dell’Aeronautica militare italiana ed integrarla ancora di più nella catena di comando, controllo, comunicazione ed intelligence dell’Alleanza atlantica. Dodici sistemi Fixed Air Defence Radar (FADR) RAT31-DL sono stati commissionati alla Selex Sistemi Integrati, società del gruppo Finmeccanica, e sono in via d’installazione in altrettanti siti dell’AMI sparsi in tutta Italia. Ad essi si aggiungeranno anche due sistemi configurati nella versione mobile DADR (Deployable Air Defence Radar) che saranno consegnati entro il 2013.

“Si tratta di un progetto dall’alta valenza tecnica, importante per la sicurezza aerea nazionale e necessario per migliorare la nostra efficienza militare”, ha spiegato il generale Mario Renzo Ottone, comandante del COA, il Comando Operazioni Aeree nazionali e del Combined Air Operations Center della NATO, di stanza a Poggio Renatico (Ferrara). “Il FADR costituisce la struttura portante del programma con cui l’Aeronautica militare ha avviato la sostituzione dei propri sistemi di sorveglianza aerea per rendere disponibili le frequenze necessarie all’introduzione della nuova tecnologia Wi-MAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) di accesso internet ad alta velocità in modalità wireless”. Continue reading


Università di Bergamo complice della guerra

Da fonti giornalistiche e, soprattutto, da fonti d’Ateneo, si apprende che già dal 30 agosto del 2008 l’Università degli studi di Bergamo collabora e riceve finanziamenti dalla Marina militare degli Stati Uniti d’America. Nello specifico il progetto finanziato dalla US Navy prevede un programma di ricerca effettuato presso i laboratori del dipartimento di Progettazione e tecnologie della facoltà di ingegneria di Dalmine e riguarda un contratto di ricerca triennale dedicato ai sistemi di atterraggio degli aerei sulle portaerei USA, con un finanziamento complessivo di 210.000$.
Lo staff tecnico che sta attualmente lavorando a tale progetto è guidato dal professor Baragetti Sergio, responsabile scientifico, che già in passato aveva avuto rapporti di collaborazione scientifica con enti di ricerca statunitensi.
L’obbiettivo della ricerca è quello di formulare un modello teorico-numerico che consenta di prevedere i tempi di sostituzione di componenti meccaniche utilizzate per la realizzazione dei carrelli di atterraggio degli aerei da guerra in servizio sulle portaerei americane. L’analisi dei tempi di sostituzione attraverso la previsione della vita residua dei componenti di tali sistemi meccanici consentirebbe così di ridurre i rischi di incidenti e di gestire al meglio le operazioni sul ponte. Continue reading


Partnership Italia-Israele nel nome delle armi

di Antonio Mazzeo

Peggior giorno non poteva scegliere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per recarsi in Israele a ricevere il Dan David, il premio da un milione di dollari che il finanziere a capo del colosso internazionale delle apparecchiature fotografiche per fototessera (Photo-Me International Plc), riconosce annualmente ai vip distintisi nella “difesa dei valori universali della giustizia, della democrazia e del progresso”. La consegna del mini Nobel è avvenuta il 15 maggio a Tel Aviv nell’intervallo tra un incontro con il presidente Shimon Peres e quello con il premier Benjamin Netanyahu, mentre alla frontiera di Israele con il Libano e la Siria era in atto la feroce repressione dei manifestanti che commemoravano la Nakba, il giorno della “catastrofe” del 1948 quando con la creazione dello stato d’Israele, decine di migliaia di palestinesi furono costretti ad abbandonare la regione nativa. Almeno una ventina le persone uccise dall’esercito, ancora una strage che per l’ennesima volta non ha turbato l’élite politica ed economica italiana che insegue lucrosi affari con le imprese israeliane. Continue reading


La guerra è anche qui. Aermacchi e Finmeccanica: mercanti di morte

Pubblichiamo qui sotto un volantino distribuito in provincia di Varese su Finmeccanica:

la_guerra è_anche_qui


Sardegna: bloccati cantieri per l’installazione di radar militari

Da qualche settimana sulla costa occidentale della Sardegna si sta tentando di procedere all’installazione di quattro radar militari, definiti “anti-migranti”, le località interessate (Sant’Antioco – Capo Sperone; Fluminimaggiore – Capo Pecora; Tresnuraghes – Tinnias; Sassari – Argentiera).

Le installazioni dovrebbero essere 17 o 18 in tutta Italia, di cui 4 in Sardegna, una sicuramente già realizzata ma non funzionante a Siracusa, un’altra autorizzata a Gagliano del Capo in provincia di Lecce, le altre dovrebbero concentrarsi (si vocifera) tra la Liguria (dove uno dovrebbe già essere realizzato) e le coste Adriatica e Ionica. Tutte fanno parte del progetto dell’Unione Europea di potenziamento delle frontiere esterne della “Fortezza Europa” in difesa dai flussi migratori provenienti dal Nord Africa.

La ditta appaltatrice è ALMAVIVA del gruppo FINMECCANICA mentre l’opera nel complesso è affidata alla GUARDIA DI FINANZA.

In Sardegna ad oggi tutti e quattro i cantieri, partiti quasi in contemporanea, sono bloccati e presidiati. La popolazione, prima a Sant’Antioco, poi a Fluminimaggiore, quindi a Tresnuraghes e Argentiera-Sassari, si sta opponendo, all’ennesimo “ordigno” militare calato dall’alto.

I militari e i tecnici, già presentatisi più volte, in diversa foggia, con ruspe, elicotteri, sedicenti esperti, e carabinieri che identificano i manifestanti, sono stati finora respinti con successo.

Ma i tentativi continueranno, e, passato l’entusiasmo iniziale, molti, tanto più se si è pochi, saranno presi da stanchezza e scoramento.

Ciò che sta avvenendo è cosa rara e bella. Si dice no ad un’installazione militare che fa male da molti punti di vista. Facciamo che non muoia e che non rimanga un problema delle comunità locali.

Per informazioni e partecipazione:

noradarcaposperone.blogspot.com


Olio nei motori del militarismo USA

Nuova commessa da 2,2 milioni di dollari sul fronte delle telecomunicazioni militari. La ditta Parvus  Corporation di Salt Lake City (USA), controllata da Eurotech (ricordiamo che l’Eurotech è una controllata di Finmeccanica coinvolta nel programma Manifattura domani a Rovereto e che è anche la costruttrice degli impianti di comunicazione degli aerei senza pilota  UAV MQ-1 Predator) dovrà costruire per la Difesa Usa il sottosistema DuraNET 2955, sviluppato per applicazioni militari. Questo prodotto rappresenta una soluzione affidabile per fornire connettività di rete locale (LAN) e per abilitare comunicazioni tra dispositivi in un contesto operativo “net centric”.
Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente vendite e marketing di Parvus, Dusty Kramer, la scelta per il programma JPALS del DuraCOR 810 testimonia la sua alta affidabilità nei programmi militari e nell’ambito dei sistemi di calcolo che offrono un ingombro limitato. In questo modo Parvus Corporation, attraverso la collaborazione con Rockwell Collins, sarà in grado di fornire alla marina militare la capacità necessaria di poter condurre missioni in qualsiasi condizione per quel che riguarda il meteo.

Inequivocabili le dichiarazione del Presidente di Parvus Corporation Les Goodman: “Siamo orgogliosi di supportare le forze armate americane e di abilitare modalità operative net-centric delle unità impegnate sul campo”.

Come si vede, le ragioni per impedire ad Eurotech e alle sue controllate di entrare all’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto non mancano di certo.


Padova – Contestatazione contro il PD complice delle guerre imperialiste

Giovedì 5 maggio una decina di compagni si sono presentati davanti al cinema Astra di Padova per contestare la proiezione, da parte del Partito Democratico, del film “Il terrorista” di De Bosio.

Questo film presenta una pagina della Resistenza in Veneto ed è contradditorio e ipocrita che un partito, che ha sempre appoggiato le missioni di guerra occupando altri Paesi, mostri un film in cui uomini e donne lottano contro l’occupante nazi-fascista, per la libertà e l’uguaglianza.

Non si può contemporaneamente occupare l’Iraq, l’Afghanistan e poi stare dalla parte della Resistenza locale del 1943-45.

E’ stato esposto uno striscione con scritto: “LA RESISTENZA LO HA INSEGNATO, NESSUN PAESE VA OCCUPATO. PD: COMPLICE DELLE GUERRE IMPERIALISTE”.

Tra gli interventi fatti al megafono si è anche ricordata l’aggressione fatta a Torino, dal servizio d’ordine del Pd, contro lo spezzone antimilitarista durante il primo maggio.

Rapida la risposta della polizia e digos che è intervenuta. Buona la solidarietà di alcune passanti.

E’ stato inoltre lanciato un appello al pubblico: “..se ci si definisce pacifisti non si può guardare un film sulla Resistenza nella stessa sala cinematografica con il Pd, che appoggia le guerre imperialiste”.

compagni partecipanti al presidio

 


Il diritto alla guerra

Quando si discute di Diritto Internazionale Umanitario, nel migliore dei casi se ne critica la non applicazione da parte degli eserciti impegnati in guerra e la conseguente inefficacia nel limitare gli abusi e gli orrori commessi dai militari.

Spesso tuttavia costruire degli argini non solo non consente di mitigare la capacità di un fiume, ma non fa altro che aumentarne la potenza. Così questo insieme di norme e procedure umanitarie si è frequentemente dimostrato una valida arma nelle mani dei signori della guerra.

Per cogliere il ruolo svolto dal DIU può risultare utile osservare da vicino il comportamento di Israele, una democrazia di guerra in senso stretto. Chi si stupisce dell’incapacità di quest’area del diritto di prevenire o sanzionare gli eccessi nelle condotte degli eserciti, farebbe bene ad ascoltare le parole di Ava Kasher, un professore di etica dell’università di Tel Aviv, scelto dalle forze armate israeliane per elaborare un codice etico che guidi le operazioni militari contro i palestinesi. Ci spiega il professore che: “Il diritto internazionale non è rigido come il codice della strada. Buona parte di esso è consuetudinario e c’è attualmente uno sforzo internazionale comune nel riscriverlo al fine di adattarlo alla guerra contemporanea,” aggiungendo poi, riguardo il suo Stato: “Noi in Israele, in prima linea nella guerra contro il terrore, siamo chiamati a recitare una parte cruciale nello sviluppo del DIU, consapevoli che ciò che facciamo è destinato a diventare legge”. Continue reading