Author Archives: romperelerighe

Anarchia o catastrofe

tratto dal n.9 della rivista “I giorni e le notti”:

Negli ultimi tempi c’è stato molto dibattito sugli assetti globalmente dominanti a livello economico e sociale. Moltissimi fanno delle analogie con il periodo che ha preceduto la Prima Guerra mondiale. Ma ci troviamo davvero prima di una grande guerra? E la guerra ha mai davvero cessato di esserci? Di sicuro, se per guerra si intende uno scontro tra truppe di diverse nazioni su scala globale, si potrebbe rispondere di sì, ma le guerre avvengono quotidianamente. Come avvenivano prima della Prima Guerra mondiale e dopo la Seconda, così anche oggi. Ma c’è un’altra guerra che non è mai cessata: la guerra sociale dispiegata dai detentori dell’autorità, della ricchezza e dei mezzi di produzione contro chi in questo mondo sta in basso. Si tratta di una guerra mondiale. Come è stato detto prima dell’ultima crisi dall’affarista americano Warren Buffett (terzo uomo più ricco al mondo in quel periodo): «La guerra di classe esiste, è vero, ma questa guerra è condotta dalla mia classe, quella dei ricchi, e la stiamo vincendo». Continue reading


Cuori ardenti

tratto dal n.9 della rivista “I giorni e le notti”:

Quale bufera potrebbe spegnere un cuore ardente? E due? E tre…? Volete estinguerlo? Con secchiate d’acqua fredda, prego, non affogherà. Da legato, scioglierà il nodo alla gola. Anche da rinchiuso, sentirete ancora martellare il battito. Infilzategli pure delle spine, proprio così, una dietro l’altra. Stillerà sangue, già. Solo il cuore trafitto sa ardere.
Alcuni pensieri che balenano alla mente piovono letteralmente addosso e sembrano, per lo più, destinati a svanire scivolando via lungo il pendio erto della vita. Altri rimangono come ferite. Non accennano a rimarginarsi, nonostante il passare del tempo. Certi, sebbene ricorrenti, feriscono alcuni e lasciano incolumi molti. Questa sorta di “immunità da gregge”, che lascia intatti molti cuori, cosicché possano sorvolare pressoché su tutto, è presto riassumibile nell’altra faccia impressa sulla maglia della procedura e del lavoro macchinico, e cioè “la cosa non mi tocca” e al secondo rintocco la campana suona: “non posso farci niente” – questa la miseria vera e propria. Continue reading


Eni e il “green” verde sporco

Come si può notare negli ultimi mesi c’è una cospicua campagna mediatica da parte dell’Eni attraverso i più disparati metodi di propaganda. Pubblicità sui giornali a piena pagina, spot in tv, giganteschi pannelli pubblicitari, inserzioni sul web e una accattivante grafica stile “green” – “bio”.
Cos’è che ci vuole dire l’Eni con i suoi messaggi e con le sue politiche sull’innovazione dello sviluppo economico?
A Porto Marghera, a Venezia, c’è la prima raffineria tradizionale trasformata in bioraffineria.
Ora tocca a Gela dove con lo stesso metodo si vuole aprire il secondo stabilimento di bioraffinazioni, per ora ancora in fase di sperimentazione. Questa nuova lavorazione, chiamata “waste to fuel” (W2F), consiste nel trasformare i rifiuti solidi urbani organici in bio-olio per carburanti navali con basso tasso di zolfo, cioè ‹‹ripetere in poche ore ciò che la natura ha fatto in millenni per produrre il petrolio››. Continue reading


La RWM taglia

tratto da nobordersard:

I giornali riportano la notizia che la RWM in seguito al blocco delle esportazioni imposto dal governo sta inizando ad accusare i primi colpi, e a pagarne le conseguenze sono i lavoratori stagionali, quelli con contratti brevi.
Ecco la nota dei sindacati: “Oltre a non rinnovare i contratti a tempo determinato – si legge in una nota delle segreterie regionali e sulcitane della Femca Cisl e Ficltem Cgil – per far fronte alla crisi l’azienda potrebbe ridurre anche il personale a tempo indeterminato, e c’è incertezza anche sul prosieguo dell’investimento da oltre 40 milioni di euro sul territorio”.


E gli stupri dei soldati italiani?

Lo scorso 23 Aprile al Palazzo di Vetro, a New York, c’è stato un Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Sul tavolo c’era da discutere una risoluzione che aveva come obiettivo il combattere l’uso dello stupro come arma da guerra.
Il testo formulato dalla presidenza tedesca ha creato un dibattito molto teso. Questo testo aveva due punti fondamentali: il primo la creazione di un organismo di monitoraggio della violenza sulle donne in ambiti di guerra, il secondo per il finanziamento di aiuti sanitari alle vittime di strupro tra cui l’interruzione di gravidanza assistita. Su tutti e due i punti un’ inedita alleanza USA-Cina-Russia ha messo il veto sulla risoluzione indebolendo così la proposta.
Sul secondo punto poi Donal Trump si è opposto con forza perchè aiutare le vittime di stupro vuol dire supportare la pratica dell’aborto: un bel discorso per il suo elettorato conservatore viste le nuove leggi sull’aborto passate negli ultimi mesi in alcuni Stati federali degli USA. Presenti all’incontro c’erano anche ONG come Fondazione Pangea, Amnesty International, l’ambasciatore italiano Stefano Stefanile, e anche persone dello spettacolo come l’attrice Angelina Jolie o Amal Clooney che con la sua ingenuità ha dichiarato che “l’epidemia di violenza sessuale ha come unico antidoto possibile la giustizia”. Continue reading


La pubblicità della guerra e l’ipocrisia della sinistra

Su giornali di “sinistra” come “Il Manifesto”, “L’internazionale”, e altri tra cui blog di svariati tipi, possiamo trovare articoli, dossier, approfondimenti, interviste in cui vengono denunciate le peggiori brutalità commesse dagli Stati e dalle multinazionali. Per esempio la lotta dei lavoratori portuali genovesi contro le navi saudite che giravano nel Mediterraneo per caricare i cannoni “Caesar” prodotti dall’azienda francese Nexter è stata raccontata per giorni sul quotidiano “Il Manifesto”.
Negli articoli si fa una critica ai materiali con finalità dualistiche, ossia civile-militare, con tanto di dettagli di costi e funzioni. Poi quando il 26 Aprile la Camera dei Deputati ha approvato la mozione che impegna il governo italiano ad interrompere l’invio di bombe d’aereo e missili all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti hanno, giustamente, denunciato il fatto che quello deciso era un “embargo mirato”, cioè che il blocco era destinato alle aziende produttrici di armi tedesche e non italiane, dal momento che le armi leggere della Beretta non rientravano nella mozione. Continue reading


E se?

Tratto da Finimondo.
In origine pubblicato su: Avis de tempêtes, n. 18, 15 giugno 2019

Dopo l’incendio parziale della cattedrale di Notre-Dame de Paris, oggetto di un gran profluvio di lacrime lo scorso aprile, lo Stato non ha mancato di appellarsi ad una rinnovata unità nazionale approfittando del 75° anniversario dello sbarco in Normandia. Alla presenza di un bel mondo composto da assassini gallonati ed altri capi di Stato, si è svolta in particolare una cerimonia di consegna di berretti verdi ai giovani ammessi nelle truppe d’elite dell’esercito francese (i commando della Marina). In questa occasione, sarebbe probabilmente sembrato sconveniente collegare i due avvenimenti di aprile e giugno, sottolineando che ovviamente nella storia c’è cattedrale e cattedrale. Come quella di Parigi, il cui incendio accidentale può essere trasformato in dramma esagonale destinato a far serrare i ranghi, o come quella sempre gotica di Rouen, il cui incendio doloso di settantacinque anni prima è da dimenticare, in quanto causato da un esercito alleato. Sventrata per la prima volta da sette missili durante i bombardamenti anglo-americani del 19 aprile 1944, quando 6.000 bombe piombarono sulla città, anche la sua guglia di Saint-Romain venne bruciata il primo giugno di quell’anno dagli stessi aerei militari.
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Atene, Grecia: attacco incendiario contro complici della guerra MAN

Quando è stata lanciata la campagna internazionale di solidarietà tra febbraio e marzo 2017 per sostenere il popolo del Kurdistan, molti anarchici e altri gruppi militanti e individui simili in Europa hanno attaccato i nemici della libertà nelle sicure metropoli, dove la guerra inzia.
Siamo convinti di dover continuare questa campagna perché la guerra contro il Rojava e l’invasione di Afrin non si sono fermate. Se la guerra continua, così faranno i nostri attacchi contro i sostenitori del fascismo turco. Continue reading


Saluti ardenti da qualche parte

tratto da finimondo:

Pubblichiamo una lettera del compagno latitante accusato dell’incendio dell’antenna-radio della polizia a Zurigo, avvenuto l’11 luglio 2016. La lettera è apparsa sul giornale anarchico Feuer der Knästen (Fuoco alle carceri). Il compagno era entrato in clandestinità qualche ora dopo quel sabotaggio incendiario, mentre gli sbirri bussavano già alle porte dei compagni in Svizzera. Al riguardo è stata realizzata una «raccolta di testi a proposito di sabotaggio, repressione e segnali di fumo dalla clandestinità» — Silenzio radio. Attualmente un altro compagno, anch’egli accusato di quell’attacco, si trova in carcere in detenzione preventiva dalla fine di gennaio 2019.
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Arriva lo stop alle esportazioni belliche verso Arabia saudita e Emirati Arabi. Cosa farà la RWM?

tratto da nobordersard:

Il vice premier Di Maio l’aveva annunciato qualche giorno fa via social, da oggi è ufficiale. Lo stato italiano ha imposto uno stop di 18 mesi alle esportazioni belliche con i due principali partner commerciali della RWM.

Non si capisce perché siano solo 18 mesi, se per una questione legale, cioè si tratti di un periodo che eventualmente potrebbe essere rinnovato, o se sia una scelta con la speranza che qualcosa sui fronti bellici cambi e fra 18 mesi si riaggiorneranno. L’impressione – ma ci si potrebbe sbagliare – è che sia il solito provvedimento che non è né carne né pesce. Nel senso che probabilmente fra 18 mesi questo governo non ci sarà più, o sarà comunque in una fase molto diversa da quella attuale, e chissà Di Maio e i 5S dove saranno. L’impressione quindi è quella di aver voluto fare ora una mossa per provare a ritrovare un pò di consenso nella base dell’elettorato pentastellato assai delusa dai vari dietro front su questioni come NOTAP, NOTAV e via dicendo. Poi quando scadrà si vedrà, se il governo sarà caduto diventerà l’ennesimo cavallo di battaglia per criticare la maggioranza.
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