Author Archives: romperelerighe

Il seguito di “Una Storia non raccontata “

Tratto dal numero 30 marzo 2018 del “seme anarchico”

Nell’articolo del Seme Anarchico di settembre 2017 “Una Storia Non raccontata” si facevano alcune considerazioni sulla vicenda Fincantieri STX. Si sottolineava, tra le varie questioni prese allora in considerazione, come quella vicenda, raccontata solo quale competizione societaria tra i due maggiori protagonisti della cantieristica europea, in realtà nascondeva una partita di ben maggiore portata quella del predominio del settore navale militare.

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Sardegna: Fogli di via, si proprio loro…

Tratto da nobordersard

Riceviamo e pubblichiamo:
“Giovedì 22 marzo si è tenuto il primo processo per violazione dei fogli di via, quelli “preventivi” che il questore di Cagliari notificò a 13 tra attiviste e attivisti antimilitaristx prima della manifestazione contro le basi in occasione dell’esercitazione Trident Juncture, il 3 novembre 2015 a Teulada.

RWM: La fabbrica della morte

Tratto da nobordersard
La Sardegna non è solo terra di sperimentazione ed esercitazione nella filiera bellica, ma anche di produzione ed esportazione di bombe. La fabbrica RWM di Domusnovas, “fiore all’occhiello” della multinazionale tedesca Rheinmetall, produce ed esporta bombe in tutto il mondo. Tra i suoi principali acquirenti l’Arabia Saudita che usa le bombe firmate RWM nel genocidio in atto contro il popolo yemenita.
Dopo aver distrutto qualsiasi forma di economia legata al territorio, dopo aver asservito le popolazioni alle briciole chiamate indennizzi, il Capitale sembra aver trovato nuove forme per rendere dipendente la nostra terra ai suoi interessi: un posto di primo piano nella filiera bellica come produttrice di bombe.
Lo dicono i numeri stessi: il fatturato è aumentato del 50% negli ultimi due anni, facendo balzare l’azienda da 19ª a 3ª nel settore della difesa, i progetti di ampliamento – su tutti il Campo prove 140 –, l’ampliamento già avvenuto con i depositi di Iglesias e Musei. Le bombe MK sono evidentemente un piatto appetitoso e necessario per gli Stati, belligeranti e non.
Per capire questo nuovo ruolo della Sardegna, ma soprattutto per capire quali prospettive di lotta contro chi uccide e devasta, venerdì 30 Marzo parleremo della fabbrica RWM in vista della due giorni del 7/8 Aprile a Cagliari, tutta dedicata a economia di guerra e lotte contro le industrie delle armi.
In allegato locandina di venerdì, manifesto e comunicato della due giorni 7/8 Aprile.
Vi aspettiamo!
Cullettivu S’idealibera

La guerra de-umanizzata e i suoi rovesci

Articolo tratto dal numero 5 della rivista anarchica “i giorni e le notti”

La guerra de-umanizzata e i suoi rovesci

 

Nelle tecnologie militari si evidenzia un trend emergente,

a causa della combinata azione di fattori finanziari e de-

mografici, che riducendo i bilanci della difesa e il numero

dei soldati disponibili, nel futuro impiego delle forze porterà a

sostituire il man power con apparecchiature unmanned o droni.

CEMISS, 2017

 

I contorni delle parole

 

Partiamo dai fatti… no, questa volta, incominciamo dalle parole. Ci sono eventi, personaggi o atteggiamenti che meriterebbero appena un’occhiata per destare un moto d’animo d’istinto e d’improvviso dove ogni parola si renderebbe superflua; fatti che, per le corde percettive che vanno a toccare, possono essere appresi e descritti con la facilità d’un bambino. Sarebbe allora conveniente fermarsi alle apparenze, per non dover blandire parole vuote e giustificazioni. Quando invece la parola passa allo Stato, o alle sue agenzie, i contorni delle descrizioni si fanno di notte e di nebbia e ogni termine è solito nascondere un’amara sorpresa. La guerra diventa una o molteplici “operazioni di polizia internazionale”. L’atteggiamento coloniale degli Stati diventa “internazionalizzazione dell’impresa” oppure “esternalizzazione dei confini”. O, ancora, espressioni come “peacekeeping”, “missione di pace”, o più recentemente “assassinio mirato”, “caccia all’uomo militarizzata”, “diritto preventivo”, svolgono il vile tentativo di comporre giuridicamente e umanamente ciò che resta pur sempre disumano. Se è certo che cogliere l’essenza di un fatto è sempre stato un moto d’intuito e di spirito, tuttavia andare a fondo della melma retorica serve a far affiorare i contorni e le novità di tal fatti.

Il concetto di “sicurezza marittima”, ad esempio, o addirittura di “Mediterraneo allargato” (di provenienza Ministero della Difesa) devono per forza farsi strada nell’opinione pubblica, se più di metà delle merci scambiate dall’Italia viaggia via mare, se l’importazione di petrolio avviene per tre quarti via mare e quella di gas per il 45%. Senza la materializzazione di questi concetti, l’Italia sarebbe un paese a secco. E l’Europa anche, vista la necessità di proteggere i quattro gasdotti tra Africa e Europa, i cavi per le telecomunicazioni e i terminali per il gas naturale liquefatto. L’idea allora della “sicurezza cooperativa” non appare così campata in aria. A tal proposito: «Gli stati in un determinato contesto geografico sono dunque tanto legati che la loro sicurezza non è “separabile”» – asserisce la Teoria dei complessi regionali di sicurezza di Buzan e Weaver, riferita in un sito legato alla Difesa.

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Postille alla tecnoscienza

 Articolo tratto dal numero 5 della rivista anarchica “i giorni e le notti”

Postille alla tecnoscienza

 

Al fuoco! Al fuoco! Brucia l’università. Niente panico, il sapere è al salvo, è già altrove. Che l’università non sia mai stata fonte di sapere vero e proprio è una verità tanto ingiuriosa quanto incontestabile. Se l’accademia è sempre stato un potente mezzo di selezione umana, da qualche decennio a questa parte è unicamente il ricettacolo di una forma di conoscenza del tutto parziale e perfettamente al servizio del mondo dell’industria.

Al fuoco! I benpensanti gridano allo scandalo, perché sono ancora affezionati a quell’immagine superba dell’istituzione del sapere; allora intimano alle autorità lo zelo necessario nella ricerca degli autori del deplorevole gesto.

Al fuoco! I ricercatori urlano con le mani in mano, non tanto perché non sono più nemmeno in grado di reggere un secchio d’acqua per spegnere l’incendio, quanto per lo stupore paralizzante che li ha colti nel vedere andare in fumo in un battibaleno tutto il loro inestimabile lavoro con tutti i sofisticati marchingegni.

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La guerra e l’uomo

Tratto da finimondo.org

 

La guerra e l’uomo

Octave Mirbeau
Un uomo ne uccide un altro per prendergli la borsa; viene arrestato, imprigionato, condannato a morte e muore ignominiosamente, maledetto dalla folla, la testa mozzata sull’orrenda piattaforma. Un popolo ne massacra un altro per rubargli i campi, le case, le ricchezze, i costumi; viene acclamato, le città si pavoneggiano per riceverlo quando ritorna coperto di sangue e di bottino, i poeti lo cantano in versi inebriati, le musiche lo festeggiano; ci sono cortei di uomini con bandiere e fanfare, cortei di ragazze con ramoscelli d’oro e mazzi di fiori che lo accompagnano, lo salutano come se avesse appena compiuto un’opera di vita e un’opera d’amore. A coloro che hanno ucciso di più, saccheggiato di più, bruciato di più, vengono conferiti titoli roboanti, gloriosi onori che devono perpetuare il loro nome attraverso i secoli. Viene detto al presente, al futuro: «tu onorerai questo eroe, perché da solo ha fatto più cadaveri di mille assassini». E mentre il corpo dell’oscuro assassino marcisce, decapitato, nelle sepolture infami, l’immagine di chi ha ucciso trentamila uomini viene eretta, venerata, in mezzo alle pubbliche piazze, oppure giace al riparo delle cattedrali, in tombe di marmo benedetto custodite da santi e angeli. Tutto ciò che gli apparteneva diventa una sacra reliquia e si va in massa nei musei, come in un pellegrinaggio per ammirare la sua spada, il cumulo delle sue armi, la sua cotta di maglia, il pennacchio del suo elmo, col rimpianto di non intravedere gli schizzi di sangue degli antichi massacri.
— Ma io non voglio uccidere, tu dici, non voglio distruggere nulla di ciò che vive.

Francoforte sul Meno: Bruciata auto ThyssenKrupp

Tratto da contrainfo

6 febbraio 2018

Tieni duro, Afrin libera – Attacco a ThyssenKrupp.

Ieri notte abbiamo incendiato un’auto di Thyssen-Krupp.
Contro il sostegno tedesco alla guerra e all’espulsione.

ThyssenKrupp è una delle maggiori esportatrici d’armi tedesche. Il che basterebbe già. Ma specialmente per quanto riguarda la politica nei confronti della Turchia e della Siria, l’atteggiamento del governo federale tedesco è più che ipocrita: sotto la pressione della mobilitazione pubblica s’annuncia che i Leopard tedeschi non dovrebbero essere riarmati, ma è solo una piccola dilazione finché, poi, ci sarà il nuovo governo tedesco, e si dovrà accettare il fatto amaro – che fornisce armi. Armi a un regime che con queste armi attualmente fa una guerra aggressiva. Che sia contro il diritto internazionale è qui solo un’informazione supplementare a lato.

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Manifesto presentazione libro: Guerra alla guerra! I socialisti scledensi e vicentini al “processo di Pradamano”

guerra alla guerra 3


Trento: Economia, guerra e sorci verdi

Volantino distribuito a Trento in occasione della “Green Week”

Anche quest’anno a Trento è stato organizzato il festival Green Week, una serie di incontri per promuovere la cosiddetta “economia verde” attraverso le “fabbriche della sostenibilità”. Ma dietro la settimana verde si nascondono un mondo in guerra e diverse facce piuttosto note. Fin dalle edizioni degli anni passati, che hanno visto partecipare Alessandro Profumo (a.d. di Leonardo Finmeccanica), Roberto Siagri (a.d. e presidente di Eurotech – sempre del gruppo Leonardo, produttore dei computer indossabili “Zypad” e tecnologie per il progetto “Soldato futuro”) e diversi consiglieri dell’amministrazione dell’Eni, solo per citare alcuni nomi, anche quest’anno, come da copione, non mancano le promozioni aziendali di chi fa soldi con la guerra e cerca di giustificare col volto “green” interessi milionari come quello del petrolio.

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Aggiornamento navi gialle

La Maior è ora ormeggiata al porto di Gioia tauro, non sappiamo chi si sia portata via dalla sardegna, potrebbero essere il reggimento Pinerolo, abituè dei poligoni sardi.

L’Altinia invece è sempre nel golfo di Palmas.