Category Archives: Contributi antimilitaristi

Rubicone

Articolo tratto dal foglio francese Avis de tempêtes, n. 2, 15 febbraio 2018 trovato sul sito finimondo.org

Un altro Rubicone è stato attraversato. Ciò che malauguratamente era prevedibile non ha tardato a realizzarsi, favorito da un disgustoso giochino diplomatico avviato dagli Stati Uniti. In seguito al loro annuncio di voler costituire un esercito regolare di stanza lungo il confine turco-siriano – arruolando una parte significativa di combattenti curdi dell’YPG nel nord della Siria –, il regime di Ankara ha lanciato il 19 gennaio una offensiva militare contro l’enclave di Afrin tenuta da questi ultimi.

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Manifestazione a Monaco di Baviera contro il “cartello della guerra”

junge Welt 19 febbraio 2018

Ieri, domenica, nel centro di Monaco si è svolta una manifestazione partecipata da oltre 4.000 persone, come indica l’ “Alleanza d’azione contro la Conferenza Sicurezza NATO” (SiKo dalle iniziali in tedesco, che l’ha organizzata), aperta dallo striscione “La guerra non conosce vincitori”. Le ragioni della manifestazione erano condensate nella parola d’ordine: “scioglimento dell’Alleanza per la Difesa promossa dalla NATO, mettere fine all’esportazione di armi tedesche e agli interventi all’estero della Bundeswehr (forze armate della RFT).

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Cagliari: Due Giorni contro la RWM – 7-8 Aprile 2018

Tratto da nobordersard

7 – 8 aprile due giorni di dibattiti, assemblee e presentazioni sul tema della guerra, della militarizzazione del territorio e dell’industria d’armi.
Preparate il saccoapelo, chiamate gli amici e venite. La guerra è anche qui in Sardegna tocca a noi organizzarci per fermarla.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI


Lecco: Il bollettino di guerra

Tratto da leccoriot.noblogs.org

 

  • (03-01-18) La Norvegia ha sospeso ogni esportazione di armi o munizioni verso gli Emirati Arabi Uniti per il timore che vengano usati nella guerra in Yemen. Dal 2015 al 2016 le esportazioni erano cresciute da 41 a 79 milioni di corone.
    • (21-12-17) La Gran Bretagna ha annunciato l’intenzione di firmare un accordo bilaterale di difesa con la Polonia, dopo aver concluso un accordo simile con la Francia.

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Quanta energia: Mostra sul TAP e TILT

Se energia è sinonimo di forza, di vigore, di efficacia, se nessuno può o vuole farne a meno, se ogni società ha bisogno di produrre ed immagazzinare energia (ben al di là di quanto sia strettamente necessario per sopravvivere), va da sé che ogni suo
potenziamento non può che essere presentato come una grande conquista. Questo perché la disponibilità di energia è uno dei fattori che più condizionano lo sviluppo economico di un paese. Senza l’accesso a grandi quantitativi di energia per i processi produttivi, per i trasporti, per i consumi, nessuna economia industrializzata potrebbe sussistere. Di conseguenza, creare le condizioni affinché le imprese e i cittadini possano accedere all’energia di cui hanno bisogno per produrre e consumare merci rappresenta uno dei principali obiettivi di ogni politica economica. La garanzia che queste condizioni continuino ad
esistere è considerata da qualsiasi Stato una necessità strategica ed è comunemente chiamata sicurezza energetica.
Per vivere, o per produrre merci e fare la guerra? Si tratta di un concetto ad effetto, introdotto nel dibattito politico per la sua efficacia comunicativa, giacché il richiamo alla «sicurezza» (e quindi l’implicito rimando al bisogno fondamentale di protezione di ogni comunità) costituisce un’arma retorica di grande efficacia. Ma anche in questocaso i richiami alla sicurezza vengono usati per legittimare le scelte più disparate, spesso del tutto prive di collegamento con la vera questione da affrontare ma rispondenti ad esigenze di controllo e di potere. Così, per giustificare lo sfruttamento di sempre nuove fonti di energia, la propaganda istituzionale ed industriale evoca il rischio che i nostri frigoriferi si fermino o che le nostre luci si spengano. Ma è una pura menzogna. Nelle società occidentali l’energia elettrica costituisce un quarto dell’energia consumata nel suo complesso. Di questo quarto, solo un terzo di tutta l’elettricità prodotta è destinata all’uso domestico. Ciò significa che l’energia elettrica usata dagli esseri umani per vivere come vivono corrisponde a circa l’8% dell’energia totale prodotta. Chi invoca più energia non è affatto preoccupato per il benessere delle persone: è la produzione e la circolazione di merci a richiedere tutta questa enorme quantità di energia, per non parlare della guerra e delle sue immense necessità. Guerra il cui scopo è quasi sempre il controllo di fonti di energia.
Ecco il circolo vizioso che ci sta strozzando.

Qui sotto per scaricare la mostra e il foglio:

mostraenergi1

tiltilt


Ghedi: Tecnologia e guerra


Gli Stati in guerra con i popoli perderanno

appartiene a chi vive ad . I popoli che vivono ad sono nati in queste terre e sono morti in queste terre. Vivere là non ha nessun rapporto con piani o programmi. Non sono ad per motivi strategici. per loro è l’acqua, il pane, il cibo, il gioco, la storia, gli amici, i compagni, gli amanti, la strada, la casa, il quartiere. Ma per lo stato è solo una strategia. Una strategia che non ha alcuna preoccupazione per e i popoli che vivono ad .

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Breve resoconto dell’assemblea a Monza su Eni e dintorni e prossimo appuntamento

Domenica 28 gennaio, al Boccaccio di Monza, si è svolto il quarto appuntamento dell’assemblea cominciata sulla “questione Brennero”. Scopo dell’incontro era ragionare più concretamente su un’iniziativa contro l’ENI da organizzare a Milano, la “sua” città. Tenuto conto di problemi e perplessità, si è deciso di circoscrivere l’iniziativa a una sola giornata. Continue reading


Nemici-Amici: Il rapporto fra YPG e USA si sta rafforzando o sta crollando?

Traduzione a cura di romperelerighe

Col terminare del 2017 e l’autoproclamato califfato del cosiddetto Stato Islamico fatto a pezzi, e le sue forze ampiamente decimate, una nuova era è apparsa all’orizzonte per Siria e Iraq. I due paesi, di cui il primo trasformato nel fronte di una guerra globale per procura nel bel mezzo dei tumulti delle primavere arabe del 2011, ed il secondo violentato da quasi dieci anni e mezzo di guerra sin dall’invasione americana del 2003, sono sembrati sul punto di voltare pagina verso la prospettiva di un futuro più pacifico e stabile.

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Trentino: La caccia alle streghe non ha mai fine

Manifesto affisso sui muri di Trento riguardo il  processo a L’aquila del 22 gennaio contro alcune femministe accusate di diffamazione nei riguardi dell’avvocato Antonio Valentini, difensore dei militari che stuprarono Rosa  il 12 febbraio.