Domenica sera (25 settembre), un gruppo di persone si è dato appuntamento davanti al Teatro Filarmonico di Verona per volantinare e mostrare la propria contrarietà all’esibizione dell’Israel Philarmonic Orchestra. Questi musicisti, oltre alle tournée internazionali, offrono la loro musica ai soldati israeliani nei vari avamposti, appoggiando moralmente il braccio armato dello Stato d’Israele che permette la continuazione dell’occupazione.
Non esistono note musicali, nemmeno se suonate da musicisti di professione, in grado di alleggerire o de-responsabilizzare il ruolo dei militari che soffocano regolarmente col piombo ogni tentativo palestinese di emancipazione.
Per i soldati la loro unica possibilità è la diserzione, per gli orchestrali il rifiuto di prestare la propria arte per situazioni di palese oppressione, per noi la contestazione e il sabotaggio di ogni manifestazione che, in vari modi, appoggia la politica razzista dello Stato israeliano.
L’invito che è stato fatto era di non partecipare al concerto. Vari striscioni e bandiere sono stati aperti durante il volantinaggio.
Monthly Archives: Settembre 2011
Le note dell’oppressione
La musica al servizio della guerra
La Musica è storia di generazioni, di culture, di civiltà, di tradizioni di popoli; l’orchestra sinfonica israeliana porta la Musica negli avamposti di guerra, nei check points, nei territori occupati della terra di Palestina, con il significato di sostenere l’esercito israeliano nelle sue azioni di occupazione, aggressione contro la popolazione Palestinese.
La Musica viene diffusa in luoghi dove si coltiva l’odio e la sopraffazione,
la Musica viene violentata e violata.
L’orchestra sinfonica israeliana fa tutto ciò, al servizio non della Cultura ma delle politiche di Israele che occupa militarmente la Cisgiordania, Gerusalemme est e tiene sotto assedio la popolazione della striscia di Gaza; usa la forza militare per rubare la terra e l’acqua.
La nostra presenza per contestare l’orchestra israeliana, ma anche per condannare chi a vario titolo e con varie modalità sostiene la politica di Israele.
Comitato per la Palestina
Il Sistema Israele e le sue tracce nel mondo
Pubblichiamo un interessante approfondimento che viene da Bologna (settembre 2011) sul costante ruolo di avamposto svolto dallo Stato israeliano nella sperimentazione bellica e nell’ingegneria sociale.
La guerra si fa “green”:investimenti per 500 milioni di dollari delle forze armate statunitensi per l’energia solare
Lo scorso 19 Agosto, la Marina Militare degli Stati Uniti ha assegnato un contratto del valore massimo di 500 milioni di dollari a tre aziende (Pacific Energy, Pacific Energy Solutions e Photon Finance) per l’acquisto di energia solare prodotti da sistemi SPGS (Solar power generation systems), costruiti presso le installazioni militari nello Stato delle Hawaii. Lo scopo è quello di ridurre il consumo di energia derivante da combustibili fossili e incrementare quello da fonti rinnovabili. Sottolineando l’impegno della marina statunitense in questa direzione, il vice comandante delle forze navali del Pacifico ha ricordato che “il segretario della Marina Militare ha stabilito che per il 2020 il 50% del consumo totale di energia provenga da fonti alternative, e questo contratto ci aiuta a raggiungere l’obbiettivo”. La stipula di questo contratto evidenzia ancora una volta l’interesse degli Stati a dare un’immagine “ecologica” alle proprie forze armate. In italia, ad esempio, il Green Building Council (un consorzio di ditte e di enti istituzionali operanti nel settore “green”la cui sede nazionale è nella ex Manifattura Tabacchi di Rovereto) ha riconosciuto la patente di “ecosostenibile” ad alcuni edifici militari nella base NATO di Aviano e a quella U.S.A. di Ederle 2 (Dal Molin) a Vicenza. Sempre nel polo tecnologico ospitato negli edifici della ex Manifattura Tabacchi è ospitato il consorzio di ditte “Optoi group”(controllato da Finmeccanica), che si occupa della produzione di sistemi elettronici per i pannelli solari.
Presente coloniale
La Libia, l’esercito italiano e il nuovo Ordine
Il 29 Agosto, a Doha (Qatar), si è svolta la riunione dei capi di stato maggiore dei paesi coinvolti nella guerra in libia, alla quale ha preso parte anche il capo di stato maggiore della difesa italiana, generale Biagio Abrate.
All’incontro, oltre ai rappresentanti di Qatar, Emirati Arabi Uniti e Giordania, hanno preso parte il presidente del comitato nazionale di transizione libico (CNT) di Bengasi, Mustafa Ab-del Jalil, il responsabile delle questioni militari del CNT, Omar al-Hariri, e l’ammiraglio Samuel J. Lockear, capo del comando NATO di Napoli. Nel corso della riunione, a meno di una settimana dalla conquista di Tripoli da parte dei ribelli, è stato fatto il punto della situazione in relazione a quanto sinora svolto e ai futuri sviluppi.
Mustafa Ab-del Jalil ha sottolineato che non sarà disconosciuto il ruolo svolto dalle nazioni amiche, la cui collaborazione sarà ancora utile e necessaria in settori quali l’addestramento di forze armate e di polizia e nel controllo delle frontiere sia marittime che terrestri.
Il generale Abrate, nel corso del proprio intervento, ha ribadito che è importante “il raggiungimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in tutto il paese, innanzitutto attraverso il disarmo delle truppe irregolari e la creazione di forze armate nazionali”.
Migliori alleati di Gheddafi fino al giorno prima dei bombardamenti NATO, ora addestratori delle nuove truppe libiche: la farsa e la tragedia del colonialismo italiano in Libia.
Eurotech, la guerra in mano
Eurotech riceve un ordine per moduli computerizzati a seguito dell’incremento di produzione di dispositivi palmari di identificazione biometrica per le forze di polizia e le forze armate.
Eurotech (azienda del gruppo Finmeccanica) ha annunciato il 15 Settembre di aver ricevuto un ordine da 1,5 milioni di dollari da parte di Cross Match per l’acquisto del modulo Catalyst TC da utilizzare in un’applicazione di difesa e sicurezza nazionale. Cross Match sta incrementando la produzione del dispositivo palmare per soddisfare l’aumento della domanda. I moduli Catalyst TC verranno consegnati nell’arco dei prossimi 12 mesi.
“Negli ultimi mesi la domanda relativa ai nostri dispositivi per la sicurezza e la difesa è aumentata, dimostrando che i clienti comprendono quanto sia importante acquisire e verificare sul campo informazioni rilevanti”, ha dichiarato Dan Troutman, responsabile della progettazione presso Cross Match Technologies. “Abbiamo scelto il Catalyst TC di Eurotech perché è un modulo embedded a ridotto consumo energetico, che incorpora le funzioni di comunicazione e di connettività wireless richieste dai nostri dispositivi palmari”.
Il prodotto di Cross Match è una soluzione per la sicurezza e la difesa nazionale che offre, in opzione, un supporto integrato per la connettività di rete senza fili che consente alle forze di polizia o militari sul campo di accedere da un computer remoto ad un database per l’identificazione biometrica.
Optoi Group (Finmeccanica) a RADECS 2011.
Optoi Group (azienda legata a Finmeccanica) parteciperà all’evento RADECS, a Siviglia, dal 19 al 23 settembre, presentando i suoi prodotti e le proprie tecnologie microelettroniche nell’ambito specifico delle applicazioni aerospaziali. RADECS 2011 è la fiera annuale delle micro e nanotecnologie applicate al settore aerospaziale. L’evento è organizzato da Thales Alenia Space (gruppo Finmeccanica) in collaborazione con l’università di Siviglia.
Obiettivo Somalia per gli aerei senza pilota USA
di Antonio Mazzeo
A proposito di una presunta aggressione. Fiorini, i giornali e una costante falsificazione
Volantino distribuito a Rovereto il 21 settembre
Contro Fulvio Fiorini, fotografo del “Trentino”, non c’è stata alcuna aggressione. Come si può vedere persino nel filmato della RAI, la realtà dei fatti è ben diversa. Venerdì mattina, durante il blocco dell’ex Manifattura Tabacchi contro le ditte legate a Finmeccanica che il complesso di Borgo Sacco ospita, un compagno ha invitato Fiorini ad andarsene. Questo non tanto per ragioni pratiche ¬– i compagni, a volto scoperto, erano già stati abbondantemente fotografati ¬– ma di principio. Fiorini, infatti, nel 2003 aveva fatto arrestare un nostro compagno per un episodio simile.
Fiorini ha reagito all’invito ad andarsene insultando e alzando le mani. Nella colluttazione gli è partita la macchina fotografica. Un altro compagno gli ha semplicemente fermato le mani mentre sferrava cazzotti. Lo si può vedere anche nel fotogramma pubblicato sul “Trentino”, guardandolo senza farsi condizionare dalla didascalia. Continue reading