Venerdì 18 ottobre si è tenuta a Trento la prima udienza del processo per l’operazione Renata – operazione che, nel febbraio 2019, ha portato a decine di perquisizioni e all’arresto di sette nostri compagni e compagne. Quello che segue è uno scritto collettivo che i compagni inquisiti hanno deciso di diffondere a partire dall’inizio del processo.
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“L’anarchico non guarda al successo, alla vittoria, alla comeptizione. Lotta perché è giusto. E in qualsiasi lotta la perdita fa parte della vita. Non cambia idea perché perde e tanto meno rinuncia alla lotta successiva. Il Sistema si autoalimenta per il popolo che non lotta, non perché è invincibile. Il lavoro dell’anarchico è instillare nel popolo la rivolta, non a segmenti, ma continua. Come un’onda che si ritira e poi torna. Mi chiedete se vinceremo. Mi fate la domanda sbagliata. Chiedetemi se lotteremo e vi risponderò di sì”
Luigi Galleani
Oggi abbiamo deciso di dire la nostra sull’operazione “Renata”. In altri scritti è stata analizzata l’inchiesta, sia negli aspetti repressivi generali dello Stato, sia riguardo gli strumenti tecnologici, inquisitoriali e giuridici usati per colpire chi ancora osi battersi per qualcosa di diverso e soffi ancora sulle ali della libertà.
Abbiamo deciso di non rivolgerci alla Corte che ci giudicherà, né alla solerzia dei nostri repressori. Non è l’aula di un tribunale il luogo in cui oggi scegliamo di parlare.
Vogliamo parlare in quei luoghi in cui si lotta, dove c’è ancora spirito critico, dovunque ci siano donne ed uomini coscienti che tante cose vanno cambiate ora, che questo stato di cose va rivoluzionato.
Quindi parleremo dei fatti di cui siamo imputati o che sono inseriti nell’inchiesta. Continue reading